Rubrica di satira politica e di politica satirica
Ma per chi ? Ma per cosa ? Ma perché ? Basta! Voglio essere candidato come voi .
Voglio essere anche io come la compagna dei campi e delle officine del Politburò del comitato centrale dei Communisti assai terramani.
Prometto di cantare “Bella ciao” ogni mattina, difenderò la Città dal capitalismo e dall’imperialismo, chiuderò il centro commerciale e tutti i negozi la domenica e nei festivi, e su come dare una riassestata a Teramo non dirò nulla, non importa, ci penserà il comitato centrale del partito quando vincerà la rivoluzione.
Se siete ipocriti abili, non siete mai colpevoli, se non state mai coi deboli, e avete buoni stomaci votatemi.
Voglio essere anche io come Abbondio Covelli. Come lui non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, io non avrei voluto candidarmi ma mi hanno costretto. Come lui io sarò sobrio, austero, evanescente, talmente discreto che nessuno si accorgerà di me. Con i miei quattro voti potrò dire la mia nel consiglio comunale più diviso di sempre ma non la dirò. Come non l’ho detta quando la città aveva bisogno di me del mio grido di sdegno ma ho preferito l’abbraccio di Brucchi. Però se saprò vendermi bene forse, a culo, mi ricascherà pure na seggia di terza fila. Dodo è un gran maestro. Come Addondio avrò una piattaforma programmatica semplice, ma talmente semplice che nessuno se ne accorgerà. Come Abbondio a chiacchiere mi pentirò di ciò che non ho fatto, delle volte che ho visto ed ho taciuto per mio interesse. Come lui io batterò il petto di Dodò e mi pentirò di essere stato per anni a braccetto di Homer il vandalo, e vi basti che oggi sono contro. Un po’ contro. Un pò contro un po’ a favore. Pronto a schizzare quando Giandonato mi chiamerà , ovviamente per il bene della città. In ginocchio andrò fino a San Gabriele per tutte le volte che avrei potuto essere un uomo libero ma il coraggio mi è mancato. Il coraggio uno non se lo può dare. Tanto la gente dimentica. Sono candidato Sindaco fanculo la verità.
E se per sopravvivere qualunque porcheria lasciate che succeda e dite non è colpa mia, votatemi.
Voglio essere anche io come Roccetto Cinquestelle. Non importa il nome, il cognome, la storia, l’impegno, il programma, conta dire solo cinque stelle. Farò un pò la vittima, mi inventerò che qualcuno mi strappa i manifesti anche a rischio di fare na figura di merda, tanto i fedelissimi rimbalzano ogni cosa. Con la giacca buona mi preparo a governare la città. Anzi sono già pronto. La piattaforma Rousseau è la mia bibbia. Voglio meno tasse, non come gli altri che vogliono più tasse. Voglio la città più pulita non come gli altri che la vogliono più sporca . Come dice la piattaforma Henri Rousseau voglio la ricostruzione veloce non come gli altri che vogliono che la gente soffra. Come dice la piattaforma Henri Rousseau tra estetica, etica e politica voglio la sicurezza non come gli altri che non la vogliono … questo è il mio programma, un elenco di niente, tanto poi alla fine l’unica cosa che conta è dire cinque stelle.
Sorridete, gli spari sopra sono per noi.
Voglio essere come Suor Teresa Lupi. Alleluia. Vestito di solo cilicio, ma rosa, voglio immolarmi sulle scale del duomo facendo sacrifici per Adinolfi, Morra e per la famiglia che soffre. Avendo il mio popolo le stesse affinità morali e valoriali esistenti di forza italia e il satrapo puttaniere pluri condannato, poi a sorpresa, pur potendo vincere, rinuncerò a diventare sindaco. Alleluia. Per risollevare la Città dalla più grave crisi del lavoro, del commercio , del turismo e la cultura voglio più asili - non come la Paola Lenin che i bambini se li mangia – e voglio più campane la domenica mattina e i palloncini colorati per il corso. Alleluia
Voglio essere anche io del partito dei civici come Gianni. Sarò buono lo prometto, rivendicherò il mio civismo e per questo sarò con il Pd. Con me fortemente motivata ci saranno Manola e gli infamati a braccetto con i condannati per diffamazione; con me ci saranno i renziani e quelli che gli hanno sputato per anni, tutti insieme in allegria. Sarò come Guido e la gente si dimenticherà che sono stato capogruppo di un partito, che ho partecipato ad una consultazione di un partito, falsa ma pur sempre una votazione. Sarò come sarò, un pò qua e un pò la come Alberto e certamente i cittadini mi apprezzeranno per concretezza e coerenza.
