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corsoruggiChi parla di 50mila persone. Ma i più ottimisti scrivono su facebook di 150mila. La gara con l’assessore Filippone è a chi la spara più grossa tra “Quelli di… “ e “Capodanno in pazza con La ruva”. Intanto oggi giungeranno da tutte le parti del mondo (è scritto proprio così) “per un incontro epocale.. credo a memoria d'uomo mai realizzato nel territorio nazionale”. Sarà! Oggi si rivedranno alcuni giovani che hanno animato Corso S.Giorgio. Una bella operazione di “Amarcord” collettiva voluta dal bravo Renzo Miracoli con l’immancabile Guido barbudos Campana e l’eterno giovane Alessandro Nardi. Basta fermare quell’esaltato  che scrive ste cose e fa i danni. Un salto nel passato. Un grande impegno social. I post che lampeggiano sullo schermo del cellulare riportano nomi archiviati nella memoria. 20 anni fa. No, aspetta. Sono almeno 25. Erano a scuola insieme, hanno condiviso professori geniali e compiti fiume ma soprattutto le vasche sul Corso. E poi, dopo il diploma, ciascuno per la sua strada. Alla fine i vecchi compagni di scuola, anche quelli più vicini, finiscono per perdersi di vista. In quei giorni non c’erano cellulari e soprattutto non c’era Facebook.. Il messaggio appena arrivato, quindi, si apre con il cuore in gola, certi che sia portatore di sventura. E invece no, la vecchia compagna di scuola avvisa: sono passati 25 anni dalla mitica classe tal dei tali, quale migliore occasione per rivedersi? Il progetto ormai è partito, scatta la ricerca su Facebook di tutti gli ex studenti della classe, ci si scambiano informazioni per rintracciare quelli che sono refrattari ai social network e viene creato il gruppo su WhatsApp “Sei di Teramo se…”. Poi, però, torturati dalla paura dell’impatto con il passato e del confronto (in perdita) tra chi erano e chi sono, ci sono quelli che si fanno prendere dal panico. Alla fine arriva il momento atteso: difficile riconoscere tutti questi signori di mezza età. A volte è solo lo sguardo che aiuta, altre volte è la voce che è rimasta la stessa. La parte maschile, in genere, se la cava meglio. Per le donne è un martirio nonostante le maggiori cure che le donne, di norma, dedicano al proprio aspetto. Però per alcune il tempo sembra proprio non essere passato: solo le rughette intorno agli occhi, quando sorridono, denunciano che 25 anni se ne sono già andati dall’ultima volta che le avete incontrate. Alcune, anzi, sono più sicure di sé, più consapevoli di piacere al prossimo e persino più bone. La pagina comincia a popolarsi di persone e di messaggi che sembra arrivino direttamente da un altro tempo. E qui, fra una proposta sul cosa fare e la contrattazione infinita sulla data del ritrovo, cominciano i dubbi e anche la paura. Ma quali sono le motivazioni che spingono un gruppo eterogeneo di persone oltre i 50 anni, sparse su e giù per l’Italia, a ritrovarsi dopo tanto tempo? Forse sarebbe meglio conservare i ricordi della giovinezza così come sono, incastonati nel passato ideale. E poi perché sottoporsi allo stress di venire giudicati, soppesati per l’aspetto, per la riuscita professionale e personale, quando sarebbe così facile lasciare le cose come stanno. Ma qualcosa che resta, al di là delle chiacchiere e dei ricordi tra vecchi compagni di scuola, c’è. È l’emozione di guardarsi indietro e, con un senso di vertigine, scoprire quanta strada abbiamo fatto e la direzione che abbiamo preso. È la certezza di venire proprio da lì, di avere delle radici e delle motivazioni in comune con quelli che, a prima vista, sono solo un gruppo di signori di mezza età un po’ sciupati. E invece sono proprio loro: i tuoi compagni di scuola. Se non mi riconoscono perché sono troppo invecchiata? Come faccio a ritirare la panza di sto Natale esagerato ? Sono troppo grassa e brutta ? Farò ridere i miei figli con i vestiti dell’epoca ? Anche senza capelli posso sembro un rocker ? E se sono l’unica donna separata della serata (opzione abbastanza improbabile...). Sarà sempre bella Francesca ? Ci sarà Nicola che somigliava a Simon Le Bon ? E cosa diranno sul fatto che sono precaria, anche se ormai sull’orlo dei 48 anni? C’è chi teme di incespicare sui nomi, tentando di far coincidere l’immagine del ricordo con un viso reale che non gli assomiglia più. Oddio che angoscia. Una chiamata del genere che arriva dal passato, poi, costringe anche a compilare un bilancio della propria vita. Tutto bene per chi ha avuto successo e ha realizzato i propri progetti. Si può anche esibire la classica famiglia felice, accanto agli obiettivi professionali raggiunti. Ma le separate e i precari, si sono trovati davanti a un dilemma: andare e rischiare i confronti e i possibili commenti poco piacevoli o inventarsi un impegno? C’è anche chi finge di non esistere, di non avere un profilo Facebook e non conoscere nemmeno l’uso e l’esistenza di WhatsApp. Ma i fanatici delle riunioni, quelli da cui parte la bella idea di ritrovarsi, sono come dei cani da caccia: non mollano la preda e riescono a scovare anche i più riottosi. Chissà che fine ha fatto Giorgio che mi regalò il primo bacio. Verrà Antonella che, quante seghe gli ho dedicato. Chissà se verrà anche la compagna di banco a cui ho affidato per anni i nostri pensieri più segreti? E quella così antipatica che sparlava alle spalle di tutti? Insomma. Buttate il cuore oltre l’ostacolo, e cercate di esserci.  

Leo Nodari

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