Nel mio ultimo incontro alla Sapienza prima del blocco, ricordavo che nelsuo capolavoro , sempre attuale, “La banalità del male”,HannahArendt sottolinea come lo sguardo, il vedere e l'udire,siano decisivi per la nostra responsabilità davanti al mondo e alla storia. Oggi, nella situazione data, che è più grave sotto il punto di vista economico che sanitario, dobbiamo essere capaci di mettere in azione la nostra responsabilità. Il nostro sentirci parte di un tutto. Cristianamente o laicamente, ognuno come sente. Ma parte di un tutto. La nostra etica deve tornare a prevalere. Non si restare indifferenti davanti a ciò che ci circonda. Occorre tornare a stabilire regole etiche per nostra futura convivenza sociale, costruendo una responsabilità diffusa. Dico questo anche alla luce di alcuni colloqui recenti che mi hanno molto turbato. E che deve vederci tutti coinvolti. Se siamo uomini. Poi se siamo bestie indifferenti ognuno continui a pensare, egoisticamente, solo a se stesso. Anche a Teramo, e nelle piccole città il virus comincia a portare allo scoperto i nuovi poveri. Lo sapevo. Ma non credevo così presto. Enti, parrocchie, associazioni, tutti, evidenzianol’aumento. Ma non credevo così presto un aumento costante in numero assoluto. Tutti italiani perché gli altri dati non arrivano. Anche a Teramo si rileva un aumento delle richieste di beni primari, anche da categorie di persone da me impensate fino a qualche tempo fa. Ci sono dei settori o degli “scudi” di protezione che frenano gli effetti più pesanti della crisi economica. Sono rimasti i pensionati e la loro pensione è il salvagente di tante famiglie. Però è chiaramente una difesa che viene progressivamente meno. Se, quello che la rete sociale rileva e assiste normalmente, è relativo alla grave marginalità, ossia alla povertà conclamata, oggi un enorme macigno è piombato con violenza a complicare la già grave situazione. Sono tutte quelle famiglie (o nuclei) prima in condizione di vulnerabilità, ossia in quella fascia in cui un banale imprevisto (una malattia, la perdita del lavoro) ha portato il nucleo in condizioni di reale povertà. Attività commerciali,artigiani, bar, ristoranti chiusi, i tantissimi che si arrangiano con i lavoretti quotidiani, i tanti giovani che lavorano in nero, parlo di migliaia di persone che sono rimaste senza reddito. Ma non senza spese. Anche a Teramo sono in continuo aumento le richieste di pagamento di bollette e affitti e anche di cibo. E’ un’urgenza che richiede risposte immediate, rispetto alla quale non c’è la possibilità di alcun discorso di tipo educativo. Mentre diventiamo sempre più impotenti nel venire incontro a questi bisogni. Nei giorni di Pasqua e pasquetta, nel giro di telefonate per gli auguri, specialmente con alcuni amici parroci, ho dovuto constatare, numerosi casi di difficoltà economica, con famiglie che iniziano a vivere situazioni di indebitamento. Anche a Teramo il ricorso all’usura è molto diffuso. E tutto questo crea profonda demoralizzazione, anche tra gli operatori. Il crescere di tanta povertà davanti alla quale, spesso,non si hanno risposte, lascia sgomenti. Occorre una scossa, occorre un supplemento di impegno, oltrea l’affidarsi alla Provvidenza. L’istat il 9 aprile scrive che in seguito all'emergenza Covid-19, in Italia ci saranno 2,2 milioni di nuovi poveri, cioè 4 milioni di poveri . Come comunità e come singoli siamo chiamati alla carità e, come ci ha ricordato papa Francesco nell’Angelus diPasqua a “riscoprire e approfondire il valore della comunione”. Per far fronte a questa emergenza, che vede ancora una volta esposte le persone più fragili, occorre una solidarietà concreta. Ma non basta. Ci sarà una generazione che rischia seriamente di rimanere senza futuro. Vogliamo continuare a pensare solo a noi stessi, o pensiamo che la cosa ci riguardi ? Per tre anni si ridurrà l'accesso ai servizi educativi, agli spazi del tempo libero, alle relazioni reali, con una diffusione sempre maggiore dell'analfabetismo emotivo, dei maltrattamenti e degli abusi, del reclutamento nella delinquenza.Vogliamo continuare a pensare solo a noi stessi, o pensiamo che la cosa ci riguardi ? In queste condizioni, con il Covid-19 che, come una feroce mano invisibile avrà fatto terra bruciata di molte vite, andrà ricostruito non solo il Paese dal punto di vista economico ma ancheeducativo e sociale. Vogliamo continuare a pensare solo a noi stessi, o pensiamo che la cosa ci riguardi ? E’ del tutto evidente che saremo sempre più soli e che la crisi di risorse si trasformerà,sempre di più, in una crisi di identità, di sentimenti e di etica per lanostra futura convivenza sociale, costruendo spazi e tempi di "responsabilità diffusa".Ed è solo con questo sguardo e con questa responsabilità che potremo affrontare l'enorme sfida del mondo cambiato dalla mano feroce del virus.Questa emergenza ci deve far sentire tutti uniti e solidali .E’ necessario che anche dalla nostra città emerga il volto bello dell’Italia che non si arrende.
Leo Nodari