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hoodSe ne parlava. La voce girava. Qualcuno confermava, qualcuno smentiva. Le femmine erano in subbuglio. Gli avversari pure. Una conferma, poi una smentita. “E’ andato in convento insieme a Gatti” diceva uno. “Sta preparando l’ingresso in giunta” dice un altro. Ma ieri è arrivata la conferma. Legnini ha accettato e Hood è tornato. E’ sempre stato il più intelligente dei contendenti fin da piccolo. E su questo nz tosc’. Non che ci voglia molto considerando che l’assessore alla cultura lo fa Monticelli, e che se a Teramo mettono un albero in piazza diventa l’evento del secolo, e due luminarie diventano “la rinascita”. Ma intanto tanto basta per attirarsi ammirazione e gelosie. Da sempre Hood campa con la parola che incanta. Ma a sentirlo, chi è in grado, intuisce che non è il tipico furbastro noioso. Per questo è andato via dal Pd teramano, non lo capiva nessuno. Ha la politica nel Dna, ha respirato a casa le strategie vere dei tempi lontani, quando in Provincia c’era gente seria. Marini, Tomassi, Scrivani, Ruffini (prima versione) e non degli amministratori approssimativi con cui Tomasso e il desaparecido giocano a rubamazzo con la sinistra, mentre giocano a scopa con la destra.
Hood della contea di Civitella, quindi mezzo ascolano frecarolo, ha visto a casa cose che voi umani non potete immaginare, ha visto ideare e realizzare “la Corte de lo Governatore” quando l’Abruzzo neppure conosceva la fortezza, e manifestazioni di cui parlava tutta Italia, quando a Civitella sapevano quante persone ci entrano in uno spiazzo. Non come oggi che per fare una iniziativa seria la devono copiare. E non la sanno neanche copiare. Ma di questo se ne stanno occupando altri in altra sede visto che le pec della Regione non si possono cancellare. Hood ha visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e, ancora di più, ha visto un politico che per realizzare una miriade di cose belle e di successo, innovative, di riferimento, seguite ed apprezzate con articoli su tutti i quotidiani nazionali e molti internazionali, chiamava chi riteneva i migliori, chi dimostrava di saper fare, chiedendogli solo il risultato, senza chiedergli mai -in 11 anni- ne un caffè, ne come la pensasse, ne biglietti omaggio per i servi, ne per chi votasse. Questo Hood non lo ha imparato. Però ha visto che è possibile.
Ma ora Mauro Hood è tornato. Si capisce che dietro c’è un’idea e un progetto. Non è un cretino che ti fa le promesse e poi non le mantiene perché dalla storia ha imparato che poi le cazzate te la fanno pagare. Non è pedante. Quando capisce che hai capito smette. Si, anche lui prova a mettertisi in saccocc’ anche quando n’ci pù ‘ntrà. In passato gli è riuscito, gli è riuscito spesso, e a volte magari gli riesce ancora. Ma ora è diverso. Ora è solo. Ora è lui. Non c’è più lo scopatore seriale. Non c’è più il chierichetto, i magici 7 hanno fatto tutti una brutta fine, il compagno Giorgio Guevara proverà a togliergli i voti, anche il Magnifico sarà contro di lui, e, ironia della sorte, anche il re della città dei porchettari gli sarà contro, anche se perderà poco, i quattro voti che tiene il compare li prendeva ieri in Albania e prossimamente nel seggio di Castrogno.
Ma Hood è tornato. Corre di qua. E’ presente di la. Chiama questo, vede quello e pochi gli chiudono la porta anche se il passato recente non si può cancellare. Liberatosi finalmente da pesi ingombranti che pur gli hanno agevolato la scalata, ma poi l’hanno terribilmente appesantita, liberatosi da quel furbastro di Gaetano Portaiello che non gli ha portato niente, è tornato in forma. E sta con Legnini, e non il centro sinistra, come tanti. E con Legnini avrà un ruolo. Importante. Ed è pronto a prendersi il ruolo che gli spetta per merito, a mani basse, anche in Comune dopo le regionali. Così come un ruolo importante in Comune per merito spetterebbe a Giovanni Cavallari che, attualmente, viene tenuto colpevolmente in panchina preferendogli a lui degli autentici brocchi, una signorina Silvani spaesata ma più brutta di quella di Fantozzi, un figliastro politico balbettante - senza arte ne parte- di un ex politico che dopo aver perso il Ruzzo ora perderà anche il Bim e, a seguire, il posto in Regione. Così, la prossima volta, si fa tradurre “Qui gladio ferit gladio perit". Che poi, in sintesi significa “Mi fai un dispetto ?” Aspetto ma appena posso ti apro il culo come un cocomero fresco in una sera afosa dell’estate rosetana.

Leo Nodari

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