Il reato contestatogli dai 60 mila automobilisti in coda, sabato 2 novembre, nel tratto della A14 tra Grottammare / Pescara è “sequestro di persona”. 60 mila sequestrati. 60 mila cittadini privati dei diritti. Sono i 60 mila italiani che avrebbero voluto trascorrere una giornata in pace, al mare, dai parenti, al cinema, al centro commerciale. Bloccati da una disposizione senza logica. Degli addetti autostradali bloccati all’uscita di Pineto dicono di “non aver mai visto una situazione del genere in 20 anni di lavoro”. Sequestrati. Non so, in quale altro modo vogliamo definire chi viene bloccato per ore, in auto , contro la propria volontà. E parliamo di decine di migliaia di persone, a causa di un provvedimento che confonde la teoria dei bla, bla, bla, con la vergognosa realtà vissuta come una ghigliottina dai malcapitati che raccontano la vicenda come un incubo. Colpevole, per questi malcapitati, è il Gip di Avellino. Con la colpevole complicità dei signori Benetton. Si, proprio loro, i fans di Pilato, quelli del ponte Morandi di Genova, che non vedono l’ora di lavarsi le mani ancora una volta e hanno chiuso ampi tratti della autostrada abruzzese marchigiana, sine die. Ma a pedaggio garantito. Ma il “provvedimento” pericolossissimo del giudice di Avellino è sufficiente per massacrare i diritti dei cittadini automobilisti ? Vogliamo anche solo accennare ai danni gravissimi per l’economia abruzzese ? Per lo spostamento delle merci e per tutti coloro che con l’auto ci lavorano, per i quali quelle strade sono l’ufficio. Vogliamo un attimo pensare alle ripercussioni sul turismo? O veramente dobbiamo pensare che al Gip di Avellino, a chi dovrebbe tutelarci, ai nostri politici, alla famiglia Benetton & co, veramente non gliene frega una beata minchia degli abruzzesi. Nel silenzio assordante dei politici locali senza palle, del Tar che dovrebbe annullare questo dispositivo, di chi dovrebbe far rispettare i diritti dei cittadini e le leggi, e le regole. E non dovrebbe preoccuparsi di altro che non attenga la libertà di lavorare senza angoscie, paure, ritardi. Oltre ad essendo esplicito che a mancato servizio non può essere preteso un pedaggio. E come si può parlare di servizio se, tra la stazione A14 di Pineto e Pescara (15 km) gli automobilisti impiegano più di 2 ore ???. Come si può parlare di “servizio” se questo avviene da mesi. Di che parliamo se nessuno da la risposta essenziale: fino a quando?
Oramai il rischio di paralisi sulla dorsale adriatica è conclamato. Il sequestro di alcune barriere stradali di sicurezza, che avrebbero utilizzato materiale scadente e tecniche inadeguate - richiesto dal Gip di Avellino – che metterebbero a rischio alcuni automobilisti, certamente comporta gravi danni e seri, reali, quanto mai concreti rischi alla vita di chi viaggia. Massimo rispetto per i pm, secondo i quali Autostrade avrebbe sostituito le precedenti barriere, già omologate e certificate, con barre filettate inghisate di malta cementizia, così da compromettere notevolmente la capacità di contenimento in caso di urto con veicolo pesante. Massimo rispetto per i ct, che ritengono che il nuovo sistema non può ritenersi certificato, tanto che diversi crash-test eseguiti con i camion hanno dato esito negativo (eseguito con un ’automobile ha dato esito positivo). Rispetto per tutti. Anche per chi viaggia per piacere e per dovere. Invece da tempo, e senza ombra di una fine, assistiamo ad un film del terrore, ad uno sgozzamento del diritto, ad una soppressione dei limiti minimi di sicurezza. File chilometriche, decine di migliaia di persone bloccati in auto, clacson impazziti, famiglie private del diritto al riposo, alla tranquillità esasperate senza informazioni sulle strade abruzzesi. Giornate ricordate come un vero e proprio incubo. Ogni venerdi, sabato e domenica, oramai è così: un massacro per chi si riversa sulla A14, un incubo per il fiume di auto, costrette, dopo il sequestro dei viadotti, a transitare a passo d’uomo su una sola corsia. A questo punto, per logica conseguenza, lunghe code – nulla di più pericoloso - si sono create e continueranno a crearsi anche sulla statale, dove, oltre al solito traffico, sono finiti e finiranno i mezzi che fuggono dalla A14. Da Alba Adriatica a Silvi abituiamoci all’inferno: nazionale congestionata, bloccati ampi tratti del lungomare per chi cerca una àncora di salvezza, che regolarmente si trasforma, in poco tempo, in un pericolosissimo mega ingorgo. Sui social foto a raffica di file infinite, abbinate a commenti inferociti che stanno invadendo i siti online, dove, tra lamentele e sfoghi vari, cresce la richiesta di azzerare il pedaggio. Ma ai Benetton, quelli del ponte Morandi, interessa ? O la “carta” del giudice di Avellino è più che sufficiente per massacrare i diritti dei cittadini automobilisti ? Per il prossimo week end di San Martino ci si aspetta altre giornate di fuoco. Ma il traffico di questi giorni potrebbe essere solo un assaggio di quello che accadrà tra qualche settimana, nel periodo natalizio, se non si troverà il modo di risolvere il problema. Ma perché risolverlo, il pedaggio è garantito.
Leo Nodari