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E9AF5B1B B904 4D8F 96E7 27B1AE3268F3I lavoratori della Selta e i dirigenti sindacali che stanno seguendo questa vergognosa vicenda saranno oggi a Teramo in piazza martiri per rendere omaggio all’auto di scorta di Giovanni Falcone esplosa nell’attentato di Capaci. E nel contempo per sottolineare lo stretto legale che c’è tra lavoro e legalità e tra mancanza di lavoro e illegalità , lavoro nero, sfruttamento, spaccio di droga.Purtroppo i peggiori sospetti di operai e sindacati si stanno avverando. La direzione aziendale della Selta ha annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Tortoreto e disacrificare” 80 lavoratori, 80 famiglie, in una zona dove la situazione lavorativa è già molto grave  Nel caso si avverassero le previsioni, non esisterebbe più in Italia una grande azienda che si occupa delle telecomunicazioni, fanno notare i sindacati. Questi lavoratori sono i benvenuti all’iniziativa nell’ambito del Premio Borsellino ed anzi auspichiamo che la loro presenza  serva a coinvolgere tutte le istituzioni territoriali, affinché venga salvaguardato il futuro occupazionale del sito teramanoQuello della promozione della cultura della legalità e dei diritti di chi lavora, è un’importante tema di attualità. E’ oramai chiaro a tutti che per  sconfiggere le mafie non basta la repressione, neanche la più efficiente; è indispensabile anche l’azione della società civile, dei lavoratori e degli studenti. Questa affermazione che in tanti  ripetiamo in ogni occasione è frutto, non solo delle lezioni della storia, ma anche dell’analisi di ciò che realmente sono le mafie: non un semplice fenomeno criminale, sia pure ricco e potente, ma un tessuto di relazioni con altri settori della società; dalla politica alle professioni, all’imprenditoria, alla pubblica amministrazione e così via, come dimostrano decine di indagini e di sentenze. Per questo giustamente la Conferenza Episcopale Italiana le ha definite, già nel 1989, un vero e proprio “cancro” della società, “una tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona”. A questa esigenza vitale della reazione della società civile risponde con consapevolezza sempre maggiore il sindacato, che della società italiana è una delle articolazioni più importanti e più preziose. La presenza rispettosa di questa mattina ne è laprova, mettendo a confronto il tema del lavoro, la cittadinanza e la legalità.  È facile vedere come questi principi siano correlati a quelli sanciti nei primi articoli della Costituzione; ed è altrettanto facile vedere che essi trovino nell’illegalità, e in particolare nelle mafie, la loro negazione ed il principale ostacolo alla loro realizzazione. E’ ovvio come il lavoro sia indissolubilmente legato alle condizioni di sviluppo mentre la carenza di occupazione non solo priva la persona della libertà costituzionale e individuale, ma incide pesantemente sul tessuto collettivo, in quanto riesce a spezzare i legami familiari e sociali determinando lo spopolamento di interi paesi. In questa prospettiva è manifestamente favorita la criminalità organizzata, che può affermare e ampliare la propria influenza anche nel campo imprenditoriale-occupazionale. È  un cammino lungo e difficile quello che ci aspetta. Ne siamo tutti consapevoli, ma possiamo affrontarlo facendo nostra la frase di sant’Agostino: “la speranza ha due figli bellissimi: lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle”.

Leo Nodari

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