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turnefilmo...e poi lo zapping, in una sera che sembrava destinata al nulla in tv, ti accompagna fino a trovare Turnè, prova d’autore corale di un Salvatores dalla mano felice (che non gli ho più riconosciuto post Oscar). Film trentenne ma ancora vivacissimo, con qualche lampo cult indimenticabile. Intreccio di sentimenti liberi di aggrovigliarsi, il film scivola su uno spartito antico, ma sempre attuale: l’eterno confondersi di amicizia e amore in un triangolo perfetto, che poggia gli angoli su Abatantuono, Bentivoglio e una Laura Morante bella come un’apparizione. È sua la battuta cardine di tutta l’opera “Io vi amo tutti e due. E va bene, io voglio anche ammettere di aver sbagliato, ma il fatto è che voi due insieme siete un uomo perfetto. Allora da un certo punto di vista, vale a dire dal mio punto di vista, io mi sono innamorata di un uomo solo!”.
E mentre De Gregori canta “e qualcosa rimane..” ti fermi a riflettere che, in fondo, l’amore non è e non può essere un’esclusiva da concedere, ma è un lampo di vita che pretende libertà di nutrirsi di ogni emozione possibile...sempre che si abbia il coraggio e la capacità di lasciarglielo fare..

IL CRITICONE

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