“Io sono la morte. Devo uccidere l’orsa! Devo uccidere, uccidere. Io sono la morte ” Conclude così ogni suo intervento il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio “Adolf” Fugatti. Basta che uccide lui sta contento. La sua missione è uccidere. Profonda crisi del turismo ? Uccidere. Crisi del lavoro ? Uccidere. Una impresa su due è a rischio chiusura (dati sole24ore 21 giugno 2020). La risposta di Adolf Fugatti è sempre la stessa: uccidere gli orsi.
La possibilità di catturare, detenere reclusi a vita e finanche uccidere con relativa facilità gli orsi definiti "pericolosi" - non si sa bene in base a quali caratteristiche - è un vero abominio moderno della nobile Trento. Città meravigliosa, pre romanica, di cultura, di pace, città del concilio ecumenico, porta d’europa dalla prestigiosa università. In cui la furia omicida di Mister Fugatti stona tanto. La decisione di catturare e "rimuovere" l'orsa JJ4 definito "pericolosa", che in provincia di Trento avrebbe aggredito due cacciatori, è stata assunta dal presidente della Provincia di Trento, nell'immediatezza di un fatto su cui non è stata ancora fatta la dovuta chiarezza. Questo lascia pensare al provvedimento emanato come ad un mero pretesto, l'occasione per realizzare un disegno - il massacro degli orsi - da troppi atteso con grande impazienza. Un disegno che rappresenta solo un riflesso della più generale biofobia della cattiva politica: dopo i lupi, ora tocca agli orsi
A tale disegno animalicida si oppongono le associazioni e tutti gli italiani, la stragrande maggioranza dei quali ha a cuore gli animali e non condivide in alcun modo le campagne strumentalmente allarmistiche contro essi. Ma è necessario attivarsi in loro difesa aderendo alle proteste contro le istituzioni nazionali e quelle del Trentino.
“Ritirare immediatamente l’ordinanza che porterebbe alla morte dell’orso”: questa è la richiesta di 105mila firmatari di una petizione lanciata su Change.org e diretta al presidente della Provincia Autonoma di Trento, Fugatti. Una petizione nata per un episodio specifico, ma che affronta un problema che ciclicamente si presenta in Trentino. L’ultimo caso è quello di un orsa JJ4 – che accompagnava due cuccioli - che ha attaccato due cacciatori . Anche il Ministro Costa ha chiesta la revoca dell’ordinanza di “identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica . Non è il primo orso che viene condannato a morte in Trentino per questo vanno fermati gli abbattimenti ‘automatici’ di tutti gli orsi coinvolti in incontri ravvicinati o incidenti, modificando il testo del Piano D’Azione per la Conservazione dell’Orso Alpi, che prevede la possibilità di abbattimento anche in caso di orsi che hanno semplicemente fatto ciò che la natura gli ha insegnato. Quel che è certo però è il destino dell’orsa: qualora le indagini confermassero il suo coinvolgimento nell’aggressione, dopo la cattura, seguirà l’abbattimento.
Intanto sui social nasce il gruppo “Io sto con l’Orso”. Anzi “Io sono l’Orso”. Ecco già mi proietto, sorrido, sono già nel bosco. Un orso non è un cane. I cacciatori non hanno nessun diritto di avvicinarsi, disturbare, minacciare un orso. Che ha la sola colpa di aver fame, e di aver cercato di procurarsi cibo. Seguendo l’istinto, le dinamiche della natura. Gli animali non sono mai cattivi. Gli uomini invece spesso, molto spesso, inutilmente, criminalmente, sì. Io sto con l’Orso, ché ha difeso i suoi cuccioli perché è nel suo istinto, e quindi nel suo diritto. Domani sarà un altro giorno, con la lotta per la sopravvivenza che ricomincia, contro le difficoltà della vita che ci sono per tutti i viventi, ma per lui pure contro quelle che portano in soprannumero le malvagità e la voglia di vendetta degli esseri umani.
Non è il finale di un romanzo d’avventura: un orso in libertà riapre in poche ore una tensione sociale e politica. L’Orso è libero. Per questo è razza rara. L’Orso ama la libertà, per questo è pericoloso. L’Orso va abbattuto. E tutti gli orsi vanno abbattuti. Tutti gli uomini liberi sono pericolosi.
L’orsa JJ4 non aveva mai causato problemi, inoltre nella zona sarebbero avvenuti almeno quattro avvistamenti di orse con cuccioli, dunque si chiede un’indagine più accurata prima di trarre conclusioni affrettate. La gestione della convivenza con gli orsi deve basarsi su solide informazioni il ricorso alle armi dimostra la totale incapacità di favorire la convivenza, impegno primario di ogni amministrazione.
La bella notizia è che Leonardo Lippa, sindaco del comune abruzzese Villavallelonga ha scritto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per offrire ospitalità all’orso M49, fuggito dalle gabbie in Trentino sia all’orsa JJ4 con i suoi cuccioli. Villavallelonga è un piccolo paese all’interno del Parco Nazionale del Lazio, Abruzzo e Molise, noto alle cronache a causa di un altro orso, che il sindaco ha ribattezzato Mario.
L’orso Mario divenne famoso nel 2017 quando si introdusse in una casa in cui viveva una famiglia con dei bambini piccoli. Il grave episodio avrebbe potuto avere conseguenze terribili ma questo non ha portato le autorità a decidere di sopprimere l’animale, perché nemmeno un evento così grave è riuscito a cambiare i sentimenti di amore e rispetto che la comunità di Villavallelonga nutre nei confronti degli orsi.
Lippa scrive al Ministro di sentirsi turbato e stupito di fronte alla decisione di presidente della Provincia di Trento, che ha emanato un’ordinanza di cattura per l’orsa in cui si contempla anche la possibilità di abbattere l’esemplare. Bravo Sindaco “Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, e succhiare tutto il midollo della vita, per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto”.
Leo Nodari