Oddio quant’ màpiaciut’. Passeggi mano nella mano ? E ci prendi nafreca de mazze. Fatto bene frocione. Si, la notizia è di quelle che ti rallegrano la giornata triste. Un ragazzo – frocione - è stato aggredito. Era in compagnia del fidanzato - frocione pure lui - quando è stato avvicinato e picchiato. Ad aggredirlo sarebbe stato un gruppo di giovani sani, alti e belli, grossi un bel pò, 80 chili di vero manzo italiano, veri maschi , forti, virili, con l’affare enorme, usato nel modo giusto. Gli hanno menato. Fatto bene. Del resto il clima di odio che si respira in tutte le manifestazioni del Paese è quello che è. E non importa a nessuno, visto che nessuno partecipa a niente. Poca gente anche alla manifestazione conclusiva del Pride di Pescara, pochissimi che hanno partecipato agli incontri precedenti.
Lontani sono i giorni in cui i deputati del M5S si baciavano in parlamento per difendere i diritti di uguaglianza tra cittadini e chiedere di inasprire le pene per i reati di discriminazione sessuale. Pesante è l’assordante silenzio dell’opinione pubblica su episodi di violenza come questi, confusi con “ragazzate” , cose comprensibili”, “una reazione ad una provocazione”. Questa è la realtà, questo il clima culturale che spinge un gruppo di giovani a picchiare un ragazzo solo perché “frocio”. Nell’indifferenza dei più e la comprensione se non complicità del mondo social. Nessuno ha il coraggio di dirlo, ma c’è il mondo virtule che parla. I più si dicono a favore della famiglia tradizionale. Sono certamente gli ex seguaci di Silvio il satrapo, che, in quanto a famiglia tradizionale, è stato un grande esperto. Sono certamente tutti vicini al noto Vescovo che vive davanti allo specchio, i tipicicattolici de noantri, che non leggono ne le encicliche di Papa Francesco, ne le chiare e non modificabili dichiarazioni pubbliche di questo Papa. Li conosciamo questi bravi cattolici amici del Vescono, uno a caso, fate voi,tutti non vedo, non sento, non parlo, tutte labbro rifatto, debituccio per la giacca nuova, tutte chiacchiere e distintivo, tutti buoni, quelli che amano tutti, come dicono Gesù, Giuseppe e Maria, ma sotto gli ombrelloni, brutto negro, non mi rompere i coglioni, tutti buoni, tutti a sentire le conferenze sulla minghia lessa e similari, ma poi “bingo bongo ciaparàt, le negher a casa lur”.
E non ti permettere di protestare per il titolo. Tu, uguale che non sei altro. Non ti permettere di protestare, tu che non hai detto nulla mente i sanitari e gli anziani venivano lasciati infettare e morire. Non ti permettere di lamentarti, tu che resti in silenzio e sei complice del lavoro nero che rovina l’Italia. Non ti permettere di dissentire, tu che non dici nulla davanti alle quotidiane violenze sulle donne, fisiche e morali. Non ti permettere di reagire, tu che con il culo parato te ne fregi del 38% dei giovani disoccupati vero flagello del Paese. Non ti permettere di contestare, tu che seisordo muto e cieco davanti agli esami universitari venduti o regalati a congreghe di stampo mafioso che con facendo iscrivere le persone a basso costo comprano gli esami a pacchetti e i “rimborsi” falsi per i docenti. Non ti permettere di polemizzare tu, che vivi a testa bassa davanti alle mafiopoli bancarie, alle fatturopoli dei cattolici, ai professoroni barboni imbroglioni. Non ti permettere di dire, tu che sai tutto e non dici mai nulla pensando che prima o poi il ricco epulone di turno butterà un tozzo di pane sotto il tavolo, anche per te.
Perché mai dovrebbe essere diverso per i ricchioni ? Che stupido. E pensare che credevo, pensavo, speravo che anche in Italia -buon ultima in Europa - fosse riconosciuta dignità e uguaglianza a tutti i cittadini, ai gay e dunque alle coppie gay, riconoscendo giuridicamente la loro vita familiare e non escludendo la presenza di figli. Che stupido. E pensare che io credevo che anche l’Italia -buon ultima in Europa - investisse sulle politiche dell’uguaglianza, risolvendo le tante ingiustizie e le tante diseguaglianze e le antistoriche discriminazioni. E si punissero le campagne omofobe contro tutti i “diversi”. Poveri, handicappati, malati di mente, neri, grassi, bassi. Tutti i diversi. Che stupido. Io che pensavo fosse giunto il momento di imboccare la strada di un futuro più giusto, prendendo di petto il problema dei problemi: le gravi disuguaglianze e il senso di ingiustizia e impotenza che mortificano il paese, partendo dalla ricchezza delle diversità. Invece è evidente che la crisi Covid-19 ha reso ancora più evidente questo stato di cose e ha aperto molteplici scenari. Come evitare che gli squilibri crescano ancora? O che prevalga una dinamica autoritaria? Quali sono le cause del razzismo e dell’intolleranza e le responsabilità della politica e delle politiche. Perché dei giovani scatenano la loro rabbia contro un altro giovane perché ama e gira mano per la mano ? Non sto qui ad ironizzare - come vorrebbe questa rubrica - ma da culattone mi chiedo come fa un Governo della Repubblica di un Paese europeo, dove vige un regime civile, ad affermare che io, gay, ricchione, culattone, frocione, e i 6 milioni di “diversi” come me non esistiamo, non abbiamo una legge di tutela, quando non solo noi ma tutti i bambini delle coppie “diverse” sono perfettamente inseriti nella società, nella scuola, tra i loro coetanei. Quando Papa Francesco in primis, decine di sentenze della Corte Costituzionale, della Cassazione e sempre più comuni riconoscono queste famiglie alla nascita, certificano che noi esistiamo a tutti gli effetti, anche giuridicamente, per lo Stato italiano. Nonostante il pensiero dei social, noi “diversi” non siano una ideologia, siano una realtà. Il fatto è che , non tanto l’episodio in se, quanto i gravi commenti che tutti abbiamo letto, in effetti rappresentano un pensiero consolidato. Perché in Italia il livello di intolleranza è più alto della media europea, vi è una vera e propria retromarcia sui temi dei diritti, e, certamente esiste un reale pericolo di omofobia, di razzismo, di violenza contro i più deboli, come le donne. E ogni ulteriore violenza può essere molto molto pericolosa, proprio nei confronti dei più indifesi, dei fragili, degli emarginati, dei più piccoli. E dei gay.
Leo Nodari