Nel suo “Elogio della follia” il grande teologo olandese Erasmo da Rotterdam scrisse una grande verità: “la follia è multiforme”.Trovarsi davanti a un pazzo, o una follia, che significa? Trovarsi davanti a uno, o ad un fatto, che si scrolla di dosso la logica di tutte le vostre costruzioni. A volte la follia dunque è solo una logica alternativa, che sradica le costruzioni tradizionali del mondo. A volte è solo un passo avanti verso il futuro. Furono considerati “pazzi” Cristo, Leonardo, Galilei, Edison, Marconi, Mandela, Falcone, Einstein fino a Stephen Hawking. Vero è che la follia ha un suo fascino. Montaigne nei suoi saggi non esitava a scrivere che “la più sottile follia è fatta della più sottile saggezza”;e san Paolo chiamava la croce di Cristo, centro della nostra fede, moría, che è "stoltezza" con un pizzico di follia. La follia non è per tutti. Infatti fa paura. Come ogni diversità e come ogni cosa nuova, come l’uomo nero, ci fa paura. Anche quando è innocua,anzi benevola. Per fortuna noi non dobbiamo seguirla. Anzi i più trovano più conveniente un bel gruppo massonico, con un bel capo massone. Certo è più tranquillizzante. Certo possiamo rifuggire, e anzi inquadrarci, metterci belli belli in fila, quattro per quattro col resto di sei. Anche se, per esperienza, so che in qualche caso, ha un messaggio da offrirci.
Poi però c'è la pazzia pericolosa. Molto pericolosaper sé e per agli altri. Quello che è accaduto , e accadrà nuovamente, sul tratto autostradale della a24, da Teramo a L’Aquila, ha in se qualcosa di folle, e di estremamente pericoloso. E lo racconto da testimone.
Domenica 30 giugno, ore 19, dopo aver presentato dei libri nella rassegna Abruzzo Book di Castellalto, recupero la mia auto e mi avvio per rientrare a Roma dove mi attendeva una piacevole serata all’auditorium con i ritmi dei Gipsy King con Ambrogio Sparagna. All’improvviso, poco prima del casello, un blocco. Conto di superarlo con il telepass, ma non è così. E’ proprio tutto bloccato, anche dopo il casello. Che la presunta autostrada sia devastata è cosa nota a chi la frequenta. Che ci siano interruzioni, cambi di corsia, asfalti vecchi e consumati è cosa nota e più volta denunciata. Qui siamo oltre. Molto oltre. Oltre l’immaginario. Oltre la follia. Da quando il traforo del Gran Sasso è soggetto alle pazzesche e INUTILI limitazioni imposte da Strada dei Parchi che con l’acqua, la captazione delle acque, il rifacimento del manto, i nuovi condotti non c’entrano NULLA, ogni giorno accade qualcosa. Cosa succede: è presto detto, macchine vecchie o maltenute, con poco olio, oppure i camion, vanno in surriscaldamento e spesso fumano o , come è già successo più volte, prendono fuoco. E è pericolosissimo. Il limite di velocità a 60 chilometri orari e la distanza di almeno 50 metri tra un mezzo e l'altro stanno distruggendo ogni giorno una realtà già sventrata come quella della nostra autostrada. File lunghissime tra stress, piccoli tamponamenti, azzeramento delle corsie di emergenza. E, prima o poi, la gente - cioè i turisti – chi deve subire questo martirio, comincerà a non venire più. Basta leggere i social romani o ascoltare una radio. Ma quando i ristoranti, hotel, chalet e imprenditori del turismo cominceranno a contare presenze e cifre sarà tardi. Bisognerebbe intervenire ora.
Gia sabato 29 c’erano stati molti disagi, e fila di 3 chilometri sull'A24, per l’incendio di un camion sempre nei pressi di una zona ormai "caldissima", quella a ridosso del traforo del Gran Sasso oggetto delle limitazioni imposte da Strada dei Parchi.
Un’ora per arrivare dal casello al traforo è un tempo accettabile nella foresta amazzonica, o nei percorsi nel cuore della foresta pluviale delBorneo. Steppa, tundra e deserto consentono velocità maggiori in tutta sicurezza. Ma per chi deve rientrare a casa, con la famiglia, con i bambini, sotto il sole, dopo una giornata di mare,è un tempo inaccettabile. Bisognerebbe intervenire ora. Contro un provvedimento folle. Ancora più folle perché inutile e pericoloso. Ma mentre lo scrivo so già che nessuno muoverà un dito. A me cambia poco. Nei prossimi Sabato non rientrerò a Teramo. Ma cambia molto per chi dovrà decidere se venire al mare /montagna da noi, o sulla A25. Da noi o sulla Aurelia. Da noi o sulla Pontina.
Che peccato, una terra bellissima e una autostrada indegna. Con continui disagi, rischi corsi, mancate manutenzioni,avvallamenti della sede stradale, risposte inattese. Caselli semi abbandonati, senza personale , con personale casellante con arretrati di ferie annosi,e con i sistemi automaticivetusti e spesso non funzionanti,servizi e aree che necessitano di manutenzioni che non sono state fatte. E domenica non una sola persona a tentare di dare assistenza.
Leo Nodari