L’idea di Amondo mi piace: Gourmet fusion macrobiotico mediterraneo. In pratica: «Utilizzare gli ingredienti migliori per i nostri clienti e per il pianeta. Tutti i nostri prodotti sono biologici, di provenienza locale, seguono il ritmo delle stagioni e non hanno additivi né zuccheri aggiunti», come scrive la fondatrice Titti Gemmellaro, che si avvale della collaborazione di Rita Possemato, entrambe cuoche e con solida preparazione in naturopatia. E quando si parla di sano rapporto con l’ambiente, il pensiero va alla filosofia profonda degli orientali, che qui si esalta già nella stessa scelta del brand aziendale: «Amondo in giapponese significa mandorla. La mandorla è simbolo di rinascita e ringiovanimento, essendo uno dei primi alberi a fiorire in primavera. Incorpora tutta la saggezza e la conoscenza della natura, ma allo stesso tempo è semplice, salutare e versatile».
La sfida, non facile in partenza, era quella di riscrivere le “ricette della cucina tradizionale tramandata da generazioni di nonne italiane”, nel segno di una alimentazione sana, all’insegna della dieta mediterranea sì, ma macrobiotica.
Nell’essenziale pacco che mi hanno inviato per l’assaggio, ho trovato tre vasetti di “Pomarola bugiarda” e tre di “D’orto e di mare”. Due salse, che nella riscrittura amondiana ridefiniscono il concetto di due basi della nostra cucina: il sugo semplice e il sugo di pesce. La cosa curiosa, è che nel sugo di pesce… non c’è il pesce (e questo, ovviamente, me l’aspettavo), ma che nel sugo di “pomarola” (a proposito, perché con una “m” sola?), non ci fossero pomodori… no, non me l’aspettavo proprio. Comincio da qui: POMAROLA BUGIARDA significa (Barbabietola Rossa 32%, Acqua, Cipolla, Carote, Acidulato di Umeboshi condimento a base di prugne giapponesi – prunus mune 68% – sale, foglie di shiso - perilla fritescens-; può contenere tracce di soia e glutine da frumento), Olio extra vergine di Olive, Sale integrale marino). E’ buono. Particolare, certo e curioso alquanto, ma se non avessimo letto prima l’etichetta e tutta la filosofia di amondo, l’avremmo potuto facilmente scambiare per un tradizionale sughetto leggero ma piacevole. Tanto che, a tratti, ti manca il retrogusto di basilico. Meno convincente, per il mio palato, invece è stato D’ORTO E DI MARE - (Pomodori 64%, Acqua alghe, Cipolla, Carote, Olio extra vergine di Olive, Vino, Alghe Hijiki 2%, Sedano, Sale integrato marino, Aglio, Prezzemolo), perché qui il pomodoro non manca… manca il sale. Avrei preferito una maggiore sapidità, a sostegno di una salsa che evoca, è vero, qualche lontananza di mare, ma è solo un accenno. Si poteva osare un po’ di più. Si poteva ad esempio (e so che la fondatrice, viste le origini campane, mi comprenderà), rinforzare sapidità e avvolgenza marina, con un olio saporito frutto di quell’antichissima tradizione mediterranea che consiste nel “cuocere” le pietre di mare. Così com’è, D’orto e di mare resta piacevole, ma irrisolto, e benché sostenuto da uno spaghetto artigianale di Gragnano, non mi ha convinto.
PACKAGING: ecologicamente appropriato
PREZZO: 5,80 a vasetto
GIUDIZIO FINALE: titubante
LA ORDINEREI? sì la pomarola, no d’orto e di mare
SITO WEB: https://www.amondo.it/
ATTENZIONE: TUTTI I GIUDIZI DEL RE - CENSORE SONO LIBERI E INDIPENDENTI, LE AZIENDE CHE VOLESSERO SOTTOPORRE AL GIUDIZIO UN LORO PRODOTTO POTRANNO INVIARLO A : CERTASTAMPA, VIA MICOZZI 55 - 64100 TERAMO