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La sfida all’abbattimento dei consumi energetici e l’utilizzo di energie alternative è un tema salito alla ribalta anche grazie alla recente crisi energetica (con il conseguente rialzo dei prezzi al consumo che incide in maniera significativa nell’economia delle famiglie): un’Amministrazione attenta e con lo sguardo proiettato al futuro non può esimersi dall’accogliere tale sfida.

Anche le normative vigenti spingono a considerare questo tema come uno degli obiettivi centrali di ogni buona prassi. Le tecnologie esistenti permettono un ampio raggio di azione verso l’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi, oltre che verso l’uso di fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti. Non basta realizzare progetti, seppur lodevoli, di efficientamento energetico degli edifici pubblici, perché la maggior parte del consumo è propria degli immobili privati, così come le problematiche legate al contenimento della spesa sono soprattutto a carico delle famiglie (e meno degli Enti pubblici).

Due sono gli strumenti per perseguire tali obiettivi: le comunità energetiche e il teleriscaldamento.

La nuova normativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (abbreviato CER o REC) dà un forte impulso alla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti o smart grid. Una Comunità Energetica è un’associazione che produce e condivide energia rinnovabile, per generare e gestire in autonomia energia verde a costi vantaggiosi, riducendo nettamente le emissioni di CO2 e lo spreco energetico. Ne possono far parte semplici cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc. I membri della Comunità possono essere persone fisiche o giuridiche e, più in generale, qualsiasi soggetto pubblico o privato che voglia realizzare una CER. Per esempio, anche semplici persone che abitano nello stesso quartiere e che desiderano promuovere lo sviluppo di una CER possono farlo. La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo di energia rinnovabile avviene virtualmente. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della Comunità, ma può anche essere messo a disposizione da uno o più membri partecipanti, o anche da un soggetto terzo. Il modello delle Comunità energetiche è senza dubbio uno dei percorsi del futuro per una svolta ecologica ma anche per il contenimento dei costi di acquisto dell’energia.

Il Teleriscaldamento, invece, è un sistema di unità di riscaldamento a distanza che, attraverso una rete di condutture, trasporta il calore generato da grandi centrali di cogenerazione (anch’esse gestite “da remoto”) alle singole strutture abitative: il sistema riduce gli sprechi energetici e ha un minor impatto ambientale rispetto ai tradizionali metodi di riscaldamento a caldaia singola. Infatti, nelle centrali possono essere usati diversi tipi di combustibile, a seconda delle disponibilità sul territorio e della disponibilità sul mercato con forte connotazione verso quelle green. Inoltre, vengono ridotti i costi di trasporto e di manutenzione rispetto alla caldaia per ogni appartamento. Risultano evidenti le economie di scala che si instaurano concentrando la funzione di riscaldamento in un unico impianto di grande area per diverse unità abitative. Se adeguatamente realizzate, le centrali di cogenerazione garantiscono livelli di inquinamento estremamente contenuti. I vantaggi di un sistema di teleriscaldamento sono molteplici. In primo luogo, il controllo dei fumi emessi dai camini delle centrali di cogenerazione è più rigido e frequente rispetto a quello degli impianti condominiali e indipendenti. In secondo luogo, la scelta del combustibile di alimentazione – al momento in Italia il più diffuso risulta il gas naturale – viene effettuata a seconda della convenienza economica del momento e della sua disponibilità sul mercato. Non solo, è possibile tenere conto delle risorse peculiari delle aree dove il calore viene generato. La manutenzione è decisamente limitata. Non utilizzare un combustibile direttamente per alimentare il proprio impianto elimina molte problematiche, come l’accumulo di scorie, lo sporcarsi delle tubazioni e i guasti che, se non individuati in tempo, possono causare gravi danni alle strutture e alle persone. Il teleriscaldamento è da molti anni una realtà in tantissime città italiane da Brescia che inizia già nel 1971 e Torino che oggi ha la rete più estesa d’Italia, ma anche a Milano e in molte altre città della Lombardia. Non sono le tecnologie che mancano sul nostro territorio, non sono le competente tecniche o di esecuzione e da molti anni neppure i finanziamenti, bensì a mancare è la prospettiva di una amministrazione lungimirante e competente che metta in campo progettualità innovative ed ambiziose che sicuramente, visti gli esempi citati, non possono essere tacciate di essere futuristiche. Il teleriscaldamento e le Comunità energetiche sono il futuro: Teramo deve iniziare a percorrere queste strade e per farlo occorre una guida capace di guardare avanti e di captare ed attrarre ogni fonte di finanziamento pubblica e privata possibile.

La candidata Sindaca di Teramo

 Maria Cristina MARRONI