Nessuno lo scrive. Molti non lo sanno. Molti lo sanno ma non lo dicono. Sottacciono. Ma oggi, molti, devono dire grazie a “Prima Secca” una manifestazione di grande successo e per questo accantonata da amministratori incapaci, che in anticipo sulle leggi, ha rappresentato per anni un esperimento mediatico/culturale di grande innovazione. “Prima secca” è stata il “prius” della legge 1/18, già diversi anni fa in linea con quelle che oggi sono le nuove direttive del turismo regionale, poiché poneva in vetrina i temi della qualità attraverso l’unione delle filiere produttive, della ristorazione di eccellenza, della capacità di narrazione territoriale e del mondo della ricerca universitaria. “Prima Secca” purtroppo sui nostri territori è ancora una volta messa in discussione proprio dalla lontananza delle agenzie del turismo locale, dall’invidia degli incapaci che non sapendo costruire devono distruggere, dalla mediocrità di chi è incapace ad ideare e quindi deve ostacolare, dall’indecisione cronica dei livelli amministrativi, dall’ostracismo di alcune lobby lontane da qualsiasi tipo di aggiornamento. “Prima secca” ha successo ? Deve morire. Del resto non dimentichiamoci che nella stessa Tortoreto dove vengono azzannati gli imprenditori del divertimento serale, la stessa associazione dei ristoratori veniva messa alla porta durante la fiera dell’agricoltura, col benestare delle associazioni di tutela. Su tutela di chi e di cosa dovrebbe dare una occhiata la Procura e la Guardia di Finanza.
Un lavoro corale impresa/politica che segna un salto di qualità notevole per l'offerta enogastronomica regionale, promuovendo e valorizzando le tipicità agroalimentari ed enogastronomiche d'Abruzzo e tutelando il consumatore. L'attribuzione e l'uso del marchio infatti sarà rilasciato a quelle imprese della ristorazione che dimostrino il possesso dei requisiti di merito nell'utilizzo di prodotti agroalimentari riconosciuti come Dop, Igp, Doc del territorio regionale; prodotti provenienti da agricoltura biologica; prodotti di ''filiera corta'' mediante l'individuazione della provenienza geografica dei fornitori o dei produttori. Particolare attenzione viene riservato dall'apposito Comitato tecnico anche alla valorizzazione dell'informazione al consumatore sulla qualità territoriale accertabile mediante:la previsione di menu e carta dei vini, separati tra di loro, che riportino una informazione esplicita sulla preparazione dei piatti e sull'effettiva composizione degli stessi;la previsione di informazioni relative ai luoghi produzione degli alimenti utilizzati nonché sugli aspetti storici legati alle produzioni tradizionali locali. Un passo è stato fatto. Ma c’è ancora molto da fare sui nostri territori dove va fortemente rigettata una sorta di inconsapevolezza passiva che continua a generare ritardi su ritardi. Però per un giorno esultiamo: il nuovo corso della ristorazione e del turismo inizia oggi.
Leo Nodari