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falconesavina nodari a castelli

Ieri andavo un pò di corsa tra il palco di Ultimo a Napoli, l’università di Teramo e il monumento a Falcone da scoprire a Castelli. Poi un ragazzino handicappato del liceo d’arte “Grue”, che passava tra le braccia amorevoli di una docente di sostegno e le braccia possenti del vecchio coach dei miei tempi, Giancarlo Della Loggia, oggi docente, mi ha spiegato a suo modo come si realizza una scultura e perché a Giovanni Falcone. E allora ho deciso di fermarmi, prendere il cuore, e lasciarlo li in quel posto: a Castelli.
Castelli, capitale mondiale della maiolica, con origini antichissime. Un concentrato d’arte rarissimo. Con le sue opere esposte all’Ermitage di San Pietroburgo e al British Museum di Londra. Un Presepe che meriterebbe altro luogo, altri palcoscenici, altre luci. Castelli con un museo sconosciuto ai più, la Chiesa di San Donato con il suo soffitto definito da Carlo Levi la "Sistina della Maiolica".
Castelli capitale mondiale della natura, alle falde orientali del Gran Sasso d'Italia, uno dei “borghi più belli d'Italia”, porta di accesso orientale al Parco Nazionale del Gran Sasso. Luogo incantato, sotto uno scorcio da favola, con scenari introvabili, e un percorso naturalistico suggestivo. Una visuale imponente sulla parete est del Monte Camicia e la sottostante zona boscosa folta e misteriosa che ricorda il “Game of Thrones”. Ai margini la grande Ippovia del Gran Sasso, un itinerario escursionistico unico nel suo genere tracciato ricalcando quasi sempre vecchie mulattiere,  sentieri già esistenti, vecchi di secoli, dove si respira il passaggio di gobbi e folletti e degli abitanti di questi luoghi. Castelli da ieri è anche una delle capitali italiana dell’antimafia. Luogo simbolo di un intelligente percorso sui sentieri dell’educazione alla legalità, che ha portato un grande artista e bravo docente come Valentino Giampaoli a ideare e coordinare con i suoi studenti un monumento a Falcone e Borsellino: “Il sorriso”. Una giovane, attiva e motivata dirigente scolastica, Eleonora Magno, attenta ai suoi studenti. Una dirigente che legge le direttive del Miur, e non le mette nel cassetto aspettando che suoni la campanella giorno noioso dopo giorno inutile, come tanti grigi dirigenti che conosciamo bene e disistimiamo almeno quanto i loro studenti. Il Liceo “Grue”, una scuola di periferia che invece deve entrare nel cuore di tutti perché ha dimostrato di avere docenti che sanno come si rende vivo, fattivo, interessante, partecipato un percorso della memoria, e come un percorso scolastico possa diventare esempio, “carne e sangue”, sul territorio nazionale.
Castelli con un Sindaco giovane e democratico, acerbo, timido, ma vivaddio vivo, voglioso, motivato, benvoluto dai suoi concittadini, impegnato per rilanciare il suo borgo e per rendere partecipe la cittadinanza di un monumento, che la città dell’arte ospiterà quando “Il sorriso di Giovanni e Paolo” non girerà per l’Italia fino al Parlamento Europeo.
Castelli, capitale dell’antimafia, perché il martirio dei due giudici non fu una sconfitta, ma il punto di partenza della riscossa dello Stato. Perché quel sacrificio sono ancora oggi il nostro punto di riferimento, e “Il sorriso” ovunque andrà ricorderà quanto lo Stato sappia e possa essere forte nella lotta contro le mafie e l’illegalità, nel ricordo di Falcone e Borsellino, nel solco delle loro azioni. E’ questo il modo migliore per ricordarli. Perché anche ieri davanti ai ragazzi Maria Falcone ha ricordato che la lotta alla mafia e all’illegalità non si fa solo nei palazzi di giustizia, o negli uffici delle forze dell’ordine, ma va fatta tutti insieme, ognuno facendo nel proprio piccolo la propria parte. Ha ricordato che “un esercito di insegnanti batterà la mafia” .
Castelli capitale dell’antimafia, un punto di luce e di speranza, di lotta e di resistenza, perché “Il sorriso”, come la “Quarto Savona 15” , ha un grande valore simbolico. Non è solo una pietra, ma un simbolo che esprime solidità e fermezza, la decisione nella lotta a ogni forma di criminalità. “Il sorriso” è un simbolo della speranza in cui si vuole che le generazioni future possano vivere grazie alla lotta condotta tutti i giorni contro le ingiustizie, la mafia e la corruzione. Seduti davanti al monumento, i tantissimi ragazzi delle scuole medie, superiori, universitari che avranno la possibilità di vederlo, potranno concretamente vivere quella frase che mi sembra la più bella fra tante “Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe, Gli uomini passano, le idee restano.”. Questo è ancora oggi la frase di chi non dimentica quei giudici. Ecco tutto questo mi ha insegnato ieri mattina quel ragazzino handicappato sfiorando con la sua mano incerta il volto di Falcone scolpito nella roccia. Forse voleva abbracciarlo. Forse voleva stringere Giovanni e Paolo. E forse voleva dirmi di più. E io mi scuso perchè forse non l’ho capito. Però “il sorriso” intanto mi ha strappato un sorriso. E una lacrima. Solo la prima.
Leo Nodari

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