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Quando abbiamo studiato inglese, il nostro professore dell’epoca, che era madrelingua e veniva da Brighton, non faceva altro che ripetere che la pronuncia è importantissima. Soprattutto in Inghilterra, perché i figli di Albione sono estremamente precisi (e anche un rompipalle) sull’esatta fonìa delle loro parole. Non sono come gli americani, molto più sciolti e accomodanti, con quello strano misto di lingue che è sempre più il loro slang. No, gli inglesi ci tengono. E tanto. Chissà che penseranno, quindi, i sudditi di Carlo III nel sentire il nome del loro artista forse di maggior fama in questo momento, Banksy, trasformato in un americaneggiante BENCHSY dall’assessore alla Cultura del Comune di Teramo, Andrea Core.
Il quale, oltre a ridefinire la pronuncia, con l’ormai tradizionale vocazione di questa giunta per l’esagerazione e la tendenza a considerare “epocale” ogni iniziativa, dalla pista sul ghiaccio in poi..., auspica in questa intervista che questa sia la «Mostra più visitata nella storia di Teramo» e rivela che «…moltissime sono le richieste che stiamo ricevendo in questi giorni dal territorio nazionale e non solo, quello che ci sorprende sono anche le richieste che arrivano dall’estero…».
Dall’estero?
A parte lo stupore, nostro stavolta, nello scoprire che c’è gente, in Italia e “soprattutto dall’estero” che contatta il Comune per chiedere informazioni che si possono facilmente trovare su internet, quello che più ci meraviglia è che all’assessore alla Cultura del Comune di Teramo, che dovrebbe avere un quadro preciso dello stato dell’Arte (nel senso più letterale) sfugga il fatto che quella teramana, per quanto importante e di certo interessante (grazie quindi alla Fondazione Ballone) non è l’unica mostra dedicata a Banksy in Italia, in questo momento.

Ce ne sono almeno altre tre, tutte cominciate prima e destinate a finire dopo quella di Teramo.
Per la precisione: TORINO - Dal 25 Febbraio 2022 al 29 gennaio 2023, ROMA - Dal 28 giugno 2022 al 29 gennaio 2023 e VERONA - Dal 15 aprile 2022 al 29 gennaio 2023.
Si tratta della mostra The World Of Banksy – The Immersive Experience che porta “a scoprire le opere d’arte di Banksy che non ci sono più perché distrutte, vendute o rubate. Il visitatore si perde in un viaggio in giro per il mondo tra le opere dell’artista nei luoghi più inaspettati: Regno Unito, Francia, Usa, Australia, Mali e il muro di Betlemme”. E’ la stessa esposizione che “ha attirato milioni di visitatori nelle più rinomate gallerie d’Europa, partendo dalla Manes Gallery di Praga, l’Espace Lafayette-Drouot Art Gallery di Parigi, in Rue de Laeken a Bruxelles, l’Espacio Trafalgar Art Gallery di Barcellona, il Bikini a Berlino, fino a volare al Mall of Emirates Theatre a Dubai”.
Una mostra che “propone oltre 100 opere, murales e oggetti dell’artista britannico, che ripercorrono tutta la sua produzione, dai dipinti della primissima fase della sua carriera fino agli ultimi anni, dalle opere realizzate con la tecnica dei graffiti a mano fino a quelle realizzate con lo stencil che gli consente una maggiore rapidità di esecuzione”.
Però, quella teramana ha un'altra caratteristica... anche se viene presentata come "non autorizzata" e i due curatori,  Stefano Antonelli e Gianluca Marziani. dichiarano «Banksy non è coinvolto in alcun modo  e non ha fornito alcuna approvazione o supporto né opere d’arte per questo progetto», poi alla presentazione uno dei due, Antonelli, ha detto: «Banksy sa che siamo qui, noi lo sentiamo via email, gli mandiamo il catalogo, lui dice che va bene, ormai ci conosce...». Se gli mandano il catalogo e lui dice che va bene... la mostra è autorizzata. O no?
Tutto questo, non per dire che la mostra teramana non abbia importanza, anzi: lo ripetiamo è sicuramente una gran bella cosa, ma vestirla di un’importanza esagerata, attribuendole una valenza internazionale smisurata o addirittura il titolo di "mostra più importante della storia"… rischia di ammantarla di provincialismo, sminuendola.
 Vabbè che una sua unicità ce l’ha: è l’unica mostra di BENCHSY al Mondo