La potenza della fotografia non la scopriamo oggi. Nella foto che pubblichiamo c’è tutta la potenza di un evento difficile da immaginare per tutti coloro che non hanno voluto o potuto esserci. In questa foto non c’è solo la sintesi del successo che ha coronato il concerto di Jovanotti che ha fatto di Montesilvano –per una notte - l’ombelico del mondo. C’è di più. Questa foto racconta la forza, l’allegria, la felicità, l’entusiasmo di 30mila giovani (e meno giovani) che per una notte si sono ritrovati sulla spiaggia per ballare sotto il palco, e sulle musiche, dell’unico artista italiano che avrebbe potuto fare una cosa del genere. L’unico che ha il genio, il carisma e la forza per trascinare una folla del genere sotto il sole rovente e sotto la pioggia battente. Ma c’è di più. Questa foto non chiude solo l’estate 2019. Una estate moscia per i concerti in Abruzzo, partita male con Ligabue, disastrosa per il teramano, risollevata un po’ dalla perdonanza che però è solo aquilana. Questa foto, finalmente, chiude anche le polemiche sterili e spesso stupide che si sono accavallate attorno a questo evento, che a Vasto è diventato anche motivo di scontro politico arrivato fino al punto che sappiamo. I concerti portano allegria, ma sono anche una impresa che porta soldi. I concerti riempiono gli hotel (chiedete a Montesilvano) fanno lavorare bar, locali, parking, ristoranti, danno lavoroonesto a tanti giovani . E questo a Vasto dava fastidio. A Montesilvano no: tutta qui la differenza. Il resto è fuffa. Ma c’è di più in questa foto. C’è il lavoro di 300 persone della sicurezza. Il lavoro di 200 tra tecnici e personale addetto a montaggio e pulizia che – già oggi- finalmente puliranno spiagge e pineta. In questa foto ci sono 450mila euro pagati alla Siae (allo stato) . Ma c’è anche tutta la stupidità di qualchemiserabile idiota , grigio, triste, che passa il sabato con la sua camomilla e le sue pantofole, che ha invocato la pioggia su quei ragazzi che ballavano. Tutta la pochezza di qualche miserabile che mette insieme qualcuno, e poi, pagando qualche meretrice definito giornalista, fa credere di aver fatto un “evento”. Tutto lo squallore dei soliti catastrofisti che hanno annunciato i morti , pronosticato persone affogate, allarmato i poveri giovani su tutti i pericoli di questo concerto trappola. Tutta l’ignoranza, l’interesse di bottega e le menzogne spicciole di qualche pseudo ambientalista da strapazzo, cloaca dell’associazionismo, che ha vomitato odio e rancore sul concerto – ritenendosi detentore esclusivista del tema con il quale sbarca il misero lunario – ma ben si è guardato dal dire che dal primo concerto è stato sempre detto che "Il beach party è nato non per risolvere il problema, ma per sollevarlo". Così come si è ben astenuto dal dire che i 30mila giovani che hanno ascoltato il prorettore dell'Università d'Annunzio , Augusta Consorti e il ricercatore Piero Di Carlo, presentare un progetto finalizzato alla raccolta delle plastiche in mare, loro non li metteranno insieme neppure tra 10 vite. Ma in questa foto c’è di più. Ed è la cosa che mi interessa di più. In queste foto c’è la signora che balla con la nipote. C’è tutto l’amore del padre che accompagna il figlio e parla con lui. C’è la ragazza triste che ha un momento di felicità. C’è il dirigente che ride e canta a piedi nudi con la tshirt bagnata. C’è la mamma che passa il testimone alla figlia. Ci sono tanti ragazzi innamorati che hanno trascorso quattro ore di felicità, abbandonato gli smartphone, riscoperto il senso dello stare insieme. In questa foto c’è tanta gioia. C’è tutta la magia che ogni volta si compie, sempre,puntuale. Le emozioni. Iviaggi dentro di se, le delusioni, le paure, la mia voglia di crederci ancora nonostante tutto. Ogni volta è come se qualcuno ti prendesse per mano e ti accompagnasse . Per farti stare bene.Si può chiedere di più? Grazie Lorenzo.
Leo Nodari