Rubrica di satira politica e di politica satirica
Gli eventi di questi ultimi giorni hanno del clamoroso. Questa rubrica è stata costretta a saltare un appuntamento per poterli verificare. Ora che siamo certi dei fatti ve li riportiamo fedelmente.
Hanno del clamoroso: secondo fonti attendibili Morra potrebbe rinunciare alla candidatura.
Mentre Paolo Lenin Tancredi invita a cena la passionaria Paola Cardelli, nasce una simpatia politica e pare ventilarsi l’ipotesi di una prossima candidatura di Tancredi direttamente con Rifondazione Comunista, tanto che la passionaria estasiata non fa che ripetergli “esta noche podemos”; mentre Marco Stalin Bacchion viene premiato come “compagno dell’anno 2018” dal Politburo della Gran Sasso Teramano davanti al ceppo della resistenza del Ceppo; mentre Giorgio Guevara D’Ignazio prima ha fatto apporre una gigantografia di Mao Tse Tung nel nuovo assessorato - non casualmente posizionato davanti al suo spasimante Luciano doppia chiappa – poi è volato a Cuba per tessere rapporti umani e turistici con il popolo cubano, e nella “Bodeguita del medio” ha giurato fedeltà a Fidel, infine ha montato una installazione fissa a Piazza Martiri posizionandosi dietro al banner #giovannistaisereno .
Mentre Addondio Covelli passeggia instancabilmente in Piazza Dante con don Giulio Rodrigo Sotanelo de la Vega - che sembra volersi riavvicinare all’amico Tommaso Vaisicuro visto che ha ordinato 18 vasetti di vasellina - Dodo il Grifo che punta tutto su quei baffetti da sparviero che fanno impazzire le milf, sotto gli occhi furibondi di Pomante Tramaglino che gli augura la peste, consolato da Raffaella Paola Mondella adorante e Fra Gioele l’ideologo vegano, fronteggiando con umiltà e bontà un cittadino che lo affronta gridandogli “Covè ‘nza apre manc lu sito chi fatt’. Coma fì a guvrnà na città”.
Mentre Giovanni stài sereno, anche giustamente visto i concorrenti, ha dato mandato alle sue fans Lidia e Lucia di impostare una campagna elettorale puntando sulla sua bellezza ed eleganza, che pure i voti delle milf fanno sacco. E per questo presto di farà spalleggiare anche da uno che non fa deliberatamente solo foto sfocate, ed è arrivato anche all’extrema ratio di oscurare i santini di Di Marco e Fabiocchi brutti forte.
Mentre Roccetto è scomparso dalle iniziative pubbliche e sembra essersi ritirato nel Convento di clausura del Santuario della Madonna delle Grazie ad invocare la grazia a tutti i santi. Il superiore padre Candido pare abbia rivelato che lo si può udire solo di notte esclamare “Dio misericordioso. Madonna Santissima delle grazie, ecco io mi sono messo il cilicio e prometto eterna castità, ma fai fare il Governo a Di Maio, altrimenti io che non ho un voto di mio se non raccatto manco quelli dei cinque stella faccio na capo figura di merda”. Speriamo venga esaudito.
Mentre Mauro Robespierre tra sinistra e destra, destra civico, partitica, sinistra, centro, destra, qua la qui quo qua, sempre per il bene di Teramo, inizia a perdersi e non ritrova dove sta, e comincia a chiedersi, comincia a dubitare, comincia a pensare quanti sono i suoi veri voti senza quelli delle promesse non mantenute, da quando stava con Sperandio a oggi. Che pure 25 anni a dire fregnacce manco è facile. E nel sacco trova solo quelli delle promesse non mantenute e dagli inchiappettati dal Micio, che odiano il Miciomiao e che non vedono l’ora che gli scivoli il piede. Che pure sono ‘na frega. E in fondo un posticino da usciere nella giunta Morra comincia ad andargli più che bene… sempre per il bene di Teramo, come in passato. E chi ne dubita.
Mentre Gianguido è al giro d’Italia per spiegare a Simon Yates come si fa a rischiare di perdere una gara già vinta a mani basse. Facile facile. Come si fa a rischiare di perdere una gara avendo la squadra migliore, l’unica con almeno dieci candidati votabili non a casaccio, non per parentela e non per mafia. Che pure non ha un compito agevole. E pure non è facile, e solo delle gran teste di cazzo potevano riuscire a far litigare e dividere due che insieme avrebbero potuto ridare luce, merito, dignità e un pizzico di speranza alla nostra città martoriata da anni di metodi clientelari, improvvisazione, incapacità, arroganza, litigiosità. E stuprata dalla presuntuosa ignoranza di improbabili soggetti, molti dei quali oggi si sono ricandidati mascherati dietro il volto di una persona perbene. Molto brutto. Con una foto del santino orripilante frutto di un palese complotto degli avversari. Ma perbene. Contornato da liste con loschi figuri che dovrebbero girare indifferentemente con i ceppi alle caviglie o con un sacco dell’immondizia in testa. Ma perbene. Più di un concittadino in questi giorni, schifato, ha notato che sono riusciti a mettersi d’accordo e si sono uniti Salvini e Di Maio ma a Teramo hanno litigato e si sono divisi D’Alberto e Cavallari che potevano vincere a mani basse facile facile facile al primo turno. Dopo aver candidato un bravo preside che però lavorava a Giulianova e Paolo Albi, ipso facto, qualcosa non è chiaro.
Ma il fatto del giorno è che, mentre ciò accade, in tutto questo Morra forse sta meditando di ritirare la candidatura. Pare che, dopo l’incontro con la Meloni, si sia appartato gridando “Na fèmmene, nu att’, na pàbbere e nu puèrche fàscene reveldà nu paìse”.
Ma perché Morra vorrebbe ritirarsi ? Lo abbiamo scoperto in anteprima e ve lo riveliamo in esclusiva. Che Barbara D’Urso me fa na pippa (allegoricamente che io mi rispetto). Ma dovrete aspettare mercoledi per saperlo.
Leo Nodari*
*iscritto all’o.d.g. abruzzo n.67855 del 25.02.93. Che faccio altro vabbè, ma tanto per precisare al cazzaro. Se vuole intendere.