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GIOCOAZZARDOAmmetto. Ho accettato solo per non dire di no all’estensore dell’invito. Ma pensavo che mi sarei appallato, prima e dopo le poche parole che avrei messo insieme, articolandole dopo aver ascoltato gli altri relatori. Invece non è stato così. Ho scoperto con sorpresa e meraviglia che nella mia Regione l'offerta di gioco è più alta rispetto alla media nazionale e, purtroppo, sono spesso i giovanissimi a cadere nella rete di un problema che, nel tempo, è diventata una vera e propria patologia: la ludopatia. Dati a dir poco allarmanti che confermano come l'Abruzzo, nel gioco d'azzardo, continui ad essere maglia nera in Italia. Un convegno organizzato da Regione e Anci Abruzzo ha ribadito dati impressionanti, cioè che nel 2018 il volume complessivo di gioco è stato di 2,9 miliardi di euro (il 3,7% del totale nazionale) con una spesa pro capite superiore ai 2mila 600euro, e quindi molto più della media nazionale. La fotografia presentata è una foto dai toni scuri, ed è stata scattata nel dettaglio, su tutti i Comuni delle quattro province del territorio. Guardando alle province, la maglia nera per il volume di gioco medio annuo per le Slot Machine nel 2018 è andata a Teramo con 65.672 euro raccolti per apparecchio. Seguono Pescara (63.675 euro), Chieti (62.720 euro) e L'Aquila (60.896 euro). Nelle Videolottery Teramo vince ancora con i suoi 396.265 euro per apparecchio. Le statistiche sulla dimensione del fenomeno del gioco d’azzardo in Abruzzo evidenziano come la nostra regione sia una delle più attive sul fronte del gioco, con una spesa che nel 2018 ha raggiunto i 2,8 miliardi di euro; l’Abruzzo è anche la seconda regione con la più alta densità di apparecchi di gioco per abitante, mentre nella provincia de L’Aquila si registra la più alta concentrazione di apparecchi (uno ogni 83 abitanti) a livello nazionale; nella classifica nazionale, la regione è terza per quanto riguarda la spesa pro-capite . Detto ciò si meraviglia qualcuno se dico che sono in aumento i casi di “grave dipendenza” dal gioco d’azzardo ?
L’origine di questa incredibile crescita del fenomeno del gioco d’azzardo viene comunemente attribuita alla diffusione degli apparecchi slot che, ironia della sorte, è stata incentivata in Abruzzo dal cosiddetto Decreto chiamato “Interventi in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009”. E proprio di ironia si deve parlare perché quella misura, che era stata giustificata dicendo che, per reperire i soldi della ricostruzione, sarebbe stato necessario creare nuove lotterie istantanee, rendere più frequenti le estrazioni del lotto e aprire le porte all’introduzione delle macchine VLT negli esercizi pubblici, non solo non ha portato fondi a favore della regione, ma anzi ne ha fatto uno degli epicentri di quelli che per molti si prospetta come una emergenza sociale: la dipendenza da gioco.
Ma c’è di peggio. Perché a questi dati ne vanno aggiunti altri, quelli riferiti al mercato del gioco online che, nel 2018 nella nostra Regione, è cresciuta del 27%.  Il valore complessivo del settore è di 1,7 miliardi di euro e i casinò online legali, come LasVegas ed altri, sono i grandi protagonisti di questa crescita, responsabili del 56% delle entrate totali generate dal comparto.
E’ stato detto che, dal punto di vista psicologico, il gioco nasconde la difficoltà di una persona di prendere in considerazione le proprie criticità. Sarà vero certamente: in pratica attraverso il gioco vengono scaricate tutte quelle cose a cui non si vuole pensare o che non si vogliono fare, una sorta di difesa che però tende ad isolare dalla realtà e da sè stessi.
Questo tipo di approccio al problema, che guarda più alle problematiche interne alla persona che agli stimoli esterni ha condotto ad interventi più focalizzati sulla comunicazione, l’informazione e l’educazione dei cittadini e soprattutto dei giovani, piuttosto che su misure proibizionistiche o volte a demonizzare una forma di intrattenimento legale, che è anche un settore economico in grado di creare ricchezza e posti di lavoro.
Restano però i dati sono allarmanti . Resta la fotografia di un fenomeno considerato la piaga sociale dell'ultimo secolo, che obbliga ad un momento di riflessione. Senza però destare molta preoccupazione. Nonostante il fatto che dietro questo gioco ci sia spesso la criminalità organizzata e nonostante il fatto che il consumo di azzardo si sia decuplicato negli ultimi anni, perseguendo lo scopo di creare una solida e genuina “cultura del gioco”, tanto da farne un punto centrale nel processo di produzione del campo dell’intrattenimento. Insomma tanti sforzi e tante fatiche per fare del gioco la terza industria del Paese.
Dopo gli anni della mobilitazione della società civile, molti enti locali hanno emanato regolamenti e leggi per arginare la diffusione delle sale. Dagli orari per il pubblico alla distanza dei locali dai luoghi sensibili, il cambio di direzione produce risultati positivi. Multe e contravvenzioni , agli esercizi commerciali che sono sorti sul territorio , sono stati il primo segnale di ribellione. Ma non in Abruzzo .
Leo Nodari

leonodari