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annamo bene

 E’ triste. E’ veramente triste accorgersi di non esistere. Io sono gay, dunque da oggi non esisto. Sono diventato invisibile. Resto grasso ma etereo. Sono un cittadino di serie B. Forse serie C. Non lo sapevo. Ma sarà vero se a dirlo è il neo ministro Lorenzo Fontana, (Leghista) nella sua prima (azzz…ma proprio la prima) uscita pubblica. Annamo bene. Proprio bene! Lontani sono i giorni in cui i deputati del M5S si baciavano in parlamento per difendere i diritti di uguaglianza tra cittadini e chiedere di inasprire le pene per i reati di discriminazione sessuale. Oggi è pesante il loro silenzio su questo Ministro della Repubblica per la famiglia tradizionale, già seguace di Silvio il satrapo che in quanto a famiglia tradizionale è stato un grande esperto. Un Ministro, tipico cattolico, che non legge ne le encicliche di Papa Francesco, ne le chiare e non modificabili dichiarazioni pubbliche di questo Papa. Un altro cattolico di quelli che amano tutti, come dicono Gesù, Giuseppe e Maria, ma “ bingo bongo ciaparàt, le negher a casa lur”. Non avrei altro da dire visto che non esisto. Non avrei nulla da dire perché contro un Ministro così che vuoi dire? Del resto il Ministro ribadisce sul Corsera e altri quotidiani: “Sono contro i gay, il loro è un modello relativista” in un intervento multiplo teso ad affermare, se mai ce ne fosse bisogno, che questo non sarà il governo dei diritti. Annamo bene annamo! Ma un intervista per negare l’esistenza di chi chiede diritti e riconoscimento equivale a voler oscurare dei cittadini, silenziarli, relegarli fuori dal dibattito politico e sociale. Che stupido. E pensare che io credevo, pensavo, speravo che anche in Italia, buon ultima in Europa, fosse riconosciuta dignità e uguaglianza a tutti i cittadini, ai gay e dunque alle coppie gay, riconoscendo giuridicamente la loro vita familiare e non escludendo la presenza di figli. Che stupido. E pensare che io credevo che anche l’Italia, buon ultima in Europa, investisse sulle politiche dell’uguaglianza, risolvendo le tante ingiustizie e le tante diseguaglianze e le antistoriche discriminazioni. E invece il neo Ministro alla sua prima uscita ci regala parole pericolose, che possono scatenare campagne omofobe contro tutti i “diversi”. Poveri, handicappati, malati di mente, grassi, bassi. Tutti i diversi. Non sto qui ad ironizzare - come vorrebbe questa rubrica - ma da culattone mi chiedo come fa un ministro della Repubblica di un Paese europeo, dove vige un regime civile, ad affermare che io gay e i 7 milioni di “diversi” come me non esistiamo, quando non solo noi ma tutti i bambini delle coppie “diverse” sono perfettamente inseriti nella società, nella scuola, tra i loro coetanei. Quando Papa Francesco in primis, decine di sentenze della Corte Costituzionale, della Cassazione e sempre più comuni riconoscono queste famiglie alla nascita, certificano che noi esistiamo a tutti gli effetti, anche giuridicamente, per lo Stato italiano. Nonostante il pensiero di questo Ministro noi “diversi” non siano una ideologia, siano una realtà. E soltanto Mussolini in questo paese aveva provato a negare il nostro diritto di esistere. Il ministro Fontana però ha giurato sulla Costituzione e dunque mi aspetto che sia il ministro di tutti gli italiani, anche il mio, anche se sono recchione frocione. Il fatto è che questo Ministro in effetti rappresenta un pensiero consolidato. Perché in Italia esiste un reale pericolo di omofobia, di razzismo, di violenza contro i più deboli come le donne. E parole come queste possono essere molto molto pericolose, proprio nei confronti dei più indifesi, dei fragili, degli emarginati, dei più piccoli. E dei gay. Le affermazioni di Fontana sono del tutto sbagliate esattamente come il nome del suo dicastero che dovrebbe chiamarsi "ministero di tutte le famiglie" e non “Ministero della famiglia tradizionale”. Fontana forse vive in un mondo a parte di qualche secolo fa. Sarebbe meglio che si svegliasse, che si informasse sugli insegnamenti della Chiesa cattolica di Papa Francesco (e non esiste un’altra) e si rendesse conto che esiste la modernità dove ognuno costruisce, spesso faticosamente, la propria vita familiare contribuendo così alla coesione sociale e al benessere collettivo. Dichiarazioni come queste sono gravi, ancor di più se fatte da un ministro della Repubblica. Del governo del cambiamento. Ammazza che cambiamento! Annamo bene! Proprio bene.
Leo Nodari

leonodarirubri