In realtà la domanda era: “Tu socio che hai creduto in noi, tu che hai pagato 9,40 euro per azione, e hai già perso quasi tutto, ora vuoi salvare 2,38 euro ad azione o perdere anche questi ? “ Così, e solo per questo, il 96% dei soci in assemblea ha votato a favore della trasformazione della Banca popolare di Bari in Spa. Dopo il via libera della commissione europea, dopo il capo chino dei sindacati che cercano di salvare il salvabile accettando 650 esuberi in 10 anni tramite pensionamenti, dopo il decreto del Ministero dell’economia, con questi voti a favore arriva l'ok al passaggio che permette ora l’intervento del Fondo Interbancario - con un aumento di capitale - e di Medio credito centraleprevia copertura delle perdite e ricostituzione di un capitale minimo, determinante per evitare la liquidazione. Parte così il piano predisposto dal governo per salvare l’istituto di credito pugliese, commissariato lo scorso dicembre. Nonostante tutto sono contento: la banca continua. Non credo che ci sarà quella “banca del Mezzogiorno” di cui si parla, non credo che ci sarà il rilancio promesso, ma almeno per il momento la ex Tercas è salva.Il piano predisposto dal governo per salvare l’istituto di credito, travolto da un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto tutti gli ex vertici, prevede che Fitd, che raggruppa le altre banche italiane, parteciperà con uno stanziamento di 1,17 miliardi di euro, compresi i 364 già anticipati, mentre il Mediocredito Centrale, che assumerà il controllo dell’istituto barese, parteciperà con 430 milioni.Da ora in poi ci sono tutti i mezzi e tutte le condizioni per dare avvio all’implementazione del piano industriale Sul piatto, per chi ha preso parte all’assemblea, sono stati messi una serie di incentivi. Innanzitutto azioni gratis per 20 milioni di euro e 2,38 euro per azione (l’ultimo prezzo di quotazione del titolo nel mercato HI-MTF) a quei soci che accetteranno di rinunciare a ogni pretesa o azione connessa agli aumenti di capitale della Banca, deliberati ed eseguiti nel corso degli esercizi 2014 e 2015. Esclusi dalla proposta i clienti con posizioni in sofferenza. E’ peraltro previsto anche un warrant per ciascuna azione posseduta, diversa da quelle sottoscritte nell’aumento di capitale 2014/15.Questa operazione costituisce un punto di svolta, perché rispetto alle soluzioni di altre crisi bancarie degli ultimi anni, questa operazione consente di rafforzare questo presidio bancario - essenziale per sostenere gli sforzi di famiglie , imprese e comunità locale per il progetto di rilancio in linea con criteri e logiche di mercato e rilanciare l’economia del territorio - prospettare un futuro, e assicurare le somme per poter provvedere all’adempimento dei debiti della banca. E sancisce il percorso pienamente positivo che la banca avrà nei prossimi mesi e nei prossimi anni, che sarà importante per lo sviluppo dell’economia dei territori del Mezzogiorno, L'operazione, è stata effettuata secondo logiche e condizioni coerenti con criteri di mercato, e segna una svolta rispetto a un passato sul quale sono in corso i doverosi accertamenti. Ricordiamo che, come ho già scritto più volte, gli ex vertici della banca sono stati travolti da un’inchiesta della procura di Bari sulla gestione dell’istituto di credito. Al centro dell’indagine il ruolo di Marco e Gianluca Jacobini, arrestati a gennaio, con l’ipotesi accusatoria di presunti affari illeciti che avrebbero portato la banca sull’orlo di una crisi di liquidità, e ostacolo alla vigilanza. La Procura vorrebbe sapere come è stato acquisito un patrimonio (sequestrato) di 16 milioni di euro mentre la banca si disfaceva. Mentre nessuno vedeva, parlava e sentiva. Nessuno sapeva dei bilanci “aggiustati” delle acquisizioni azzardate di istituti di credito in difficoltà, tra cui la TERCAS di Teramo, effettuata, tra l’altro, su impulso della Banca D’Italia. Nessuno tra gli arroganti direttori di filiale tutta prepotenza e distintivo sapeva delle importanti “criticità gestionali”. Nessuno tra gli arroganti dirigenti si sono accorti e hanno segnalato, in particolare, il caso di alcuni noti gruppi imprenditoriali locali a favore dei quali sarebbero stati accordati finanziamenti «non sempre sufficientemente vagliati» e neppure «esaustivamente rappresentati al consiglio». ”. Insomma, denaro facileNessuno dei personaggetti bravi a fare la voce grossa con la povera gente e i disgraziati che devono fare la fila nei loro uffici , ha mai avuto il coraggio di alzare la testa per dire qualcosa al sigVincenzo De Bustis ( ex Ad dell’Istituto di credito) che ha dichiarato al Corriere che “negli ultimi quattro anni sono stati erogati dalla Popolare di Bari prestiti irregolari che hanno provocato danni per circa 800 milioni di euro. E per importi notevoli. Come è stata possibile una gestione feudale a carattere familiare, quali sono gli oscuri collegamenti politici, i conflitti di interesse. Non mi interessa sapere se un giorno verrà istituita una Commissione di inchiesta. Non credo che si chiuderà un giorno questa era nefasta della recente storia italiana caratterizzata dal tracollo di decine di banche i cui buchi sono stati coperti dallo Stato con danaro pubblico per oltre 16 miliardi di Euro senza che nessuno dei responsabili, amministratori e vigilanti, abbia ancora pagato. Pero, invece, chiedo, perché è lecito chiedere, se un giorno conosceremo i nomi delle società e dei singoli soggetti beneficiari dei prestiti di favore elargiti dalla Banca e mai ripagati. Persone che hanno rubato soldi alla comunità. Sottratto risorse ai cittadini. Va i cittadini alzeranno mai la testa o con la promessa del calendario e l’agendina resteranno in pecorone silenzio anche questa volta.
Leo Nodari