Less gismass canta il pescatore siciliano. Tutti aspettano il Natale! Forse per approfittare di un po’ di vacanze, forse per aver più tempo libero, forse ancora per far festa insieme a parenti ed amici, ….lo vediamo in questi ultimi giorni in cui frenesia, corri-corri, acquisti, spese varie, regali, musiche, luci, addobbi di ogni genere, mostre di ogni tipo, e chi più ne ha più ne metta tutto deve concorrere a far festa! Anche i ragazzi aspettano con ansia il Natale. Ma tutto questo è Natale ? Sono stati giorni frenetici, di grande eccitazione, regali, falsità, abbracci, bugie, carte di credito, blasfemie, profumi, agnelli, ostie, sfujatell’, file per comprare, file per pagare, file per andare, vestiti nuovi, abitudini antiche, progetti futuri, noie mortali. Insomma una grande rottura di palle, quella che precede il Natale. Ora forza, tutti in rosso per lo sforzo finale, il capodanno, gingol bel gingol bell. Ma tutto questo è Natale ? Verrebbe la voglia di rispondere subito “No” e chiudere qui ogni discorso, ogni riflessione! Per non parlare del buonismo imperante in questi giorni, in cui ci sentiamo tutti più buoni, anche se non ci salutiamo con il vicino o il parente. e poi finito il tutto ritorniamo ad essere quelli di sempre, peggio, quelli di prima. Si quelli di prima, nel senso che privilegiamo il nostro io, ci richiudiamo nel solito tram-tram della nostra vita quotidiana, lasciando da parte i vari incidenti che possono capitare, (sperando che capitino sempre agli altri!) licenziamento, disoccupazione, malattie varie, morti per freddo, o per mancanza di un tetto, … e andiamo avanti pensando che noi siamo il centro del mondo, la nostra famiglia, la nostra casa, il nostro lavoro, e niente più. Forza da domani tutto torna lecito. Avanti verso il capodanno. L’avvocato avrà di certo già preparare 8 coppette per la buona bamba, bianca e buona da servire con la lenticchia; la moglie del guardone è in già in mutande rosse, ma ha speso poco, tanto se le leva subito; i nuovi buoni, cioè i nuovi ricchi, sono già in fila a piazza martiri dal capo massone. A lui ce l’ho veramente in cuore, far finta di credere a Gesù, fingere che gli interessi sta favoletta di Betlemme diventa sempre più difficile. Ma almeno quest’anno gli sono arrivati i soldi dei nuovi buoni, evvai con due casse di Krug. Una la diamo al servo con la barba il cui unico obiettivo è cancellare chi lo ha messo a far finta di comandare; l’altra è per il segretario recchione marcio, lui la beve e poi con quel collo lungo lungo ci va diretto in paradiso, l’altra per la signora che 5 mila euro per non fare niente sono pochi, inutile darli ai poveri, tanto saranno sempre con noi. Per fortuna questo Natale è finito! Quante incrostazioni abbiamo creato attorno ad un semplicissimo fatto, accaduto in un piccolissimo villaggio della Palestina, oltre duemila anni or sono! Certo i secoli passati, la storia trascorsa, le generazioni che si sono succedute, le civiltà che si sono accavallate, tutto ha contribuito a creare tutte queste incrostazioni. Ci vorrebbe altro che detersivi potentissimi per poter ritornare al fatto originario puro e semplice! Aggiungiamoci poi lo sviluppo della tecnica, il consumismo sfrenato del nostro occidente, e il Natale è bello che morto e sepolto sotto tutte queste macerie! Sta ora agli uomini di buona volontà, come cantarono gli angeli a suo tempo, cercare di ritrovare quel piccolo Bambino con sua madre e il padre, per vedere che cosa hanno da dirci oggi. Certamente non staranno lì a recriminare il tempo passato, ne le varie incrostazioni che si sono sovrapposte nel corso dei secoli, ma solo saranno lì a ridire magari con una flebile voce: Dio vi ama. Questa è la grande notizia del Natale, questo è il messaggio sublime di questa festa: nonostante tutto Dio ama l’uomo! Dio appena nato ci aiuta a vincere ogni forma di violenza, di odio, di rancore, di intolleranza, di indifferenza. A guardare al di là del bene e del male. Nonostante l’uomo il bambino ci dice che la vita è gioia, ma anche compassione. La vita è donare senza alcun interesse, perché si è già avuto il dono più grande, quello della vita. Il bambino che nasce a Betlemme, in una grotta, sfidando Erode, ci invita a vivere a fronte alta. Ci dice che è giusto prendere posizione. Ci invita a schierarci. Ed allora dare senso alla nostra vita significa, secondo me, non smettere mai di amare, anche quando sembra che altri sentimenti abbiano preso il sopravvento. Basta cercare, dentro se stessi o attorno a noi stessi e si trovano giacimenti impensati di amore e di vita. È amando, che oggi ringrazio per l’amore che la vita mi regala. Forza, un anno nuovo è vicino. E che sia nuovo.
Leo Nodari