Cosa avrà pensato quando era ancora in tempo. A buttar via la vita, a lanciare nel vuoto i vent’anni,è sempre un dolore così forte da desiderare che sia l'ultimo. La gioia della normalità non esiste più già da tempo. Chi ha fretta di correre,il più delle volte per non andare da nessuna parte,non si accorge di lasciare dietro gli ultimi, i penultimi , i terzultimi, i tanti che non ce la fanno, quelli che hanno bisogno di fermarsi a respirare. Ed anche molto spesso i figli. I valori poi…e che cazzo sono ‘sti valori ? Il nuovo iphone a 7 telecamere, il culo come la velina per andare a farselo toccare ai bagni 69, la trentesima scarpa inutile per sentirsi fregni che un libro pesa troppo, la borsa cocca cammel by Marrakech, l’auto nuova pagata a rate per vedere se almeno così s’addrizza, che oramai manco più la cocaina ce l’appò?Poi ci sono i valori Black Fridayeregalo di Natale, se sono brava con la mano l’avvocato per bene mi fa la ricarica, di bocca l’ingegnere per bene mi compra la bamba, tanto a casa l’unico pensiero è chi vince da Maria o in Champions. E’ una continua sagra della falsità e del menefreghismo. Tranne, poi, meravigliarsi – ma solo un paio d’ore - se uno si rompe i coglioni. E fare finta, - un paio d’ore - di commuoversi se nel massimo dello schifo decide di saltare giù. Impotenza e sgomento davanti alla news del video che annuncia il gesto. Così freddo, strafottente, determinato, quasi indifferente alla cosa. Sempre maledettamente iperconnessi sui social, sempre iperprotetti che ogni feritinasembra una operazione a cuore aperto, con reazioni spropositate al primo gradino – e non dico ostacolo che diventa un dramma - i ragazzi sono paradossalmente soli come mai prima d'ora. Sperimentano una frammentazione delle relazioni che genera in loro una profonda solitudine. Che spesso diventa devastante. Tanto da non sapere cosa dire, neppure quando hai deciso che vuoi dire che non avrai più nulla da dire. Tanto da doverlo dire sui social anche se poi non ci sei più. Questa cosa mi ha strappato il cuore. L’ho trovato devastante. Devi dire, hai bisogno di dire, sui social, che vuoi morire. E non hai un essere umano a cui dirlo. Eddai, ma che stai a fare? Molti commenti social dei giovani della sua età sono impietosi. Si va dal laconico “meglio così” all’offensivo “un coglione di meno”, dall’ideologico “vigliacco” all’incisivo “nùscem’”, dal compassionevole “povero ragazzo” a quello che mi sento di fare mio” era un ragazzo che soffriva. Il suo è un dolore insopportabile che miete in Italia due vittime al giorno in una strage silenziosa. Il suicidio è la seconda causa di morte tra i nostri under 20,dopo gli incidenti stradali. Ne ammazza di più il male di vivere che la droga. Questo giovane forse avrà provato a cercare del divertimento in discoteca e, arrivando, avrà trovato lo spaccio a cielo aperto di ogni cosa, dalle bottiglie di ogni genere al fumo, fino alle droghe di varia natura e prezzo. E , vedendo che nessuno dice niente - tutti impegnati a cercare l’immigrato clandestino, meno impegnati a cercare la mafia albanese che paga le mazzette a chi non vede - si sarà detto che “questa è la realtà e mi fa schifo”. Serve un morto. Questo ragazzo forse sarà andato a ballare. E non potendo ballare per quanti giovani – sardine ci sono, vedendo che nessuno dice niente, - tutti impegnati a cercare il barista che non fa lo scontrino per il caffè, meno impegnati a cercare le grandi aziende che sfruttano e inquinanonel silenzio totale - si sarà detto “questa è la realtà e mi fa schifo”. Avrà pensato che servivaun morto per far riflettere sulla situazione dei giovani, tra vuoto, alcool, vuoto, droghe, vuoto . O forse era solo uno che si era rotto i coglioni e basta. E stapposto così. Contento lui. Però, come negarlo, un velo di tristezza si stende comunque se penso a quel ragazzo che sceglie di morire a 19 anni. E così porre fine a una esistenza breve, ma così vuota, così povera di cose belle, così sofferente, da essere ritenuta insopportabile. Insopportabile perché normale. Normale, che schifo. Il suicida non mi è simpatico. I vigliacchi non mi sono simpatici. Però come si fa a non fermarsi a riflettere, seriamente, quando pensi ad un ragazzo che ancora deve cominciare a giocare la vita e già sceglie di smettere di fare, disfare, andare, provare, viaggiare, conoscere. Pensando che ogni cosa “normale”faccia schifo.Ma quanto dolore c’era dietro quello strafottenza del video?E’ straziante persino immaginare quanta infelicità c’era dietro questa decisione. E quanti sono i ragazzi come lui ? Che hanno un dolore così grande dentro, da fare così male da decidere di farla finita. Cosa avrà pensato quando era ancora in tempo. Quanto dolore. Lui la sua lotta per la vita l'aveva persa tempo fa. Nessuno saprà mai quando. Fino al punto di scegliere data, luogo, orario. Quanto dolore dentro quel cuore chenon ne poteva più di vivere. Cosa avrà pensato quando era ancora in tempo. “Questa è la realtà e mi fa schifo”. Si, era solo un povero ragazzo che avrebbe avuto bisogno di una mano, di un abbraccio, di un amico. Mentre tutti guardavano altrove, indifferenti, aggrappati solo ad uno schermo che semina odio, notizie, indifferenza, solitudine.Cosa avrà pensato quando era ancora in tempo. Quantasofferenza insopportabile mentre il ponte si avvicinava. Una tristissima e volontaria fine nel silenzio, da solo, nell’angoscia, nella solitudine, perché nessuno potesse impedirgli la follia finale. Una follia tutta a rigore di logica. Cosa avrà pensato mentre era in viaggio. Mentre respirava ancora, ma non era più vivo. Cosa avrà pensato quando è arrivato sul ponte . Cosa avrà pensato quando era ancora in tempo. Cosa avrà pensato quando ha fermato la macchina. Cosa avrà pensato mentre era ancora in tempo “Questa è la mia decisione ed è definitiva. Mi avete rotto i coglioni, voi falsi, indifferenti, moralisti a giorni alterni, tutti voi che mi fate schifo e mi avete tolto la mia gioventù”. Mi piace credere che finalmente avrà sorriso, mentre cadeva giù.Non una lacrima ma un sorriso. Per una volta, ha scelto lui.
Leo Nodari