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SyriadestructionIn una settimana sono morte più di 1000 persone sotto le bombe turche. Tra di esse tanti bambini e adolescenti, più di 300. Non si cambia metodo . Ci vuole un movimento di pace che mobiliti cuori e piazze. Centinaia di morti. No alla guerra. Poveri bambini. No alla guerra. Donne stuprate da branchi. No alla guerra . Aperti i cancelli ai terroristi dell’Isis. No alla guerra. Tutti contro la guerra. Tutti contro la Turchia. No War. Erdogan bandito. No alla guerra. Turchi maledetti. No alla guerra. Tutta colpa di Trump. No alla guerra. Siamo tutti contro la guerra. O meglio, a parole siamo contro. A parole quasi tutti sono contro la guerra ai curdi siriani. Europa compresa, Italia compresa. Ma al momento di prendere decisioni le cose sono un pò diverse. Il presidente turco è intenzionato ad andare avanti. Stati Uniti ed Europa promettono “severe sanzioni” contro Ankara, e sale la preoccupazione sui foreign fighter. Nel frattempo l’aviazione turca ha colpito due ambulanze dell’ONG italiana “Un Ponte Per”, l 'osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Tutti contro la guerra. Tutto il mondo è contro. Ma civili siriani sarebbero stati uccisi con raffiche di mitra da miliziani turchi. L’offensiva non sta piacendo quasi a nessuno, soprattutto per il rischio che il conflitto venga sfruttato dall’Isis per riorganizzarsi dopo le sconfitte subite. Nei fatti le differenze tra paesi stanno però impedendo di prendere misure punitive rilevanti contro la Turchia, che molto probabilmente potrà continuare senza grossi ostacoli la sua occupazione del nordest della Siria. Tutti dicono che si ricreerà un altro Afghanistan o Iraq? NO WAR. Che la guerra non è una strada percorribile. NO WAR. Molti dicono che Il mondo si sta avvicinando sempre di più a una "terza guerra mondiale" e la Siria ne è il principale attore geopolitico interessato. NO WAR. Occorre fermare la guerra e passare al negoziato. NO WAR. Usa e Russia devono riprendere a parlarsi. Finché non si dirà basta alle armi, ogni male è possibile. NO WAR. Occorre agire, agire immediatamente per fermare ogni tentativo di intervento militare straniero contro la Siria e di favorire una vera mediazione svolta in buona fede.  NO WAR. Pochi sanno che in Italia c’è una legge, la 185/90, che vieta di vendere armi ai paesi in guerra. Ma nel 2018 sono state concesse 170 licenze di esportazione in Turchia per 560 milioni di euro. La Turchia è uno dei maggiori acquirenti dell’industria degli armamenti italiana per 2 miliardi di dollari, e le forze armate turche dispongono di 20 elicotteri T129. Di fatto una licenza di coproduzione degli elicotteri italiani di AW129 Mangusta di Augusta Westland. Negli ultimi quattro anni l’Italia ha autorizzato forniture militari per 1890 milioni di euro e consegnato materiale di armamento per 1463 milioni di euro . Tra i materiali autorizzati all’esportazione ci sono: armi o sistemi d’arma di calibro superiore ai 19.7mm, munizioni, bombe, siluri, arazzi, missili e accessori oltre ad apparecchiature per la direzione del tiro, aeromobili e software. Di Maio chiede oggi di bloccare le esportazioni di armamenti non ancora consegnate e quelle future verso la Turchia. Un po’ tardi ? NO WAR. Nel 2016, durante la grande crisi dei migranti provocata dalla guerra civile in Siria, l’Europa promise 6 miliardi di euro a Erdogan per trattenere i rifugiati in Turchia, sperando così di contenere le spinte populiste che stavano terremotando i governi europei. Tre anni dopo, quell’accordo rischia di rivolgersi contro gli stessi paesi Ue che l’avevano sostenuto. La Turchia invade il Kurdistan siriano, e Erdogan chiede altri 3 miliardi per gestire i rifugiati. NO WAR . Il grande affare è solo all’inizio.
Leo Nodari