Avviare una campagna elettorale, in vista delle prossime elezioni regionali, proponendo l’esportazione di quello che è stato definito dal Sindaco D’Alberto “il modello Teramo” suona quasi come un pessimo augurio per il futuro della nostra Regione.
Se con il termine modello si vuole far riferimento ad un sistema cittadino che funziona molto bene, diciamo che l’attuale amministrazione del D’Alberto bis ci propone, invece, una città non all’altezza del compito.
Teramo è, in realtà, un capoluogo che sta pagando, in termini di ordine amministrativo e in termini economici, un conto salatissimo che si ripercuote sui cittadini, sui commercianti, sui turisti.
Politiche fallimentari e caotiche a partire dalla manutenzione del verde pubblico, delle strade e del decoro urbano. Teramo è una città sporca. Il caos generato nella pessima gestione dei parcheggi ha ulteriormente fatto emergere una assenza di programmazione e una, invece, improvvisazione politica. Teramo è una città blu, a pagamento.
Le false promesse, come la chiusura del cantiere in un punto cittadino nevralgico come Piazza Garibaldi, raccontano anche una città immobile. Il cantiere, fu garantito dall’assessore Cavallari, si sarebbe chiuso a settembre 2023. Non è andata esattamente così. Lo stesso immobilismo, d'altronde, lo si vede nella ricostruzione pubblica: a sette anni dal sisma la scusa dell’aggiornamento dei progetti, della burocrazia e della rimodulazione dei costi non regge più.
È sconcertante pensare di poter costruire una campagna elettorale su un modello fallimentare, fallito.
Più che un modello Teramo quello messo in campo dalla giunta è un modello selfie dove i famosi e costosi eventi, che talvolta riescono talvolta no, sembrano costituire l’unico parametro valutativo di una amministrazione disattenta e distratta da quelle che dovrebbero essere le reali politiche cittadine.
La verità è che da maggio 2023, dall’insediamento del D’Alberto bis, la maggioranza dovrebbe scusarsi con i cittadini perché l’amministrazione si è proiettata verso interessi e ambizioni personali tralasciando completamente l’interesse cittadino.
Tutte queste considerazioni portano naturalmente a dire che più che un modello comparativo questo sistema D’Alberto è fondato sulle autocelebrazioni social prive di contenuti. Un sistema che, ci si augura, finisca al più presto.
Infine, sostenere che la Regione non abbia fatto nulla è anche poco corretto.
La Regione da mesi sta portando avanti, con non poche difficoltà create dalla stessa giunta comunale, un progetto per la creazione di un nuovo ospedale a Teramo.
Ed è sempre la Regione che, a breve, rifinanzierà l’area dell’ex psichiatrico con circa 30 milioni di euro mentre ha già finanziato il vecchio ospedaletto di Porta Romana con circa 10 milioni di euro.
Siamo a 55 giorni dalla chiusura della campagna elettorale e si può comprendere la disperazione di una coalizione, quella del centrosinistra, che in vista di un risultato elettorale infelice cerchi di creare miti dando vita, in realtà, a favole a cui nessuno crede più.
La maggioranza dovrebbe, in onore della verità storica, fare ammenda e chiedere scusa alla città di Teramo per le condizioni in cui versa.
CIRCOLO FDI TERAMO