Sorridete, gli spari sopra sono per noi
Voglio essere anche io come Paolo Cavallari. Un pò Paolo, ex importante, ex di destra, oggi di sinistra forte, democratico, aperto al confronto, moderato, amico di Dalfi. E un pò Cavallari, solitario, sicuro, determinato, amico di Ginoble quindi nemico di Dalfi, deciso fino al punto che fanculo ai voti e chi mi vota, io andrò da solo. Tanto ci pensa Paolo Guevara, ex monarca decaduto. Con le sue ex truppe cammellate di destra destra. Con l’ex consigliere di centro destra oggi assessore al Turismo comunista rosso forte. Con questi compagni alle spalle posso stare tranquillo tranquillo e dormire sonni sicuri sicuri. #Giovanninostaisereno.
Ed è sempre stato facile fare delle ingiustizie, prendere, manipolare, fare credere. Ma adesso, state più attenti. Perché ogni cosa è scritta.
Ma soprattutto, più di tutti, più di tutto voglio essere anche io come Dalmazio, il Robin Hood teramano. Più cattivo del collega Robespierre, enfant prodige del Pd ma anche five stars della destra, globetrotters del modello Teramo ma anche ispiratore del modus operandi in regione, assessore in comune ma anche assessore in regione, consigliere di quasi destra ma anche sinistra quando serviva. Ma anche io mi voglio far folgorare come lui sulla via di Cartecchio. Ma anche io ho capito gli errori di Brucchi. Ma anche io dico male a Morra. Ma anche io odio Gatti. Però per un posticino in giunta ci potrei ripensare. Quando non bastano i voti mi gioco le poche carte che ho.
Gatti non mi ha voluto che gli sto sul pisello e non perché gioco meglio a pallone ? Mo io lo crepo, puzza perde. Perché la coerenza e la serietà sono tutto. Però per un posticino in giunta ci potrei ripensare.
Voi abili a tenere sempre un piede qua e uno là avrete un avvenire certo in questo mondo qua
Però la dignità, dove l'avete persa ? Non sorridete, gli spari sopra sono per voi
Ma soprattutto, più di tutti, più di Hood voglio essere Morra. Non perché vincerà. Che ci sta tutto. Al prossimo Sindaco non vorrei essere camicia. Ma perché è il simbolo dell’umano. E io l’adoro. Perché mi regalo uno spaccato di realtà. Succede che anche gli esseri umani perbene come lui (come lo sono tutti in realtà e questa è una nota positiva) come anche i poeti - persone in cui i sentimenti e la mente camminano insieme – a un certo punto si stanchino. La coscienza richiede la lotta. E lottare è faticoso. A un certo punto, il carburante comincia a mancare. Il fuoco si affievolisce, il passo rallenta. Il passo rallenta. I dubbi aumentano. Le idee si fermano. Si siedono. Si raffreddano. Succede. E’ legittimo. E’ comprensibile. Succede che Francesco Guccini a un certo punto scriva “L’avvelenata”, (nota canzona prediletta dal duo comunista Paolo T. & Giorgio di, che se la cantano ogni mattina) e una parte del poeta e dell’uomo che era purtroppo, alla fine, rinunci alla lotta. Succede che Pino Daniele scriva “E cerca ‘e me capì” e poi si dedichi soprattutto alla musica, per alleviare un pò la sofferenza dell’impegno civile. Succede che Roberto Benigni, a forza di rallentare, dal portare in braccio Berlinguer si ritrovi a vendere la Costituzione in Tv. Così succede che un uomo di frontiera e barricata si ritrovi con Brucchi e Gatti. Perché succede? Forse per ognuno la risposta è diversa.
Mi piace credere, un pò mi piace sperare, che l’uomo di battaglia prima di recarsi in piazza martiri, proprio il giorno del comizio finale, inciampi nei libri polverosi che ha in cantina di Drieu La Rochelle, Ezra Pound e Friedrich Nietzsche. Spaventato scappi via ma si imbatta in una foto di Almirante e gli cada in testa “Le idee che mossero il mondo” di Pino Rauti. L’angoscia lo piglia, la dignità ha un rigurgito. E allora salito sul palco inizi dicendo…” Ma andate a fanculo mezzi ominicchi ignoranti che non valete un cazzo…” Poi mi sveglio.
Se la guerra poi adesso, cominciamo a farla noi, vedrai che questo posto, is beatiful.
Leo Nodari