Solo un teramano doc con la mia età, o un pò di più, può ricordare: Io ero Rivera. Padre Claudio era Mazzola. Si giocava nel campo di calcio in terra tra gli alberi di largo Madonna delle grazie. Niente panchine, niente spogliatoi. L'arretratezza della Teramo "sportiva" era sotto gli occhi di tutti, e solo in quegli anni ’70 si cominciarono ad affrontare le tematiche relative alla esigenza di un campo sportivo. Noi eravamo la squadra del Castello (una parte diventerà Viola club). Preparatore atletico il Prof. Caruso…il nome non lo ricordo mi dispiace molto. A volte giocava con noi Ivan Graziani. Stratifoso Nino Dale (Francesco D’Alessandro è bene ricordarlo per le tante cose belle che ha fatto di cui His Modernists sono solo una parte, che nessuno ricorda nel mondo giusto). Passavano gli Adamoli, Aurini, il comunista Vinicio Scipioni che aveva una 500 e noi lo prendevamo in giro perché era “compagno ma con la macchina”, Lucia cietta Peticone e tutta la bella Teramo. Con noi c’era un certo Fratini. Quando la squadra avversaria era violenta (soprattutto il Canzano e Notaresco) o troppo più forte, entrava lui. Azzoppava il loro bomber o “il violento”. Il più delle volte veniva espulso e comunque sempre finiva a mazzate. Proprio ieri davanti al candidato per le regionali Raimondo Micheli (gran signore come tutta la famiglia e persona fantastica) un noto politico mi ha ricordato che da giovane lo avevo preso a bastonate. Mannaggia! Devo avergliene date troppo poche, un altro paio e forse quel noto politico sarebbe rinsavito. Quella mossa noi la chiamavamo “l’ora di Fratini”.
Per le elezioni regionali abruzzesi siamo “all’ora di Fratini” e il gioco si è fatto sporco. I rumors e i sondaggi che ho pubblicato sulla mia rubrica danno Legnini in netto recupero e i Cinquestelle fuori dai giochi. Per colpa loro, perché le loro liste secondo me sono assolutamente inadeguate a rappresentare e governare una Regione come l’Abruzzo, molto difficile e con moltissimi problemi da affrontare e risolvere. E la Marcozzi lo sa benissimo infatti si è presentata anche capolista a Chieti, per non perdere il posto in Consiglio Regionale. L’unica candidata presidente a farlo. Con il dovuto rispetto mi chiedo se di questo saranno contenti gli altri candidati che porteranno voti a lei per il quorum, ma resteranno a casa loro.
Certo si prova un certo disagio a paragonare le foto dell’inaugurazione del comitato della Marcozzi a Chieti con quelle di Legnini: nella prima una trentina di persone che brindano dentro una stanza, nella seconda una folla straripante che ha riempito anche le vie laterali e costretto il candidato del centrosinistra a parlare in strada, come già era successo con D’Amico a Teramo, a Pescara e come succederà domani a L’Aquila. Si accettano scommesse.
Oramai la lotta e a due ed ecco che arrivano gli spala merda, i falliti della vita con l’odio addosso, i servi che vogliono o devono farsi vedere attivi sui social dai capobastone populisti, quelli con il rancore addosso che è colpa dei negri se è brutto tempo.
Ecco allora il notizione: Giovanni Legnini ha partecipato ad una cena e trova lì un imprenditore toscano, Luigi D’Agostino, poi arrestato. Notizia stravecchia, ma ghiotta in campagna elettorale, nonostante il gip annoti nell’ordinanza che lui, l’ex vice presidente del Csm, non sapeva che lì avrebbe incontrato, perchè Legnini lo aveva già detto ai magistrati. Tutto qui ? Allora lo voto subito. Se questo è il massimo del reato ascrivibile è da votare. Se poi una persona è stata seduta a fianco di un condannato per attività finanziarie illecite, a danno di un correntista di una banca, per non parlare di Grillo, forse eviterei l’inquisizione grillina perché è una cosa brutta, antipatica, sgradevole, ma anche perché rischia seriamente di scottarsi con il fuoco dei roghi da loro accessi. Restiamo ai programmi, non giudichiamo, o giudichiamo tutti, perché nella terra di Ovidio le bugie, soprattutto quelle rozze, hanno le gambe davvero molto corte.
La verità che sanno tutti è che ci sono due candidati in lizza. Uno è più esperto, ha liste più forti e coese, ed è in recupero. La destra ha Salvini. Allora sovviene una legittima domanda: basteranno 20 giorni a Legnini per recuperare ? O nell’Abruzzo di Ovidio, Silone, Flaiano vincerà Salvini ?
Leo Nodari