C’è un principio fondamentale della democrazia: il popolo ha sempre ragione. I Teramani si sono espressi. I pochi votanti hanno deciso che Morra (36%) e D’Alberto (22%) andranno al ballottaggio e si sfideranno per dare un Sindaco alla nostra città . Il popolo ha parlato . Ora l’ago della bilancia è in mano al 17% degli elettori del M5S che hanno puntato tutto sul simbolo e hanno clamorosamente fallito.
Buon risultato per la passionaria rossa che con il suo 1% ha ottenuto il risultato che meritava la sua sonnolenta più che silente campagna elettorale, tutta incentrata sul brio di una sinistra giovane, viva, spigliata, innovativa e ricca di idee. A saperlo.
Covelli exploit, molto oltre il 4% che gli avevamo assegnato, forse riesce ad arrivare al 5% . Un pò poco per Dodo per puntare alle regionali, ma abbastanza per entrare in consiglio. Messi sul piatto della bilancia di Morra – secondo vero motivo di questa lista- il risultato vale almeno un assessoratino, piccolino, che non conta niente, ma per sentirsi vivi e provare a fare un po’ di bene comune può bastare.
Davvero poco è invece il 10% di Cavallari e Di Dalmazio. Se nella sede elettorale del primo in fondo questo risultato si è sempre respirato e sono in tanti ora a chiedersi se non si sarebbe potuto fare uno sforzo in più per consentire a D’Alberto di arrivare primo al primo turno, a provare a dare al Pd un risultato dignitoso, e si è già pronti all’apparentamento per il ballottaggio, ben altra aria, da funerale, nell’ufficio elettorale dei dalmati. Abbiamo visto dei candidati mangiarsi l’ultima porchetta ma senza la fame esagerata di poche sere fa. Abbiamo visto dei candidati giurare che Di Dalmazio non lo conoscono. Altri chiedere quali sono le tariffe di Miciomiao e il suo cellulare, e mentre scrivo il gallo ha cantato tre volte. Non è che la furbizia paghi sempre. Del resto l’eloquio forbito e furbo del capo per un attimo aveva acceso le speranze di vittoria e di riscatto di molti candidati e sostenitori che hanno creduto alle parole del capo e quindi di arrivare al ballottaggio. I sorrisi del venerdi si sono spenti questo lunedi mattina perchè i teramani alla improvvisa conversione di San Mauro martire non hanno creduto, alla bilocazione tra destra e sinistra non hanno creduto e questa volta lo hanno lasciato a piedi.
Ora Di Dalmazio, contro il nemico giurato Paolo Gatti, proverà a mettere questi voti sul piatto come Brenno mise la sua spada sul piatto dei romani, e proverà a chiedere il posto da vice sindaco a D’Alberto. Gli riuscirà questo colpo da grande mago ora che il suo cappello è bucato? O la città ha bruciato per sempre un altro artefice del “modello Teramo”. Chi vivrà vedrà. Intanto tutti quelli che hanno avuto a che fare con Quagliarello si tocchino i coglioni. Non si sa mai.
Girando un pò questa notte ho percepito una città per alcuni versi incredula. Il centro destra ha vinto dovunque (tranne ad Alba Adriatica) ma non a Teramo . Il Pd continua a dividersi e a prendere mazzolate. C’è sbigottimento. Ma anche fermento. Dopo gli anni dei barbari forse anche a Teramo si potrebbe tornare a respirare aria nuova. Dico questo perché sento dalla pancia emergere commenti che sarebbe meglio evitare, sul popolo che non capisce, che è conservatore, che teme i cambiamenti, ecc. Questo è sbagliato perché il ballottaggio è tutta una storia a se. Si ricomincia da capo. C’è di più. Questo atteggiamento è pericoloso in particolare in questa fase in cui - visto che Maurizio Homer e i suoi barbari ci hanno portato nel burrone - dovremo trovare la strada per risalire. Il popolo è il popolo.
Anche chi come me non ha l’idea che ricorrere alla voce del popolo risolva tutti i problemi, e che dalle elezioni si possa uscire con una sorta d’innocenza infantile, deve chinare il capo davanti al risultato. Oggi, ora, a 14 giorni dalla sfida finale, è meglio soffermarsi sugli errori di Homer il barbaro per evitare di farne altri. Oggi è più fattivo chiedersi perché qualcuno dei suoi lanzichenecchi - che dovrebbe essere al gabbio per alto tradimento -invece ha preso ancora dei voti.
Oggi il tempo di Homer il barbaro è definitivamente tramontato sulle rovine che questo distruttore ha lasciato dietro di se. Il segnale di speranza c’è: chiunque vincerà tra i due sarà meglio del Sindaco del Museo del Gatto, di capodanno in piazza, dell’Ipogeo allagato, del Museo della scienza tradito, delle pozze con strada, della sporcizia dovunque, del corso infangato, del commercio annichilito, del turismo azzerato, dei raccomandati incapaci e manco fedeli. Chiunque sarà meglio della sua arroganza. Chiunque sarà più simpatico, gentile, disponibile con i cittadini. Quindi la città comunque liberandosi di questa iattura non potrà che migliorare.
Leo Nodari