E’ vero, è indimenticabile, ma da qui a rivivere immutate, in Abruzzo, alcune scene del film “One Flew Over the Cuckoo's Nest” di Milos Forman mi sembrava esagerato. Fino a quando non ho letto di alcuni avvenimenti della giornata pseudo politica di ieri.
Con un tempismo alla Ronaldo e una regia degna di Francis Ford Coppola, con la stessa delicatezza di Apocalypse Now e lo stesso stile delle bande de “I ragazzi della 56ª strada”, il Pd teramano insieme a dei Sindaci della Lega (anche se loro ancora non lo sanno ma già sono stati svenduti alla Lega) hanno rimosso il Presidente del Bim. Il tutto per far capire a tutti che Tomasso ancora conta e ha la forza per far eleggere Elena. Solo per riaffermare che lu camples’ ingrato e lu montanar’ torneranno molto presto a vendere le birre alla sagra e a spalare la neve, avast nghè li cuncertin’. A parte che il nome Elena nella storia porta male e rievoca distruzione, era opportuno farlo ora ? Ora sono più simpatici? Più forti? Così, con questo afflato di unità e comune sentire è più facile vincere ? Vincendo insieme alla Lega micetta ? Vorrei piangere ma la risposta è si. Unità, valori, coerenza, comunità non sono termini adatti al Pd.
L’assessore alle culture, grande esperto di musica, in un video inquietante degno del miglior Martin Scorsese, dice che vuole continuare. E’ una promessa o una minaccia ? A lui piace tanto la gente, e quindi gli piace tanto tanto il grande Charles Bukowski. Lo legge ogni sera. Prima ascolta Moni Ovadia, poi legge Paul Verlaine, Charles Baudelaire e altri maledetti, poi recita Edgar Allan Poe e Oscar Wilde. Forse conosce tutte le opere a memoria. Soprattutto gli piace la frase che dice “la gente è il più grande spettacolo del mondo. e non si paga il biglietto”. Dice di aver chiamato Bukowski per invitarlo a Teramo per Pasqua. Se continuerà. Del resto un assessore alla cultura a Castelnuovo vomano disse in un convegno che aspettava Ignazio Silone per dare il suo saluto, perché meravigliarsi ? Se lui lo dice allora lo aspettiamo. Perché dubitare, lui conosce tutti gli artisti, cantanti, scrittori, e fa i selfie con tutti. Sarà il caso che prima o poi pubblichi anche quanto ci sono costati. Nel frattempo per la risurrezione di Bukowski si starà attrezzando. Se continua.
Un certo Rotondi si è presentato alla stampa dichiarando “Noi della Dc con il 7,6% siamo determinanti per la vittoria di Marsilio. Possiamo farlo perdere o vincere. Noi decidiamo. Dipende solo da noi”. (visto che per l’ultimo sondaggio del 10 gennaio sono al 0,4%, cioè meno di Casa Pound a 0,6% consiglierei un bravo medico… ma bravo bravo).
Un certo Berardino procede a fronte alta per Corso San Giorgio . “Avete visto come esce il sole quando esco io, e quanta gente mi applaude e mi saluta, il popolo mi ama altro che Giggino”. Ricordandosi di quando, fino a pochi mesi fa, prima di un colpo di culo pari a chi vince la lotteria prendendosi il posto di Morra, e senza né merito né capacità come chi vince una lotteria, Berardino faceva le fotocopie e le file in tribunale per un ufficio legale, la bella Sara lo sgomita e gli grida “Chisciccis, nasconditi, vattene nasconditi ar’cala da ssa piand, n’ m’ fà perd’ lì vut’”.
Intanto in piazza fervono i preparativi per il grande ritorno. C’è il vecchio medico cattolico democristiano infervorato come ai tempi di Gaspari che incita i vecchietti della piazza facendo perfetta sintesi del programma per una Regione migliore, accogliente, gentile. “Contro li communist’ ci vò la Lega, ciarvò lu tost’, li nigr se ne te daì a la cas loro”. C’è il fascistello che saluta i camerati tra boschi di braccia tese e prepara il coro “In alto i cuori”. “Va bene il proconsole della Meloni, tanto poi comandiamo noi, in alto i cuori” . Un signore ben vestito commenta “Qua ciarvò Almirante, no Salvini, li nir’ si te d’affugà tutt quint”. Ci sono un paio di avvocati gattucci che non fanno una lira senza Comune e banche, e dunque sperano nel collega per qualche incarico da neo leghista per cantare il karaoke nella vacanza estiva. E’ tutto un vociare. Giggino sta per arrivare. “Non c’è niente da fare, Salvini tira di più” dice un noto dentista che di tirare se ne intende. Anche sua moglie tira, ma non la coca. E sono solo fatti suoi. Forse farebbe anche bene. Se però non fosse che poi, questi pseudo signori della noblesse teramana de sta cippa si ergono a giudici, a censori della città, e credono di non avere oblige.
La tristezza è tanta. Per fortuna arriva lui. Mi si apre un sorriso. Giggi o non Giggi in piazza l’attenzione è solo per lui. Il grande Homer. Eccolo il maschio alfa con i genitali molto sviluppati. Il suo sport preferito è sempre la caccia a mani nude all’orso marsicano. La sua passione le fotografie a torso nudo nella neve del Gran Sasso. Eccolo!! Ma è lui o non è lui? Ceeeerto che è lui! Spunta la testa lucida di Maurizio. Eccolo! Arriva! Attorno a lui è tutto un selfie. Per le amanti del vintage rimane lui l’insuperabile, il maschione vecchio modello Benito Mussolini. Dal salto nel cerchio di fuoco agli insulti contro Manola, Maurizio oggi è al centro di una fiorente industria di memorabìlia, dal busto di “lui” che aveva sul tavolo fino al kit composto da olio di ricino, fez e manganello. Attenzione, il manganello è proprio quello originale usato da Gatti. Tutto lavato e lucidato per farne dono a Salvini. I gattucci esperti nel gioco del “salta la quaglia” sul carro sono carucci con Homer, suggeriscono barba sempre più ispida, eloquio sempre più maleducato, portamento sciatto, camicia sempre fuori dai pantaloni, felpa purché bisunta e doposci anche d’estate. Lavarsi solo lo stretto necessario. In pratica è il famoso “protocollo Depardieu”, che risulta molto efficace presso il pubblico leghista. Come direbbe l’Assessore alle culture “I furbi ci fottono sempre al momento giusto, nel posto giusto, col sorriso giusto. Camminano con sprezzo anche sopra la loro merda”.
Leo Nodari