Ma si, ma certo, è giusto così. Fa caldo, il tempo passa. E poi diciamocelo, che volete che siano 200 omicidi, ma forse molti di più, eseguiti e ordinati da Totò “ùcurtu”, il "capo dei capi" , l’uomo che si è macchiato più di ogni altro di crimini orrendi e ha sporcato di sangue la storia italiana . Che ce ne frega dei morti dei corleonesi. Erano quasi tutti poliziotti, magistrati, giornalisti, sacerdoti, come quel santo di don Silvio Santovito che farebbe follie per una foto in più e guadagna notorietà tenendosi stretto il figlio della belva.
Ma è giusto così, chi se ne frega, scurdammoce ò passat dei crimini di Riina "l'animale" , come l'aveva soprannominato il suo amico e referente politico Vito Ciancimino, il simbolo della mafia più feroce e spietata. E pensiamo inveceai miliardi di euro nascosti da Riina (miliardi e non milioni non ancora trovati dalla magistratura) che certamente fanno gola a qualche uomo buono, a qualche prete negazionista e garantista e a qualche santo. E in culo ai morti.
Serve notorietà ? Usare il nome della belva è un colpo infallibile ? Falcone e Borsellino ? E chi sono ? Le scorte trucidate ? Chiedete informazioni al prete santo di Casalbordino (CH) don Silvio Santovito. Quant’è buono lui, non come i familiari delle vittime che chiedono almeno un rispettoso silenzio da parte del figlio imprenditore della belva sanguinaria. Quel tipo, non riesco a chiamarlo signore, che ha scritto "Non posso condividere l'arresto di mio padre anche se ha ucciso Falcone" . Bravo, Così si fa. Bravo all’amico delprete santo di Casalbordino (CH) don Silvio Santovito.Del resto la chiesa più volte nella storia si è fatta protettrice dei negazionisti, dei nazisti, dei mafiosi, perché meravigliarsi oggidelprete santo di Casalbordino (CH) don Silvio Santovito. Che poi mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il Vescovo Bruno Forte. E infatti presto glielo chiederò. Di persona o sui giornali.
Così dopo Lucia Riina, anche il fratello Salvo prova a riscattare l'immagine della sua famiglia. Se la sorella ha aperto un ristorante a Parigi, lui vende magliette e cover per il cellulare con il brand "Riina family life". Evidentemente non conosce l’inglese. Avrebbe dovuto scrivere “"Riina family dead". Perché il nome Riina resterà per sempre associato a uno dei boss più spietati della storia della mafia. Invece, con dei soldi su cui bisognerebbe indagare, il figlio del criminale sanguinario che sciolse nell’acido un bambino (Di Matteo) chè trucidò Michele Reina,Piersanti Mattarella, Pio La Torre i magistrati Cesare Terranova, Gaetano Costa, Rocco Chinnici, gliinvestigatori Boris Giuliano, Emanuele Basile, Mario D'Aleo, Ninni Cassarà, Giuseppe Montana e Carlo Alberto Dalla Chiesa), che compì le stragi di viale Lazio, Via dei Georgofili, ma anche la strage di Pizzolungo, seguendo la logica “Scurdammoce ò passat” prima ha lanciato una T-shirt che raffigura il suo volto accanto a un leone, poi una cover per il telefonino. Pezzi unici, autografati "Salvo Riina". All'insegna di un discutibile brand: il cognome di famiglia, che ha segnato una lunga stagione di sangue. Oggi, invece, Riina è un brand. Protetto dalla Chiesa ? A Chieti ? Lei che dice Eccellentissimo Vescovo Bruno Forte ?
In tutto, a partecipare all'asta su Ebay una ventina di persone. Una di loro si è aggiudicata l'oggetto per 107 euro, devoluti da Riina alla fattoria Vita Felice di Casalbordino, Chieti, delprete santo di Casalbordino (CH) don Silvio Santovito che ha incassato questi soldi ed è pronto ad incassarne altri. Pecunia non oltet. Riina infatti, dopo la revoca definitiva delle misure di sicurezza, invece di iniziare finalmente a lavorare, sudare, zappare la terra per dare qualche frutto buono e qualche segno positivo della sua esistenza, invece di restare in silenzio per l’immenso dolore che il suo cognome ha sparso, cognome senza il quale non sarebbe nessuno, invece di dedicarsi ai libri – come aveva promesso per essere rilasciato - Riina jr. ha annunciato nuove aste su internet. Più notorietà e più soldi per don Silvio.
Del resto è da tempo che il figlio di Riina ha deciso di fare un salto di qualità. Da tempo cerca di non essere più solo il figlio di. Ha deciso di presentarsi come un boss aspirante capo alla guida di cosa nostra. E già in Tv da Vespa,al popolo della mafia ha parlato con linguaggio violento e chiaro. “La mafia è tutto o niente”, ha detto. Lui si propone come il tutto, gli altri sono niente. “I collaboratori sono dei traditori” ha detto. E i traditori vanno eliminati. Il tema non è dire no ad un’asta fallimentare di cover. Oggi, invece, è diventato capire se per fare soldi il nome Riina può diventare un brand. Protetto dalla Chiesa ? A Chieti ? Lei che dice Eccellentissimo Vescovo Bruno Forte ?
Leo Nodari