Finalmente il Senato ha approvato il Decreto Clima. Dopo il Salva Mare e l’End of Waste, un’altra tappa importante nel percorso verso il Green New Dealnecessario per affrontare concretamente la crisi ambientale e climatica, e per modificare le leve dello sviluppo, nel segno della qualità, della sostenibilità e della transizione verso l’economia circolare.Tra i temi principali toccati dal Decreto Clima diversi temi cari alla Green Economy, dagli incentivi per la mobilità sostenibile fino ai fondi per le “macchinette mangia-plastica”. Previsti inoltre interventi per la riforestazione urbana, e l’istituzione dei “caschi verdi per l’ambiente”. Una squadra di esperti che svolgeranno il difficile compito di tutelare e salvaguardare l’ambiente delle aree di particolare pregio naturalistico.Un provvedimento molto importante per l’Abruzzo riguarda l’istituzione delle ZEA, Zone Economiche Ambientali. Parliamo di zone che prevedono agevolazioni e vantaggi fiscali per i comuni che sono nelle aree dei Parchi nazionali o per tutte le persone che volessero aprire al loro interno attività imprenditoriali. Da quel che si comprende, l’obiettivo primario del ministro Costa sembra essere quello di fornire strumenti di accelerazione dei procedimenti amministrativi relativi ad investimenti pubblici e privati nei Parchi nazionali. In ciascun Parco Nazionale dovrà essere attivato uno Sportello Unico gestito in forma associata dai Comuni il cui territorio ricade almeno in parte nell’area del Parco.I procedimenti autorizzativi saranno gestiti mediante conferenze dei servizi affidate agli Enti di gestione dei Parchi nazionali consentendo così ai cittadini ed agli imprenditori di avere un unico interlocutore sul territorio, più controllabile ai fini anticorruzione e più responsabile a tutti i livelli.In Abruzzo, una delle regioni con maggiore biodiversità in Italia, polmone verde d’Europa, saranno costituite diverse ZEA. L’obiettivo è supportare la cittadinanza attiva di coloro che vi risiedono, attraverso forme di sostegno alle nuove imprese ed a quelle già esistenti. Il programma di attività economiche imprenditoriali dovrà essere orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, all’efficientamento energetico, alla protezione della biodiversità. Inoltre, le imprese beneficiare beneficiarie dovranno mantenere la loro attività nell’area ZEA per almeno sette anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi.Quindi un’ottima opportunità per le micro, piccole e medie imprese con sede legale e operativa nei Comuni aventi almeno il 45% della propria superficie compreso all’interno di una ZEA. Inoltre sempre in ambito di miglioramento della qualità ambientale dell’aria e della riduzione delle emissioni di polveri sottili in atmosfera, sono previsti finanziamenti ai comuni che programmeranno interventi di riduzione delle emissioni climalteranti degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa, di diffusione del trasporto pubblico a basse emissioni, di efficientamento energetico degli edifici. Il nostro capitale naturale va protetto e valorizzato. Ora occorre visione programmatica, coinvolgimento delle imprese e dei comuni, parte attiva in questo processo globale. Occorre guidare la transizione verso un modello di sviluppo compatibile con l’ambienteinserendo il tema della sostenibilità sarà messo al centro della nostra economia.Un ulteriore elemento di novità provvedimento è la possibilità che il proponente di un progetto, a fronte di nulla osta ed autorizzazioni, realizzi misure volontarie di tutela e valorizzazione dell’area protetta ed interventi di miglioramento ambientale (nel Parco nazionale dell’Alta Murgia, ad esempio, questo meccanismo esiste già dal 2016), riconoscendogli detrazioni fiscali per il maggior costo sostenuto . È pure previsto che per i tre anni successivi all’entrata in vigore del Decreto Legge, il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sia concesso a titolo gratuito e con priorità sugli altri interventi, per un importo massimo garantito per singola impresa di 2.500.000 euro alle micro, piccole e medie imprese che operano nel settore del trattamento dei rifiuti, delle energie rinnovabili, delle attività culturali legate alla tutela ambientale e alla valorizzazione dell’area protetta, dell’agriturismo, ovvero che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio compatibili con le finalità istitutive del Parco Nazionale. È necessario, però, che operino con sede o unità locali nei territori delle aree protette nazionali nel rispetto delle previsioni e dei vincoli stabiliti dal piano e dal regolamento del parco.Ancora incentivi finanziari per le imprese che operano nei Parchi Nazionali per attività eco sostenibili. In questi casi le micro, piccole e medie imprese che operano nei settori prima citati potranno usufruire di finanziamenti agevolati a tasso zero a copertura del cento per cento degli investimenti fino a 30.000 euro effettuati all’interno del territorio del parco nazionale. Infine, i proprietari di edifici localizzati in Comuni che partecipano con almeno il 45% del proprio territorio alla superficie di un Parco nazionale e che intendono efficientarlidal punto di vista energetico, potranno usufruire di detrazioni fiscali dall’80% al 100%.In realtà, Comuni che hanno porzioni di territorio così ampie in Parchi nazionali (che dovranno essere censiti con apposito decreto) non risultano essere molti e la misura sembra destinata ad avere un impatto positivo molto ridotto. Ma è sicuramente un passo verso la fiscalità di vantaggio nelle aree protette, anche se avremmo voluto che vi fosse maggiore coraggio nell’implementare azioni più articolate ed innovative.
Leo Nodari