A Teramo c’è un pedofilo ? Se sapessi il suo nome lo scriverei senza problemi con tanto di foto. Secondo alcune madri gira dalle parti della villa comunale e media Zippillitutti i giorni dopo le 12 e tutti i pomeriggi dopo le 17.Il fatto è che non usa l’agguato ne la violenza. Usa i social per attrarre. Per il momento ne sono convinte tre madri che ho incontrato domenica mattina, casualmente,nel supermercato davanti alla scuola media Zippilli. Magari è solo una sensazione , un presentimento, forse solo una paura. Ma il racconto è molto dettagliato. Allora metto le mani avanti. Prima di essere costretto ad aprirti la testa con “Flash”, la mia famosa mazza da baseball, intanto ti avverto. Poi se non è vero meglio così. Però poi, giovane signore con la giacca a vento scura, non mi dire che non ti avevo avvertito se una mattina verso le 12 scendo a trovarti. Come si avvicina questo giovane signore ? Con il nuovo social network cinese “Tik Tok”. Che riscontra un successo planetario. Vi è sfuggito? Anche a me. È normale, se siete nati prima degli anni 2000: il suo target sono gli adolescenti dai 10 ai 18 anni.Leggo stupefatto cheTik Tok oggi è l’applicazione più scaricata al mondo e si avvicina nei numeri a giganti come Facebook e Instagram e sorpassa i giganti Snapchat,.Creata in Cina recentemente (nel 2016 da Zhang Yiming) l’applicazione Tik Tok esplode quando si fonde con Musical. A colpo d’occhio, niente di eccezionale: dopo aver scelto una canzone in un vasto repertorio, l’adolescente si filma per realizzare un videoclip online e lo condivide con la comunità Tik Tok. A vederlo fare è simpatico. L’idea è di incarnare in playback i propri “tubes” preferiti, fare degli sketch o doppiare scene di film cult. L’arma segreta di quest’applicazione è la sfida: ogni settimana, Tik Tok propone una “scommessa” ai suoi utenti. Niente di che. Questa estate ad esempio proponeva il “Shoe Challenge”, che consiste nel provare il maggior numero possibile di vestiti e di scarpe in 15 secondi, naturalmente a tempo di musica. Un modo sottile di fidelizzare il pubblico fino alla dipendenza. E già questo è meno simpatico. Su questa piattaforma ogni dettaglio è importante: effetti, montaggio e trucco, tutto è fatto per aggiudicarsi il maggior numero di like e di sfide. E qua già non sono più convinto che sia positivo per ragazzi così giovani. Ma è difficile censurarlo. Però poi nessuna sorpresa che vi si ritrovino le messe in scena di stereotipi, mosse e mises sexy e soprattutto dei fisici glabri e come clonati. Nel regno dell’apparenza si fa l’elogio del corpo perfetto e si disprezza la differenza. E da disprezzo nasce disprezzo. Il fatto è che dietro l’aspetto creativo e ludico ufficialmente rivendicato da Tik Tok, si nasconde una realtà più oscura: il narcisismo a oltranza. Tutto è studiato, tutto è fatto per essere belli per gli altri. Per essere il più possibilmente perfetti. Per essere popolari su Tik Tok bisogna essere belli o eccezionali, oppure le due cose. E che si generi invidia negli altri: tutto ciò per cercare di piacere a sé stessi.Nel regno dell’apparenza e della superficialità non c’è posto per la differenza e per le imperfezioni. Secondo molti Tik Tok è una delle piattaforme più nocive per i giovani, in particolare per i più influenzabili. Essa li porta a pensare che sia necessario assomigliare a “quelle persone” per farsi accettare dagli altri, per essere qualificati come persone cool e dunque popolari. I giovani che non rientrano nei canoni di bellezza definiti dall’applicazione sono violentemente criticati. Culto dell’apparenza, regno della maldicenza, Tik Tokè un condensato di quel che si può trovare di peggio in società. Perché dovrebbero fare altrimenti? La popolarità dei profili varia sensibilmente in funzione del contenuto, sessuale o no. Il successo dei profili di due ragazze della medesima età – l’uno dai contenuti “normali” e l’altro dai contenuti sexy – è cheper alcuni si passa dai 70 like ai quasi 1.000, e questo prova che purtroppo c’è un pubblico per questo genere di video. Va da se che Tik Tok diventa il ritrovo di predatori sessuali e pedofili, che usandolo trovano nientemeno che un catalogo di video accessibili in maniera anonima e gratuitamente. Quest’applicazione non è che il riflesso di ciò che la società attuale infligge alle donne, oggi alle ragazzine, e a ciò cui esse sembrano acconsentire. Sembra che per esistere ed essere notata, la giovane donna debba riflettere i fantasmi maschili e suscitare il desiderio degli uomini. La femminilità è tristemente ridotta all’immagine di un corpo ben tornito vestito di abiti sexy. È questo il modello che vogliamo per le nostre figlie e che intendiamo proporre alle nostre ragazze? Contro il diktat delle apparenze, forse tocca agli insegnanti e ai genitori promuovere valori diversi. Genitori parlate coi vostri figli di questa applicazione, informateli dei rischi dei social network. Tenete d’occhio i contenuti che pubblicano online. Se l’uso di questa applicazione vi sembra irrimediabile, scegliete con vostro figlio un account privato. Bloccate e segnalate i profili sospetti. Attivate la “modalità ristretta” per non ricevere contenuti sensibili. Ma la migliore protezione contro le derive di quest’applicazione è semplicemente rifiutare di aderirvi. Ma scuola e famiglia hanno questo potere di convincimento sui nostri ragazzi?
Leo Nodari