Venerdi 21 giugno alle ore 18 all’auditorium del Parco della Scienza a Teramo, Emidio Delli Compagni organizzerà un'assemblea per presentare un protocollo tecnico/amministrativo che consentirebbe di accelerare le procedure della ricostruzione a non più di 90 giorni, con le stesse forze, normative e risorse. Secondo l’ingegnere continuare a chiedere interventi governativi è inutile, bisogna cambiare punto di vista ed è arrivato il momento che, dal basso, parta una grande iniziativa per una campagna di informazione e formazione per promuovere un deciso cambio rotta e chiudere con l’attesa e con gli inutili e propagandistici emendamenti ai decreti di cui in realtà non si ha alcun bisogno e che nulla risolvono. Ad oggi le pratiche di rimborso presentate sono appena 1.550 . Approvate poche decine. Ma entro fine anno (data ultima della proroga concessa dal Governo) potrebbero arrivare fino a 16 mila domande. Tutto questo a tre anni dagli eventi sismici in una situazione che vede le procedure dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione in enorme ritardo e il sistema istituzionale, politico e l’apparato burocratico pubblico quasi “imprigionato” rispetto alle scelte decisionali. Ritardi, vale la pena di sottolinearlo, che stanno amplificando gli effetti già drammatici del sisma generando la desertificazione delle zone interne , l’abbandono di attività agricole, professionali, commerciali e produttive e degli stessi luoghi di residenza. Nel corso dell’Assembla sarà anche affrontato il problema dell’anticipazione (prevista dalla legge) ai tecnici e a 8 mesi di distanza senza ancora l’ordinanza di soluzione. La società di Delli Compagni offrirà gratuitamente la propria collaborazione ai Comuni così come l’ha offerta all’Ufficio speciale della ricostruzione senza esito.
Intanto un certo onorevole Bernarduccio, uno sconosciuto simpatico come una multa, detto “ersomiglia”, per il fatto che prima di vincere il totocalcio della politica, e vivere da un anno con la spada di Salvini sul capo pregandogli la salute, faceva le fotocopie. Prima cambiava fotocopia ogni giorno, oggi cambia idea ogni giorno. Questo il massimo che sapeva fare prima - ma neppure tanto bene – questo quello che tornerà a fare tra poco. Cambiare idea invece gli riesce meglio. Speriamo che ritrovi il posto da fotocopiatore. Bernarduccio oggi se la prende con il Sindaco D’Alberto che, finalmente, alza un pochino la voce contro la grande truffa dello sblocca cantieri. Anche Stefania Pezzopane se la prende con il Governo e lo definisce “sblocca niente”. E sbaglia.Come può dire una cosa così. Lo definisce “contrario alle aspettative”. E sbaglia nuovamente. In realtà lo “sblocca”, sblocca.E comese sblocca. Ed è proprio come “da aspettative”. E’ vero, avevano promesso un nuovo decreto solo per i terremoti, e questo approvato d’urgenza non lo è, proprio perché ha dietro delle aspettative. E’vero, avevano detto durante le elezioni regionali che con questo decreto avrebbero risolto tutti i problemi . Ed infatti li risolve. Ma ad altri, perché per la prima volta nella storia un decreto scippa cifre rilevanti all’Abruzzo per spostarle su altre emergenze e su altri territori usando la ricostruzione come un bancomat, usando quelli della ricostruzione dell’Aquila e dell’Abruzzo. Ammazza se slocca. Secondo le aspettative.
La Pezzopane dice che è “inaccettabile”. Ma nel contempo scrive che “tutti stanno zitti”. E ha ragione stavolta, basta guardare manifestazione dei terremotati a Teramo e marci “su Roma”. Due fallimenti. Allora significa che è accettabile. Se la gente si ribellasse davanti a questo sopruso, se si battesse almeno per la ricostruzione non se ne approfitterebbero. Se la gente si facesse sentire accanto al Sindaco D’Alberto questo vergognoso furto di somme,questo schifoso scippo dei 75 milioni, indispensabili a mandare avanti la ricostruzione, non ci sarebbe stato. E’ vero che il Presidente Marsilio, e tanti Sindaci e tanti amministratori hannogiustamente criticato il decreto, che avrebbe dovuto far seguitoallo splendido lavoro di raccolta e ricognizione delle esigenze. Ma a questo punto, nel silenzio generale, si potranno riconvocare tutti i tavoli, ci si potrà incontrare per analizzare la grave situazione, ma la frittata è fatta.
A questo punto quello che Pezzopane e D’Alberto potrebbero fare è denunciarel’impianto della legge che ha un potenziale criminogeno: che sblocca e come, e da risposte a delle aspettative, e come.
Basti pensare che la sospensione di alcune norme del Codice dei contratti pubblici, in via sperimentale fino al 31 dicembre 2020, rende inattivo l'obbligo di scegliere i commissari tra gli esperti iscritti all'albo istituito presso l'ANAC di cui all'art. 78.
Basti pensare all’aumento fino ad un massimo del 40% - rispetto a quanto previsto dal Codice dei contratti - della soglia prevista per il subappalto rispetto all'importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture, e la sospensione dell'obbligo di indicare la terna di subappaltatori in sede di offerta.
Basti pensare all’esautorazione dell’Autorità nazionale anticorruzione da buona parte delle sue attività di supervisione del sistema degli appalti. Ed inoltre alla eliminazione dell’albo dei direttori dei lavori; alla cancellazione del divieto di affidare lavori in subappalto a imprese partecipanti alla gara; alla moltiplicazione a discrezione dell’esecutivo di figure commissariali straordinarie con poteri straordinari in deroga a tutte le norme e disposizioni vigenti e allo stesso codice degli appalti, quindi a un moltiplicarsi garantito di vicende di corruzione che hanno visto coinvolti i soggetti investiti di tali poteri arbitrari.
Ammazza se “sblocca” sto decreto. Ci fa tornare indietro di almeno vent’anni e fa rientrare dalla finestra le “mani libere” sugli appalti che il nuovo Codice aveva cacciatodalla porta. Con questo provvedimento il governo apredi nuovo la strada ai massimi ribassi, ai sub appalti, alle varianti, all’assenza di tutele e sicurezza nel lavoro: lo sblocca cantieri diventa l’autostrada per la criminalità per entrare nelle opere pubbliche.Più “sblocca” di così, più soddisfazione di così delle “aspettative” ….
Leo Nodari