Chiodi: "Con D'Alfonso temo fortemente per la Sanità pubblica". Il 3 si deciderà della sua scorta
"Spero che il fatto che io non ricopra più la carica di Presidente della Regione Abruzzo faccia scendere il livello di pericolo, di rischio per la mia persona..." Ma a decidere se per Gianni Chiodi sia o meno il caso di continuare ad avere una scorta che, da oltre due mesi e mezzo, ne segue ogni passo dalla mattina alla sera, sarà esclusivamente il Ministero: in settimana, forse già martedì 3 giugno, si terrà a Roma una riunione in cui si valuterà l'esigenza di mantenere gli agenti di scorta per l'ex governatore abruzzese, ora che non è più alla guida della Regione. "Io spero che, ora che non lo sono più, si possa considerare scemato il livello di rischio e dunque che la scorta possa ritenersi sollevata dall'incarico. Ma, ripeto, non so nulla di questa vicenda e saranno altri a decidere qualcosa ... Vedremo cosa accadrà...", dichiara a Certastampa.it, Gianni Chiodi. E lo fa nella sua prima domenica da ex Presidente della Regione Abruzzo, sotto casa, nella sua Piazza Sant'Anna a Teramo: tra le mani giornali, sigarette e un libro di Economia. "Per la prima volta, dopo anni, riesco ad andare a dormire e a svegliarmi senza un pensiero opprimente", dichiara sollevato. Ma poi risponde subito e con convinzione ad alcune domande sulla Regione Abruzzo consegnato al neo governatore Luciano D'Alfonso, e non lesina considerazioni delicate soprattutto per quello che riguarda il futuro della Sanità: "Sì...ho il timore che tornino alcune abitudini del passato. Non mi riferisco a questioni di natura penale, ma ad alcuni favoritismi che in passato hanno penalizzato la nostra Sanità Pubblica" e poi chiosa: "Ma vigileremo affinchè non accada...". Si allontana per un caffè con la rieletta consigliera comunale a Teramo, Alessia De Paulis. A seguirlo, due agenti della Digos. Il nome di Gianni Chiodi, quando sono trascorsi sette giorni dalla mancata riconferma alla guida della Regione, resta in un elenco di "personaggi mirino".