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"Il primo consiglio comunale del secondo mandato di Brucchi è iniziato con il rischio di una crisi politica che ha portato il sindaco a minacciare le dimissioni nel chiuso della sua stanza. Infatti alla stentatissima elezione, dopo ben cinque votazioni, del Presidente del Consiglio, Milton Di Sabatino ripescato dai meandri della Prima Repubblica (consigliere comunale dal 1990 e già presidente del consiglio con il centrosinistra dal 1995 al 1999), si è arrivati a seguito di un serrato confronto che ha mostrato tutte le fragilità politiche di una squadra che si tiene assieme solo grazie ad una precaria architettura spartitoria di poltrone tra correnti e sotto correnti". Esordisce così, in una nota, il consigliere comunale del Pd, Manola Di Pasquale, all'indomani del consiglio d'insediamento del Brucchi-bis. "Nella formazione della giunta l’unico  metodo utilizzato è stato quello di  rispondere ai desideri dei capi bastone; non si sono invece valutati i problemi veri della città testimoniati  dalle 300 famiglie che ogni giorno si recano al banco alimentare ed alla mensa della Caritas, dalle  numerosissime attività commerciali e artigianali che negli ultimi anni hanno abbassato le serrande, e dal dato allarmante di un giovane su tre disoccupato ( sopra la media nazionale)", denuncia la Di Pasquale, chiamando direttamente in causa chi si è seduto al tavolo delle trattative sui nomi da inserire in giunta, ossia Paolo Gatti e Paolo Tancredi. La Di Pasquale passa poi alle presenze in giunta, parlando di "conflitto d'interessi": "Evidenti inoltre appaiono le situazioni di conflitto di interesse all’interno della Giunta, che minano il corretto e trasparente funzionamento  dell’organo e la serenità nel giudizio e nella valutazione in essa. In particolare, la conflittualità rappresentata dalla delega conferita alla figlia del Capo Dipartimento delle Asl, diretto superiore del sindaco Brucchi,  sarà portata all’attenzione del Dirigente Asl e della CIVIT  affinchè sia valutata  l’adozione di opportune misure volte a superare l’evidente promiscuità di interessi in gioco, per  tutelare, non soltanto del buon funzionamento dell’amministrazione comunale, ma anche del delicato servizio che  il Sindaco rende quale dipendente dell’azienda sanitaria locale". La Di Pasquale conclude: "Il centrodestra teramano deve finalmente capire che la cosa pubblica non è roba tra pochi ma interesse generale e collettivo". 20140627_111456