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Finalmente una buona notizia per Teramo: 
Giggi “baffo” Ponziani si è dimesso. Frustrato, arrabbiato, deluso, non pensa più al futuro ne di Teramo e tantomeno dell'Italia. Fatti bene i conti si è accorto che un conto è criticare, giudicare, condannare sempre tutti attorniato da libri polverosi e trattando di argomenti allegri quanto lui, un conto è poi avere a che fare con la partecipazione, la democrazia, la voglia di fare, vivere, pensare e creare cultura. In questo come assessore è miseramente fallito. Pur restando assolutamente intatte e intoccabili le sue qualità di intellettuale. Ma poco consone al ruolo. Ora, finalmente, si aprono nuove prospettive. Avrà il Sindaco il coraggio di provare nuove strade per dare slancio a questa amministrazione goffa, spenta, moscia moscia, da minimo sindacale, che stenta su tutto, senza slanci, senza idee, senza un progetto credibile, questa amministrazione che esulta per cose che ovunque sono del tutto normali quale l’albero di natale, l’asfalto, la piantina, l’ochetta, ma non riesce a sviluppare una idea che sia una, che sia credibile per il futuro, per farla tornare capoluogo. Questa amministrazione che ho votato e invitato a votare, fino ad oggi è stata molto deludente. Non lo dico solo io. Ma, come avviene spesso in politica, un evento positivo può innescarne altri e da un episodio assolutamente insignificante come le dimissioni di un assessore completamente sconosciuto alla città, potrebbero innescarsi, ora, degli eventi positivi per dare nuovo slancio alla amministrazione e alla città. Se il Sindaco saprà cogliere questa opportunità. Abbiamo già scritto che per ogni cittadino lucido e attivo di questa città, che vive la città, resta ancora del tutto intollerabile e incomprensibile che, con un silenzio colpevole di cui il consiglio tutto dovrà rispondere prima o poi, la persona indiscutibilmente più preparata politicamente, più esperta, l’unico in grado di pensare una strategia, la migliore mente del consiglio comunale, che – piaccia o non piaccia  porta il nome di Mauro Di Dalmazio -sia ancora fuori da una giunta dove trovano spazio degli incapaci, dei poveretti che vagano nel vuoto come zombi, ignorando non solo l’azione amministrativa ma anche il luogo, giorno e anno dove si trovano ad operare. Mica è una colpa. Amministrare non è per tutti. Io per primo sarei del tutto incapace. Ma la colpa diventa dolo se fuori dalla giunta viene tenuto anche Giovanni Cavallari, altra persona brillante, intelligente, motivata, credibile, spendibile, compiendo così un quotidiano affronto alla città, oltre che all’intelligenza dei piùLa domanda a questo punto è lecita e semplice:  se, per il bene della città, si creasse una alleanza  nuova, una coalizione pensante civica, una santa alleanza, oltre il coacervo dei piccoli interessi, oltre i partiti malati cronici ?Se nascesse in consiglio un contenitore pulsante in grado di pensare, progettare, realizzare cinque cose (5) per la città ? Se finalmente si chiedesse una collaborazione e si desse spazio alle espressioni del mondo della formazione, del lavoro e delle professioni, della cultura,dell’associazionismo e del volontariato. Oltre la pur interessante festa dello sport, fatta, rifatta, sempre bella ma che certo non bastaE se il Sindaco si alzasse in consiglio e chiedesse una alleanza “per teramo” , forte ed autorevole su un progetto di rilanciovero, per smetterla di navigare a vista, per segnare in modo netto la sua autorità, per realizzare un campo di dialogo segnato solo dal rispetto, dai princìpi e dai valori della Costituzione, e dal bene comune ?

“Alea iacta est”. Il dado è tratto. “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda” scriveva Italo Calvino ne “Le città invisibili”. O si cambia ora o domani sarà tardi. Perché il futuro della nostra città è oggi. Qualità della vita. Lavoro. Turismo. Smart city. Comunità solidale. Interazioni culturali. Tutela ambientale come bene comune. Riciclo. Riduzione del traffico.  Caro Sindaco, c’è tanto da fare. Anche se non ti incontro intuisco il lavoro, lo sforzo, i sacrifici che fai. Ma non basta. Mi dispiace dirtelo ma non basta. Occorrono nuove energie e idee nuove, per una rigenerazione della città. Una città dove ogni cittadino possa sentire la propria appartenenza. Una città dotata di una propria identità, che pone al centro del proprio sviluppo i bisogni della collettività. Questa città è ricca di persone valide: utilizzale.

Leo Nodari

Per la vignetta ringrazio Carmine Goldrake Di Giandomenico

leonodari