E’ ufficioso: basta con i concerti. Visto che le cose che racconto poi succedono mi metterò a fare il drammaturgo. Magari tra un pò. Il titolo del mio primo racconto sarà “Mauro Hood: chi la fa l’aspetti”. Il racconto romanzesco su un personaggio reale che durante una cena, accortosi del tubetto di vasellina che Paolo Gatti aveva preparato anche per lui, gli si sono girati i coglioni, ha preso il tavolo, l’ha lanciato per aria e i cocci sono di Morra. Se in consiglio ci fosse stato ancora l’amico Roberto Canzio l’avrei chiamato "Qui gladio ferit gladio perit", ma mò chi ce lo tradurrebbe? Chi segue questa piccola rubrichetta, scritta la mattina presto, quando è troppo presto per disturbare chiunque, sa bene che Mauro Hood è un personaggio ispirato da Robin Hood. Dunque è un eroe popolare, un giustiziere. Hood è furbo, ha la politica nel Dna, ha respirato a casa le strategie vere dei tempi lontani, quando in Provincia c’era gente seria. Marini, Tomassi, Scrivani. E ci metto pure Ruffini, il migliore di tutti. Fino a quando, purtroppo, non si è fatto tritare. Hood ha visto a casa cose che voi umani non potete immaginare, ha visto ideare e realizzare “la Corte de lo Governatore” di cui parlava tutta Italia, quando a Civitella sapevano quante persone ci entrano in uno spiazzo. Ha visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e, ancora di più, ha visto un politico che per realizzare una miriade di cose belle e di successo, innovative, di riferimento, seguite ed apprezzate, chiamava chi riteneva il migliore, chi dimostrava di saper fare, chiedendogli solo il risultato, senza chiedergli mai in 10 anni ne un caffè ne come la pensasse ne per chi votasse. Questo Hood non lo ha imparato. Però ha visto che è possibile.
Hood non è un nobile, ma ha spirito ardito, devoto e fedele solo al legittimo sovrano, Gianni cuor di leone (per fortuna è di leone altrimenti sarebbe stato a forte rischio visti i ritmi tenuti in passato dal sovrano). Hood lotta per il trono usurpato dal suo fratellastro, Paolo cuore di Cats. Paolo non è bello ma ha avuto potere, non è colto ma sparla bene, Paolo è ricco, è furbo, piaceva alle donne anche se gira voce che ce l’abbia piccolo. Ma Paolo Cats ha tre difettucci e chi non ce l’ha: pensa solo ai Cats suoi, dice na frega di Catsate che poi non può mantenere e se fai candidare la gente promettendogli i voti e poi non glieli passi la gente non lo dimentica, e per questo, ma non solo per questo, sta sul Cats a tanta gente. E come questa rubrichetta ha scritto più volte in passato, alcuni di questi che hanno subito degli sgarbi, appunto, devono aver pensato "Qui gladio ferit gladio perit". E anch’io la penso così. Mi fai un dispetto? Mi fai un torto? Aspetto e, evangelicamente, appena posso ti apro il culo come un cocomero fresco in una sera afosa d’estate. Così deve averla pensata Mauro Hood, ritiratosi con i suoi nella foresta prima del ben servito. E così la penso anch’io che mi sto preparando da adesso per novembre/dicembre 2018.
E una volta nella foresta, una volta costretto a scegliere la foresta, Hood con la sua banda ha scelto di essere fuorilegge. Se la legge è di Cats chi lo può condannare, dov’è la giustizia? Un certo Quagliarelli mi rinnega ? E stì Cats? Una volta fuorilegge tutto diventa giusto, anche la guerriglia, anche l’attività predatoria contro chi troppo vuole. Tu, testa di cats, potevi accordarti e dare il giusto a tutti e invece cacci via Brucchi non perché ha distrutto Teramo ma perché vuoi comandare da solo ? E devi sapere che non va bene a tutti amico bello. Tu metti la città in mano ad un commissario per i cats tuoi ? E non va bene furbettino. Ma, soprattutto, tu fai i tuoi giochini con i tuoi pupazzi in modo da tornare a votare a giugno per mettere la testa di Morra e la città di Teramo sul piatto del tavolo regionale a settembre, contando sul fatto che nel partito del satrapo ci sono dei dirigenti regionali senza palle che non ti hanno mandato a fanculo quando era il tempo giusto ? Mò vabbè che vabbè.... ma mica che davero davero!! Lui è sempre Mauro Hood, quello con una marcia in più da piccolo. Figlio di una grande scuola. Che poi si è rovinato utilizzando solo “l’io” e mai il “noi”, che si è perso con le cattive compagnie va bene. Ma le sveltezze le ha inventate lui, l’abracadabra in città lo ha portato lui, il gioco delle tre carte, non c’è trucco non c’è inganno con il compare e la spalla a Teramo l’ha portato lui. Mò vabbè che vabbè.... ma mica che davero davero!! Non mi vuoi in giunta che ti faccio ombra ? E io ti porto via l’ombra e pure l’ombrellone. Deve aver pensato così Mauro Hood la leggenda, il democristiano trasformatosi in ribelle che ha combattuto per una giusta causa, un po’ per se, ma anche per avversare i soprusi ai danni della gente comune da parte dei corrotti, con l'assenza totale di forme di violenza nel rapinare i potenti di ciò a cui più tengono: i voti. "Qui vasellina ferit vasellina perit" deve aver pensato il magico Hood.
E fu così che tra gli amici del nuovo Sindaco chi ha capito come è andata, chi sa leggere nei non detti, chi sa leggere i risultati, chi è disposto ad ascoltare le voci e i racconti della gente, chi non crede di sapere già tutto, chi vede oltre le cose ufficiali, chi sa che senza un aiuto insperato Morra avrebbe vinto, chi è capace di vedere e ringraziare chi ha dato una mano, chi legge questa rubrichina, chi prova a capire, tra tutti questi elettori felici della vittoria di D’Alberto molti dicono a bassa voce ciò che non si può dire ma noi lo possiamo dire, pensano in silenzio ciò in cui tanti speravano, molti chiudono gli occhi, vedono una speranza accendersi in città e in cuor loro dicono: “Grazie Mauro”.
Leo Nodari