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2899ABB1 FF78 4959 8B9E DEB1987E33DDLucia Marini chiude la sua bottega storica in via Capuani,  “La Genepesca”. La bottega della roba buona, dei salumi migliori, tante chicche alimentari e specialità che aveva reso famoso questa bottega alimentare molto, ma molto, prima del pescarese “Cicchelli”, fin dai tempi di un giovane Mario Ferrante.  Una conoscenza del settore alimentare tramandata nel tempo, anticacome la passione ed esperienza messa al servizio di chi ritiene che mangiare sano è prima di tutto salute. Una bottega alimentare specializzata nella selezione e nella vendita di prodotti alimentari di alta qualità. Che dall’inizio sostiene l'educazione al gusto come elemento fondamentale per la difesa della qualità e per la salvaguardia dei prodotti realizzati con metodi a basso impatto, a garanzia di un'alimentazione sana e genuina. Però a Natale ci sarà il trenino e tutto si risolverà per gli altri negozianti. Ricordo bene quando entravo da Mario anche per ritrovare l’atmosfera delle vecchie salumerie per fare la spesa, per degustare al tavolo o per la “stozza”. Uno straordinario “spazio del gusto” in grado di poter fornire un servizio utile e professionale, per soddisfare la richiesta di un numero sempre maggiore di consumatori che presta attenzione alla qualità, alla stagionalità e alla provenienza artigianale dei prodotti”. Eppure ha chiuso. selezione e nella distribuzione di prodotti alimentari di alta qualità. Però a Natale ci sarà il trenino e tutto si risolverà, per gli altri negozianti. La “Genepesca” è stata una salumeria d’altri tempi per disponibilità e per qualità del servizio, perchè era stata pensata con un format che consente di consumare i prodotti del banco insieme ad alcune preparazioni giornaliere di cucina per la pausa pranzo o per accompagnare un aperitivo con la ricerca e la selezione rigorosa riguardante sia le tipicità abruzzesi sia le specialità italiane e straniere. Eppure ha chiuso. Però a Natale ci sarà il trenino e tutto si risolverà per gli altri negozianti. Ricordo lo spazio dei formaggie dei latticini, la scelta dei salumi  straordinaria per varietà e per qualità, i gusti esclusivi, i condimenti originali con le rare selezioni di sale e di pepe provenienti da tutto il mondo, con i tartufi e con il pistacchio, con la pasta artigianale trafilata al bronzo e specialità dolciarie. Eppure ha chiuso. Però a Natale ci sarà il trenino e tutto si risolverà, per gli altri negozianti. A fare da sfondo una notizia direttamente da Poste Italiane sul quale non si è riflettuto abbastanza, ma che fa tremare quei pochi che ancora hanno il cervello acceso. Se è in crisi il commercio tradizionale c’è un vero e proprio boom dell’ e-commerce: il commercio online, la nuova frontiera degli acquisti. In Italia +32% annuo, in Abruzzo +77% in un anno. Teramo +137%. Numeri spaventosi. Se da una parte la crisi si è mangiata in 10 anni più di 400 mila attività è l’e-commerce il vero nemico, non più subdolo, delle piccole attività di qualità, il virus che sta attaccando per distruggere le realtà commerciali dei centri storici. Vero che anche a Teramo la crisi economica è tutt’altro che alle nostre spalle, almeno a guardare l’andamento del commercio al dettaglio. Vero che la manovra finanziaria 2020 ha scongiurato l’aumento dell’Iva ma il peso del fisco continua essere troppo elevato ed è diventato sempre più difficile fare impresa, anche perché il peso della burocrazia e la difficoltà di accedere al credito hanno costretto  molti piccolissimi imprenditori a gettare definitivamente la spugna.  Purtroppo nel nostro centro storico è facile imbattersi nelle insegne dei tanti negozi chiusi, e a colpire è il rarefarsi di quel piccolo commercio di prossimità che costituisce l’antidoto principale allo spopolamento di un centro storico. Alimentari, abbigliamento, ma anche edicole o artigiani: tali tipologie di negozi vanno scomparendo non solo nel nostro centro ma anche in numerose altre realtà italiane, che si trovano a dover accompagnare tali attività commerciali verso una riconversione necessaria e ragionata, e ne salvaguardi il ruolo decisivo, come motori di un nuovo sviluppo locale per la coesione della comunità locale In un’epoca caratterizzata da un cambiamento profondo nelle abitudini di acquisto e consumo da parte degli abitanti, che si affidano sempre di più al commercio on-line con effetti poderosi anche sul fronte dell’impatto urbano le città devono fare fronte comune, e ritornare all’antico, ma con strumenti nuovi. I negozi come hub di comunità, senza i furbetti che tirano la volata solo a loro, senza sconti nascosti, promozione mascherate, senza i trenini inutili che saranno “un grande successo” , senza Natale con gli amici con i soldi della comunità, senza le puttanate fatte con lo stesso piacere di un calcio nelle palle, senza i “capitaz” da generali senza esercito, solo con la voglia di fare il bene della comunità,puntando a creare le condizioni per incentivare le aperture di nuovi esercizi commercialioltre a rendere di per sé veramente più attrattivo il centro storico per cittadini e turisti. Mi pare che questa sia una vera e propria urgenza: l’immagine delle vetrine chiuse, in centro e nelle vie laterali, rimanda in maniera chiara la necessità di un intervento forte e deciso.  Dimenticavo, ora c’è il trenino, di turisti e dalla costa verranno in massa. L’importante è non lamentarsi al prossimo che chiude.

Leo Nodari

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