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elezioni regionali urnaIl Presidente vicario Lolli ha indicato la data del 10 febbraio per le elezioni regionali, precisando di non aver mai chiesto e non voler chiedere l’accorpamento con le elezioni europee di maggio. Io continuo a pensare – come ho scritto già a fine settembre- che ci sarà l’election day. Uno per tutti, tutto in un giorno: politiche, regionali, amministrative. Non tanto perché votare in un’unica giornata limita l’astensionismo e fa risparmiare almeno 10 milioni, non tanto perché lo dice la legge, ma soprattutto perché sono i consiglieri regionali che continuano a percepire lo stipendio pur senza lavorare a volerlo fortemente, considerato che, molti di essi non saranno rieletti. Per fortuna. E questo non può essere ignorato.
Comunque la legge c’è. E’ la legge Bossetti e Gatti del 15 luglio 2011, n. 111, di conversione del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 155 del 6 maggio 2011, impone di tenere le elezioni regionali nella data stabilita per le elezioni del Parlamento europeo, qualora nello stesso anno si svolgano entrambe le consultazioni elettorali.
La legge meglio nota come Bossetti e Gatti, è quella per “il controllo e la riduzione della spesa pubblica”. Per intenderci è quella sulle auto blu, sui voli blu , sui benefits, sul finanziamento ai partiti, sulla spending review e superamento della spesa storica delle Amministrazioni .
Al punto 7 recita : ”A decorrere dal 2012 le consultazioni elettorali per le elezioni dei sindaci, dei Presidenti delle province e delle regioni, dei Consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, si svolgono, compatibilmente con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, in un'unica data nell'arco dell'anno. Qualora nel medesimo anno si svolgano le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia le consultazioni si effettuano nella data stabilita per le elezioni del Parlamento europeo”. Quindi il 26 maggio.
Per questo tutto si sta svolgendo con grande calma . Per questo i tre candidati più graditi, Legnini, Morra e Marcozzi, ancora non scaldano i motori. E se fino a pochi giorni fa nessuno voleva prendersi la “responsabilità” di avanzare una richiesta così impopolare, ora Maurizio Acerbo di Rifondazione i Radicali Abruzzo – con una lettera a Lolli – mettono per la prima volta ufficialmente sul tavolo l’ipotesi accorpamento. A favore di tale determinazione, come peraltro già deciso in modo analogo dalla Regione Basilicata e forse Sardegna. Nel senso auspicato si espresse il 10/12/2013 il Ministero degli Interni in risposta alle interrogazioni di Melilla n. 3-00256 e Vacca n. 3-00510 in occasione, del tutto analoga, per le precedenti elezioni regionali abruzzesi. Una decisione in tal senso peraltro è pienamente in linea con la necessità di garantire in modo effettivo e concreto l’esercizio del diritto di voto in una Regione dove un terzo della popolazione risiede in aree interne dove non è difficile immaginare le difficoltà che si potranno incontrare nel periodo invernale. Inoltre ciò consentirebbe anche di garantire agibilità politica dato che lo svolgimento di elezioni in febbraio, oltre a rischiare di essere molto difficoltoso per l’esercizio del diritto di voto come sopra evidenziato, comporta  a sua volta la necessità, per le liste che non siano già rappresentate in Consiglio o in Parlamento, di raccogliere le relative firme (1.500 per ogni provincia) in pieno periodo invernale e natalizio (la presentazione delle liste con l’attuale calendario sarebbe l’ 11-12 gennaio) e successivamente  lo svolgimento della campagna elettorale in inverno. 
È evidente che tale situazione penalizza soprattutto chi non ha già una rappresentanza e dispone di mezzi limitati, dato che rende difficoltoso se non impossibile raccogliere le firme ai tavoli per strada (cosa molto più percorribile in marzo/aprile) e svolgere la campagna elettorale in luoghi aperti e con mezzi meno dispendiosi (volantinaggi, comizi, tavoli, etc),  obbligando di fatto a fare tutta la campagna al chiuso, con costi maggiori (noleggio sale etc.), e creando pertanto una evidente disparità e limitando la rappresentanza e i diritti costituzionali politici connessi.

Leo Nodari

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