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688151AE 19FC 461D 811B 7E618C5CA753Teramo è stata colpita in questi ultimi giorni da alcune morte improvvise che hanno molto colpito la comunità. Era un brav’uomo. Non è giusto che Dio se lo sia preso.Era giovane.Non aveva fatto nulla di male. Perché Dio ha permesso che morisse?Quante volte abbiamo sentito, o ci siamo fatti noi stessi, domande di questo genere? Anche se non è mai piacevole parlare della morte, perché ci ricorda la nostra fragilità, la nostra precarietà.Per quanto possiamo aver fatto delle grandi cose, o accumulato ricchezze, prima o poi la morte arriva, senza fare tanti complimenti, e mette fine al nostro pellegrinaggio sulla terra.Tutti muoiono, credenti e non credenti, buoni e cattivi, con la sofferenza che ne deriva per coloro che rimangono. Tutti prima o poi devono fare i conti con essa.L’uomo è un essere straordinario, capace di concepire l’eternità, di ragionare sul concetto di infinito, cosa che nessun altro essere vivente sulla terra è in grado di fare. Per questo, quando l’uomo si trova davanti alla morte, la percepisce come qualcosa di estraneo. Voltaire aveva scritto: “On doitdesregardsaux vivants, on ne doitauxmortsque la vérité”.  Dobbiamo rispetto per i vivi e ai morti dobbiamo la verità. Non l’ipocrisia. E invece, dopo la morte, diventano tutti bravi e buoni. Sarà proprio così? Succede quasi sempre che, dopo la sua dipartita, di una persona, tutti ne parlano bene. Anche quando invita, i morti non erano sulla via della santità. Esiste un proverbio veneto: “Quando nascono sono tutti belli, quando si sposano, son tutti signori, quando muoiono, tutti santi”. Capisco. E' una forma di rispetto per una persona che ormai appartiene al giudizio di Dio e non più a quello degli uomini. E’ giusto abbassare il capo e gli occhi. Però senza esagerare. De mortuisnihilnisi bene. I morti godono sempre tutte le lodi, le simpatie, e nel ricordo, spesso di chi non lo conosceva veramente, si spandono effluvi di bontà. Ma forse sarebbe meglio non esagerare. Città piccole e grandi sono sono accomunate da uno stesso atteggiamento. I morti non sono mai stati peccatori, non hanno mai pensato solo alle loro carriere scavalcando gli avversari grazie a giochetti politici, chi muore non è mai stato responsabile di ritardi e disservizi che penalizzano soprattutto i più amati da Dio. Quelli che muoiono sono sempre stati buoni. Non esiste un reparto dedicato ai “cattivi”, nei cimiteri. Gli uomini sono buoni con i morti quasi quanto sono maligni con i vivi. Insomma, lasciamo che i morti seppelliscano i morti, sono più sinceri, fra di loro. Provate oggi a scorrere i necrologi, sui quotidiani, dove anche le persone più spregevoli ed infami, una volta passate all'Altra riva, divengono, tutte, solari  sempre con il sorriso sulle labbra, allegre, disponibili, generose, impegnate nel volontariato, erano genitori e coniugi esemplari. Mi piacerebbe leggere, in anticipo, il mio necrologio. Non vorrei che si esagerasse.

Leo Nodari

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