Con modelli simili alla mia moto quelli bravi corrono la Parigi Dakar. Eppure lasciata San Nicolò, in alcuni tratti, vado in difficoltà. Quello delle strade è davvero un problema enorme per la nostra Provincia. Alcuni borghi bellissimi sono difficili da raggiungere. Comunque alla fine arrivo a Castellalto in tempo per presentare i libri di Antonio, Luca, Manuela e Alessandra. Il posto lo conosco bene, una perla preziosa sulla cima di un colle, posizione panoramica lungo il crinale tra le vallate del Tordino e la Valle del Vomano. La prima testimonianza del Chronicon Casauriense dichiara il centro di Castelbasso fondato nell'XI secolo, anche se Castrum veteris è del 1400. Un posto incantevole, gente gentile. Al bar riconosco molti volti amici di quando organizzavo serate. Tanti abbracci, saluti. La birretta ci sta. Da questo borgo è visibile tutta la nostra provincia, e oltre. La via del municipio dove spiccano sfumata la majella e poco più a nord il gigante maestoso più che mai. Dal belvedere pertini la fotografia è su teramo e i monti della laga, poco più a est scorgo bene civitella. E sotto il belvedere la vallata infinita del Tordino fino al mare. Un incanto.
La mia visita è data da Abruzzo Book Festival, una straordinaria occasione di partecipazione civica, un evento di grande spessore culturale, un momento di confronto, di incontro, di discussione, una occasione partecipata ed autorevole, capace di mettere insieme le energie positive di un territorio. Dopo un primo anno con un po’ di incertezze e qualche sliscicone organizzativo quest’anno la manifestazione è molto migliorata. Infatti ha registrato uno straordinario successo di pubblico, richiamando l’attenzione degli addetti ai lavori, mettendo insieme tante realtà di base che operano sul territorio provinciale e regionale, e coagulando in sé queste energie positive, propositive, costruttive, cercando di superare la pigrizia e l’indifferenza, e così resistendo allo sfascio con fantasia e determinazione.. Ed è per questo che mi è piaciuta questa iniziativa. Per i miei gusti è mancato un angoletto cinema. Sarà per il prossimo anno.
Abruzzo Book Festival, è un festival del libro abruzzese, ma non solo. E’ uno straordinario evento estivo che anima i vicoli dell’antico borgo, le piazzette, il panoramico belvedere. Nella giornata è possibile incontrare editori, scrittori, pittori, artisti di strada e bambini. L’arte abruzzese in una mostra a cielo aperto scende tra la gente per fondersi con essa, raccontandosi nella sua semplice essenza. Gli ospiti contornati da un nutrito e affezionato pubblico, si confrontano in dibattiti, presentazioni e reading, in un clima gioviale e stimolante.
La manifestazione, nonostante la sua giovane esperienza, rappresenta dunque un importante appuntamento per la cultura e l’editoria abruzzese.
Si può migliorarla. Certo che si. Ma AbruzzoBF ha già dimostrato tutta la sua voglia di partecipare al cammino culturale del territorio, con un piccolo villaggio composito e variegato, che da spazio a iniziative ludiche, mostre, presentazioni, incontri, durante i quali si sono alternati al microfono più di cento soggetti, tra esponenti della società civile, dell’associazionismo di base, del mondo culturale, delle associazioni amatoriali e ambientaliste, delle pro loco e dei comitati. Una realtà che ha messo insieme un mondo variegato e positivo, allegro ma impegnato, da un libraio professionista come Cristian – che va difeso fino alla morte perché di libri ci capisce assai, anche se ha un brutto carattere – fino alla pittice Scarponi; dalla onnipresente Annissima – ora anche scrittrice - al Magnifico Rettore. Un grande mosaico di voci, punti di vista, di racconti, proposte, presentazioni, che compone il disegno complessivo di una Provincia dinamica, attiva, vogliosa di partecipare e di esserci, capace di condividere e mettere in rete le migliori esperienze e valorizzare le sue capacità.
Posso affermare con certezza che le aspettative avanzate alla vigilia di questo importante evento siano state ampiamente rispettate se non addirittura superate in termini di partecipazione e di capacità di elaborazione. E’ questa probabilmente la vittoria più grande di questa manifestazione: mettere insieme tutte queste realtà in un solo giorno. Tutte insieme allo stesso tavolo, occhi negli occhi, per discutere insieme, condividendo problemi e strategie di miglioramento, con l’obiettivo di costruire una realtà territoriale migliore per tutti. Senza invidia, senza gelosia. Senza maldicenza. Lasciando a marcire nel loro angolo quelli che strillano, quelli che sono i migliori, quelli capaci solo di dire male degli altri. Dopo aver rotto tutti gli specchi a casa propria.
E’ stata dunque il trionfo del civismo e della partecipazione, una realtà in grado di rappresentare lo stato dell’arte e di gettare le basi per gli obiettivi da raggiungere nel breve, nel medio e nel lungo periodo per il mondo dell’editoria , ma non solo. Ora, se ci fosse un politico attento, risoluto, motivato, che non c’è, il prossimo passo sarebbe quello di trasformare questa esperienza in un villaggio itinerante, iniziando un viaggio nelle periferie della Regioni, nei borghi più belli e rappresentativi, per rinnovare le occasioni di ascolto, di proposta, per donare ai cittadini le opportunità di crescita che ci sono. Guardando soprattutto ai giovani. In un dialogo che andrebbe ad intrecciarsi con le tante realtà virtuose già vive, con il lavoro delle associazioni e con tutte quelle persone di buona volontà che si incrociano sempre lungo il cammino. Con l’obiettivo di costruire insieme una realtà culturale diversa, una comunità che ha le idee chiare sul suo futuro e tutti gli strumenti per costruirlo. Ma tranquilli, non si farà.
Leo Nodari