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TEMPOSPERANZAQuesto è il tempo della speranzaNella Via Crucis, tra sagrato e colonnato di piazza San Pietro, un immenso Papa Francesco, si fa, ancora una volta unico interprete e unico testimone credibile del tempo che viviamo.  Una macchina scenica perfetta. Espressione di una potenza mediatica e  spirituale senza pari – per l’immensa platea dei credenti collegati dall’intero Pianeta. – destinata ancora una volta a meritarsi un posto di riguardo tra le pagine di storia. In presa diretta. un teatro liturgico, cinematografico, iconografico, narrativo, letterario e televisivo, unico. Video, fotografie, istantanee di una mise en scene studiata con intelligenza diventano – ancora una volta, come nella millenaria tradizione cattolica – uno strumento per celebrare la Chiesa, per dare forma tangibile a Dio, per mettere negli occhi, nelle mani e nella tensione desiderante dei fedeli, l’enormità di una Parola misteriosa. Il meccanismo della seduzione e il piano della dottrina coincidono, da sempre, facendosi produzione artistica, opulenza massima nella estrema semplicità. Tutto per celebrare Cristo che accetta la croce. Tutto per dare corpo al mistero della resurrezione. E dire in mondo visione “Questo è il tempo della speranza”. ICensispochi giorni fa ci ha descritto come un Paese “stanco”, “incerto”, “svogliato”, con “poche idee” che vivetra sentimenti di paura e pessimismo, in molte zone “cattivo”, inteso come istinto di difendere il proprio spazio avvertendo gli altri come un’insidia.In questo quadro non proprio incoraggiante, ecco che in questa fase di passione per tutti, Papa Francesco nel Venerdì santo della passione,torna a parlare di speranzaArrivano momenti nella storia dei popoli nei quali le parole non solo sono importanti ma addirittura vitali. Lui lo sa. Sa che “Questo è il tempo della speranza”. Ma che dice questo Papa, che dona un palazzo intero ai senza casa, che abbraccia i poveri, che parla ai diseredati, che prega e invoca misericordia per gli ultimi della terra ? Ma che dice questo Papa, mentre abbiamo la sensazione di muoverci come a tentoni dentro un presente del quale sfuggono i tratti autentici e mancano certezze ? Politica, economia, lavoro, il domani nostro e dei nostri figli sembrano avvoltida un futuro sfumato. Dov’è allora il tempo della speranza? Tra tanta domande, timori, tanta inquietudine dov’è la rotta che ci guida fuori dal deserto ? In un contesto di individualismo esasperato, in un quotidiano frenetico, tra cittadini disorientati che fanno fatica,  dov’è “il tempo della speranza” ? Un'antica omelia aramaica  diceva: "Oggi sulla terra c'è grande silenzio, e solitudine. il Re è morto: la terra è sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è svegliato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano” Ecco dov’è la speranza. Certo in queste settimane di apprensione per la pandemia che sta facendo soffrire tanto il mondo, tra le tante domande che ci facciamo, possono essercene anche su Dio: che cosa fa davanti al nostro dolore? Dov'è quando va tutto storto? Perché non ci risolve in fretta i problemi?  Come si può parlare di speranza davanti a tanto dolore e tanti morti. E Dio ci risponde tramite il figlio. Il figlio morto sulla croce. Il Figlio che  non punta il dito contro qualcuno, neppure contro coloro che lo stanno crocifiggendo, colui che spalanca le braccia a tutti; che non ci schiaccia con la sua gloria, ma si lascia spogliare per noi; che non ci ama a parole, ma ci dà la vita in silenzio; che non ci costringe, ma ci libera; che non ci tratta da estranei, ma prende su di sé il nostro male, prende su si sé i nostri peccati. Dio ci risponde, ma non sempre vogliamo leggere i suoi messaggi. Ci risponde dalla sua cattedra: la Croce di Cristo.Dopo che il suo corpo, tolto dalla croce su cui è morto, è deposto nel sepolcro discende agli inferi compiendo la sua vittoria sulla morte, e apre le porte del paradiso. La speranza è nel mistero della resurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrata domani nella Pasqua.La Pasqua ci dice che Dio può volgere tutto in bene. E questa non è un'illusione, perché la resurrezione del Cristo non è un'illusione, è verità. Che con Lui possiamo davvero confidare che tutto andràbene. Ecco perché  domani mattina, domenica di Pasqua, Francesca tornerà ad invitarci: 'Non abbiate paura!'". Francesco citando il “discorso della montagna” ci dice che oggi più che mai “C’è una sete interiore, una fame interiore, una inquietudine”, ha aggiunto a braccio. “In ogni cuore, perfino nella persona più corrotta e lontana dal bene, è nascosto un anelito verso la luce, anche se si trova sotto macerie di inganni e di errori, ma c’è sempre la sete della verità e del bene, che è la sete di Dio”, ha assicurato il Papa: “È il Risorto che suscita questa sete: è Lui l’acqua viva, è Lui il soffio creatore che le ha dato vita.”. Lui è l'amore che a Pasqua ha guarito il nostro peccato col suo perdono, che ha fatto della morte un passaggio di vita, che ha cambiato la nostra paura in fiducia, la nostra angoscia in speranza.E’ Lui la speranza

Leo Nodari