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GIUNTADALBERTOBIS

"Lasciare le cose in sospeso è condannarle a cadere nel nulla” scrive Gabriel Garcìa Marquez, nel suo “Cent’anni di solitudine”. Il Premio nobel colombiano mi è tornato in mente mentre guardo le prove di Sanremo che sono tutte un “sospeso”, con tutti proiettati alla ricerca di un “quid” che dia un senso, che accenda la serata.. Come la quasi nuova giunta di Teramo, che nuova non è, dove provo a cercare un “quid” che mi entusiasmi. Ma è colpa mia se non mi entusiasma ? Se è colpa mia ditemelo sono pronto a cambiare opinioneGiudizi prima di vedere questa banda all’opera non voglio esprimerli. Però non mi entusiasma. Volevo di più.  Teramo può dare di più. E merita di più. Chi accenderà l’entusiasmo ? La nuova Giunta D’Alberto è certamente migliore della precedente. Certamente l’ingresso del prezioso  Giovanni Cavallari - persona seria, stimata e capace – potrà aiutare. L’assessorato all’esperto Maurizio Verna – brillante, lungimirante, capace di coniugare il suo guardo tra presente e futuro – potrà fare molto. Però volevo di più.  Teramo può dare di più. E merita di più. Ma poi diciamolo, anche gli altri nuovi, forse solo un spenti, portano un vento di cambiamento e novità. Ma non basta.  Volevo di più.  Teramo può dare di più. E merita di più. Avrei visto bene il genio politico di Di Dalmazio. Ma il suo Dna questa volto gli ha suggerito di tenere le mani libere e i piedi di lato. E questo un bel segnale non è. C’è la figlia di Marcello Maranella che ha la faccia furbetta e , forse, potrà fare bene anche senza un incarico vero. La Di Padova potrà far pesare la sua sensibilità sul bilancio. Gli altri quello che possono fare lo hanno già fatto vedere, e non mi hanno entusiasmato. Forse faranno meglio. Anzi dovranno fare meglio. Perché abitiamo in una città bellissima e meritiamo di più di quello visto fino ad ora. La nostra città, ha una posizione turisticamente strategica, con un potenziale enorme fatto di natura e enogastronomia, dove però ci sono pochi servizi, pochi spazi per fare sport, un teatro privato che limita le potenzialità dei più, dove è ancora troppo difficile coltivare l’impegno civile. È una città piccola, dove, per un giovane,  progettare una vita dignitosa e immaginare un futuro, sembrano diventati un’impresa impossibile. Ma sappiamo tutti che questa non è l’unica Teramo che esiste. Fino ad oggil’amministrazione D’Alberto, eletta annunciando un radicale cambio di passo, nonostante avesse una prateria libera davanti a se  - dopo i disastri di Homer il distruttore e l’ex fedele gatto che lo ha tradito con il pesciocutarolo – non è riuscita nel realizzare quel “cambiamento” promesso.La città lo vede. La città lo sa. La città critica, ancora non condanna, ma critica.  Tentano di trovare spazio quelle persone e forze che, facendo finta di non essere complici dei disastridi Homer, aspettano al varco la fine del mandato dell’attuale giunta per rimetterci le mani sopra con i nuovi mostri, i “gattocutaroliCerto, diciamo pure che la situazione di Teramo era disperata e D’alberto ci ha messo passione, tempo, impegno quotidiano. Certo ricordiamo che la perdita di centralità rispetto al contesto regionalenon è di oggi ed è stata occasione per mettere la nostra città a disposizione delle carriere di pochi avvoltoi, invece che per progettare un futuro adeguato allo sviluppo sostenibile dei suoi abitanti. Certo, per anni sono state imposte alla nostra città scelte politiche di destra, giustificate da un’acritica accettazione dei vincoli di bilancio e dai patti di stabilità (locale, nazionale, europeo) che hanno impedito di investire in spesa pubblica e soprattutto nel sociale. Scelte che hanno comportato sofferenze, privazioni, arretramento per l’intera città, a cominciare dai giovani, e dai più bisognosi.  Eppure, nonostante tutto, a gardarlaoggi, Teramoappare ancora bella. Teramo è Bellezza, è Cultura, è Storia, è TradizioneDeve rimettersi in moto. Può farcela.Per questo voglio credere che  i più bravi e i meno bravi della nuova giunta, tutti insieme si impegneranno per il rilancio della città. Chiedendo anche aiuto ai cittadini.  Studiando e lottando, digrignando i denti e incazzandosi per ricevere finanziamenti adeguati, confrontandosi e combattendo per trovare nuove risorsefinanziarie e umanistiche.Allora e solo allora avremo il cambiamento. Una gestione pubblica, trasparente e efficienteSo che in questa città ci sono tanti come me che non si rassegnano alla precarietà, al degradoallo smantellamento. Tanti che provano a valorizzare il loro quartiere con attività e momenti collettivi di sport, di festa, di solidarietà, di cultura, di cura e recupero degli spazi comuni.Per chi non ha intenzione di sedere alla tavola della spartizione del declino della nostra città, questo , oggi, è il momento di avere uno scatto d’orgoglio e puntare al riscatto nella nostra città. La sfida è lanciata. Avanti.

Leo Nodari