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Ambex7Non c’è il pienone nella sala polifunzionale, quando il Sindaco di Teramo comincia a parlare. Ci sono un po’ tutti quelli che ti aspetti, i teramani di area, e qualcuno - ma non tantissimi - delle altre province. Come previsto, manca Italia Viva, manca Azione, manca il M5S (tranne la Ciammariconi), c’è tanto PD, ed è peoprio al Pd che D’Alberto dedica la citazione, quale “forza capace di costruire un nuovo percorso”, perché in fondo è questo lo scopo, ed è scritto sul manifesto, che D’Alberto così spiega: “ABRUZZO, perché è questa la Regione che soffre per la mancanza di riconoscibilità, per le scelte non valorizzanti del Centrodestra e per la mancanza di visione; INSIEME, perché è solo con una nuova coalizione alternativa, vera e senza veti, che si può progettare un Abruzzo nuovo; ORA, perché è adesso che lo dobbiamo fare, adesso è il momento, perché adesso dobbiamo non rassegnarci alla rassegnazione”. 

Timido applauso, quando invoca il superamento dei veti incrociati, ma l’iniziale one man show di Gianguido, non emoziona. Benché dai due - dicasi due - moderatori, sia stata annunciato uno spazio aperto per gli interventi di tutti, in realtà, tra presentazione e risposta alle domande dei suddetti moderatori, D’Alberto parla per 35 minuti.

Senza emozione e, soprattutto, senza progetti, se non quello “ideale” di un nuovo corso, ma senza una proposta progettuale. Il cantiere nasce sulla critica, ma senza colonne portanti. Per ora.

Tanti i presenti ma, come sempre in questi casi, sono più visibili gli assenti. A cominciare dal senatore Luciano D’Alfonso

GLI INTERVENTI

Menna (sindaco di Vasto) plaude al cantiere voluto da D’Alberto, perché a sette mesi dalle elezioni il Centrosinistra non ha candidato e liste. “Ci vogliono i voti non i veti”. E poi invoca di uccidere il mazmarillo, che impedisce al Centrosinistra di avere un candidato. E poi propone Paolucci candidato.

Marinelli (Segretario regionale Pd) incoraggiamo il cantiere aperto  da Gianguido, perché un sindaco conosce i danni provocati dalla Giunta Marsilio. “Regionalizziamo la nostra discussione e costruiamo un’alternativa”

D’Angelo (Presidente Provincia di Teramo). “Abbiamo una grande chance, quella di un Centrodestra che non ha dato concretezza, ma dobbiamo arrivarci preparati. Scegliamo subito il nostro candidato presidente, e restituiamo a Teramo la sua centralità”.

Ciammariconi (Assessora M5S) “C’è poco da da riflettere, abbiamo un nemico da sconfiggere, quel Centrodestra rimasto sotto alle vere esigenze dei cittadini”.

Paolucci (Capogruppo PD) “Dobbiamo dare risposte, a cominciare dal perimetro della coalizione… che deve essere un non perimetro: dobbiamo accogliere chi vuole farne parte, perché solo così si definisce il progetto di alternativa” E poi solleva la questione morale, su Napoli Calcio, Giro d’Italia, la sostituzione di Legnini, le prestazioni sanitarie perse, la mobilità passiva aumentata”. E qui gli applausi non mancano. Perché finalmente si parla di progetti, come quando segnala la fuga dei giovani “Quasi 100 mila giovani in quattro anni”

Bellotti (Polis 305) quale pupilla di Pupillo, assicura a Gianguido l’appoggio dell’associazione che lo stesso D’Alberto ha creato. Invoca “donne argute e senza scrupoli”’ mentre la sala comincia a svuotarsi. Parla (troppo) senza dire nulla di interessante, invoca ad abbandonare il decoro istituzionale e poi se ne va.

Legnini ringrazia Giandguido, per la forza, la volontà e la determinazione di questa iniziativa. “Dobbiamo dare rappresentanza alla parte maggioritaria di questa regione”. Invita i partiti, tranne il PD che è presente, a sciogliere le riserve.  “Dobbiamo liberare l’Abruzzo dai vincoli romani”. LegnIni chiude dicendosi disposto ad appoggiare l'avvio di una nuova generazione di amministratori... e tutti leggono un chiamarsi fuori da una, pur ventilata, possibilità di candidatura.