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SIAMOSOLI

Quando veniva al liceo classico “Delfico” non gli avrei dato mezza lira e lo prendevo a calci in culo: mi dicono che è uno di quelli in prima fila, è arrivato a fare 16 ore in reparto senza prendere un caffè. E gli dico grazie. Ricordo il mio disprezzo per il suo modo di fare quando ero nel suo reparto: mi dicono che è la colonna contro il virus e ci sta mettendo anima e cuore. E mi inchino. Dal balcone di casa, dietro la villa comunale, vedo le ragazze e i ragazzi della Croce Rossa regalare il proprio tempo, con impegno, per gli altri, rischiando, ore e ore a disposizione. Un applauso forte va a loro. A Piazza Garibaldi vedo i ragazzi in divisa, ore e ore di controlli, giorno e notte, li vedo spendere una parola, tranquillizzare i giovani, spendere una parola e una carezza per gli anziani per convincere tutti a stare a casa, …e scusi tanto se non è niente. Mentre i presunti vip di sto cazzo fanno i video che fanno cacare, senza vergogna, senza capo ne coda. Copiano ma non sanno manco copiare. Vedo i tanti che continuano a tenere aperto il Paese, al nostro servizio, perché il Paese non muoia. Inchinandoci diciamo grazie anche a loro. Stringiamoli tutti in un grande abbraccio. Stringiamoci tutti in un grande abbraccio, perché ora siamo soli. Siamo solo noi. Gli italiani

Ci sono i commercianti di Corso san Giorgio o del Centro Gran sasso che avevano appena fatto una bella vetrina con l’abbigliamento  primavera estate, studiato, visto, rivisto, per non sbagliare, per non rischiare, per non saltare in aria tra cambiali e cartelle. Poi è arrivato il mostro e quella roba resterà in vetrina. Poi c’è Marcello che si preparava al 1 maggio; c’è Filomena che aveva pensato all’asporto, c’è Daniele che ha dovuto chiudere nel periodo migliore, c’è Valerio con la cucina nuova, c’è Francesco con i suoi prodotti freschi, c’è Carlo il ristoratore con il menù nuovo, alimenti freschi, studiati, ricercati, provati, riprovati, per fare colpo, per cambiare il furgone e la cucina. Ci sono i tantissimi imprenditori e lavoratori degli hotel della costa, del turismo a prenotazioni zero. Tutti in attesa che qualcuno gli dica quando riaprire e come pagare le fatture. E sono soli. C’è Giorgio Panariello che rimanda, e a Pescara verrà il 1 maggio, e pazienza. Le Vibrazioni sold out invece annullano Pescara, e pazienza. Decine di contratti estivi bloccati. E pazienza. Ci sono tanti artisti più grandi che saltato un intero tour, e pazienza. Ma in Abruzzo ci sono tanti ragazzi delle band che aspettavano il sole e le piazze per cambiare macchina, per la chitarra nuova. E tanti che svolgono i servizi allo spettacolo, al cinema, alle biblioteche, all’offerta culturale in generale, lavoratori con poche garanzie che, in un momento come quello che stiamo vivendo, rischiano tutto. Ci sono tanti con contratti atipici, partite IVA, freelance, prestazione occasionale o a giornata, che non sanno come vivere. Tutto fermo. Tutto rinviato. E sono soli. Chiudono le Città, chiudono le Università. Anche l’Europa ci chiude le porte in faccia. Il mostro si porta via ogni certezza.  Lui, il mostro, inimmaginabile, imponderabile, insospettato. Lui, il mostro, mordace, spaventoso, tremendo, sta occupando l’Europa e percorrendo  il pianeta, ma ha scelto, proprio l'Italia come avamposto per fermarsi, graffiare, piegare e poi assaltare le prede. Ha impiegato solo 1 mese per inginocchiare uno dei Paesi più ricchi del mondo, con uno dei sistemi sanitari migliori al mondo, per indurre la paura, il panico, stravolgere le vite, affossare una parte del sistema economico, far crollare la borsa, incrinare la fiducia nel futuro. Lasciarci soli a combattere. 

Una parte fondamentale l’ha fatta il mostro. Una parte non marginale l’hanno fatta gli accaparratori di cibo, gli speculatori che hanno lucrato su mascherine e amuchina, i politicanti vomitevoli in cerca di gloria in Tv, la neo virologa Durso, la dispensatrice di consigli zia Mara (condannata per concussione per pubblicità occulta con Pippo Baudo). E tutti quelli che continuano a blaterare in tv, come se qualcuno li stesse a sentire sti stronzi. Poi Sgarbi contro Burioni, Vespa con le sue “verità”, i complottisti contro i militari della Nato e i carri armati che bloccano l’autostrada a Pineto. Che rido per non piangere. Ma anche i giovani tossici dell’aperitivo ma indifferenti alla fica. Quelli che hanno bisogno di sniffare e non di scopare. I soliti italioti idioti che …io so io e voi…,  gli anziani che che se ne fregano e girano dalle 7 tutti i negozi, vie, piazze d’Italia, allontanati e reietti come i lebbrosi. Tutti hanno contribuito all’attuale momento che viviamo. A renderci più soli. Poi ci sono quelli come Renzi, che porta il suo inglese improvvisato, la sua faziosità, la sua rabbia, la sua ignoranza, e tutta la sua mediocrità, in giro per l’Europa per parlare male del suo Paese, tanto per farsi riconoscere anche fuori per la persona che è. E ci sono i prototipi della falsità, tipo Christine Lagarde, che ci mostra il vero volto dell’Europa. Quello anti italiano, quello che ci schifa, quello invidioso, piatto, quello felice delle nostre difficoltà, da mangia lumache e patate, dai decimali perfetti. E mi preoccupo molto perché è chiaro che siamo soli. Stare a casa va bene, ma non basta.   Allora stringiamoci tutti in un grande abbraccio, perché siamo soli. Siamo solo noi. Gli italiani. In ginocchio. Ma non sconfitti. Più cazzuti che mai. Pronti a rialzarsi. 

Il mostro ha potuto attaccarci perché, taglia che ti taglia, metti l’amico e l’amica che la da all’amico, sistema quello che mi trova i voti là, sistema il nipote del primario qua, metti l’ignorantone su, metti il servo giù, conferma il trasformista cafone, che non capisce niente e non parla italiano corrente, dove invece dovrebbe stare uno capace, e il gioco è fatto: abbiamo crepato la sanità. Tagliato quelli che chiamavamo costi invece che considerarli risorse per il Paese. Affossato strutture prestigiose per salvare coaguli di voti infetti come il virus. Per questo oggi abbiamo paura. Ma tanto tra un paio di mesi la paura sarà passata e alla prima occasione da corrotti, quali siamo noi, ridaremo il voto alle stesse persone. Tranquilli.

Intanto stiamo a casa. Spaventati. Nel silenzio. Nell’incertezza. Soli. Molti con una sola certezza che fa disperare: cosa ritroverò quando sarà passata. Ci attende un periodo di silenzio, a luci basse, chiusi in casa. Nei giorni della quaresima. Che è tempo di riscatto. Una parola sconosciuta. Che invita a fermarsi. A riflettere. A chinare il capo. Soli sarà più facile coglierne il senso.

Leo Nodari