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946090_482276801890478_2115279111_n "Spero che il fatto che io non ricopra più la carica di Presidente della Regione Abruzzo faccia scendere il livello di pericolo, di rischio per la mia persona..." Ma a decidere se per Gianni Chiodi sia o meno il caso di continuare ad avere una scorta che, da oltre due mesi e mezzo, ne segue ogni passo dalla mattina alla sera, sarà esclusivamente il Ministero: in settimana, forse già martedì 3 giugno, si terrà a Roma una riunione in cui si valuterà l'esigenza di mantenere gli agenti di scorta per l'ex governatore abruzzese, ora che non è più alla guida della Regione. "Io spero che, ora che non lo sono più, si possa considerare scemato il livello di rischio e dunque che la scorta possa ritenersi sollevata dall'incarico. Ma, ripeto, non so nulla di questa vicenda e saranno altri a decidere qualcosa ... Vedremo cosa accadrà...", dichiara a Certastampa.it, Gianni Chiodi. E lo fa nella sua prima domenica  da ex Presidente della Regione Abruzzo, sotto casa, nella sua Piazza  Sant'Anna a Teramo: tra le mani giornali, sigarette e un libro di Economia. "Per la prima volta, dopo anni, riesco ad andare a dormire e a svegliarmi senza un pensiero opprimente", dichiara sollevato. Ma poi risponde subito e con convinzione ad alcune domande sulla Regione Abruzzo consegnato al neo governatore Luciano D'Alfonso, e non lesina considerazioni delicate soprattutto per quello che riguarda il futuro della Sanità: "Sì...ho il timore che tornino alcune abitudini del passato. Non mi riferisco a questioni di natura penale, ma ad alcuni favoritismi che in passato  hanno penalizzato la nostra Sanità Pubblica" e poi chiosa: "Ma vigileremo  affinchè non accada...". Si allontana per un caffè con la rieletta consigliera comunale a Teramo, Alessia De Paulis. A seguirlo, due agenti della Digos. Il nome di Gianni Chiodi, quando sono trascorsi sette giorni dalla mancata riconferma alla guida della Regione, resta in un elenco di "personaggi mirino". chiodi