E mannaggia. Dopo dici. Se l’assessore Verna avesse letto la rubrica estemporanea più letta in Abruzzo invece di avere meglio da fare, ora saprebbe che, quando l’idea di un progetto per il potenziamento della Roma-Pescara inizò a stimolare i fondatori del MO.VE.TE. , attorno ad un tavolo se misero a sède rappresentanti di Roma, Pescara, Sulmona, Avezzano, L’Aquila, e Chieti. E così eviterebbe di dire in tv cose non esatte, inventando presunte alleanze con l’Aquila contro Pescara, che non esistono. La verità è semplice e va detta com’è ai cittadini: l’unica zona che rimane fuori dal Mo.Ve.Te. è la provincia di Teramo. Semplice. Lineare. Zitti e porta a casa. Non bisogna ingallettarsi e sparare balle se oggi le “azioni di governo” iniziano a muovere i primi passi concreti. La macchina è in moto da tempo, ma ancora ferma. Tutto è ancora possibile. Ma non è con i “NO” che Teramo raccoglierà e porterà a casa qualcosa. Del Mo.Ve.Te. esiste solo uno studio di pre-fattibilità – e questo Verna sa bene cos’è - coordinato da Antonio Mezzoprete ed elaborato in collaborazione con la società Senalfa di Scurcola Marsicana. Perché proprio la Senalfa ve lo dirò a breve. Molto probabilmente nessuno potrà più fermarla, anche e soprattutto grazie al denaro fresco in arrivo col Recovery Fund. Ma ad oggi tutto è possibile. Ma non è con i “NO” che Teramo raccoglierà e porterà a casa qualcosa.
Ma poi perché dire “NO”. Il progetto è valido per l’Abruzzo. A chi non legge “Il ruggito” e vuol restare ignorante, ricordo solo che il progetto ha un suo valido impatto sociale, ambientale ed economico per la nostra Regione, riducendo della metà i tempi della tratta RM/PE con snodo di scambio a Sulmona per l’Aquila e nuovo enorme parcheggio a Chieti, che mezzi tutti elettrici per il centro. Con possibilità di usare i nuovi treni a ridotto inquinamento. Ma come si fa a dire di “NO” ad una cosa così. Anche se costa 10 miliardi di euro (e non 7). Anche se lo vedranno tra 10 anni ? E comunque non è con i “NO” che Teramo raccoglierà e porterà a casa qualcosa. Ma soprattutto come fa un assessore come Verna a dire di NO ad un progetto come il MO.VE.TE. che ha dimostrato che gruppi di cittadini attivi sono in grado di bypassare le consuete lungaggini politico-burocratiche, e di elaborare progetti per la rinascita dell’Abruzzo ? Come fa un movimentista, anche se ex, a dire di no a un progetto concreto che ha coinvolto per due anni una vasta parte della popolazione marsicana, per raccogliere una serie di proposte intorno all’idea della linea veloce – ecologica per lo sviluppo della Regione. Solo perché a livello di governo in questo caso nazionale – regionale è stato firmato un protocollo di intesa il 3 marzo da De Micheli e Marsilio. Protocollo di cui i nostri rappresentanti regionali non sanno una beneamata minchia ? Solo perchè questa idea che non coinvolge il teramano è stata accolta ? O solo perché a Teramo non sono stati capaci di fare una cosa simile e mò rosichiamo. Ma non è con i “NO” che Teramo raccoglierà e porterà a casa qualcosa. Dopo anni di totale immobilismo, dopo il Masterniente, le autostrade da Colledara a Pietracamela annunciate da Diego arrivo tardi, dopo le tre corsie sul mare da Martinsicuro a Silvi promesse dal Presidente sono un cafone e non rispondo, dopo una serie infinita di genialate un tanto al chilo tipo il nuovo ospedale che non si fara mai che il Sindaco vuole a San Nicolò, il direttore della asl a piano d’accio e la città intera a Teramo, ora uomini di estrema destra e di presunta sinistra si sono seduti per approvare il Mo.Ve.Te. , dimostrando che la mobilitazione e l’iniziativa dei cittadini possono costringere la nostra classe politica ad occuparsi anche degli interessi della nostra regione, e non di quelli di partito, che normalmente inevitabilmente vedono l’Abruzzo quale agnello sacrificale, vaso di coccio fra vasi di ferro delle regioni più ricche e popolose. A questo il piddino Verna dice di no ? Se non c’è il logo di partito sul progetto non va bene ? Ma forse sarebbe il caso di chiedere ai cittadini prima di dire che “Teramo dice no ?” Perché ad esempio io che non userò mai questo treno dico SI. Assolutamente SI. Perché non è con i “NO” che Teramo raccoglierà e porterà a casa qualcosa.
Però direi al governo, e glielo direi con forza, con tutta la forza possibile : fate pure il MOVETE (Mobilità Veloce Territoriale). Date pure 10 miliardi (e non 7,5) alla Marsica. Ma dateli anche a noi avendo in mente una precisa idea di Abruzzo, con collegamenti più rapidi per TUTTE le città principali della nostra regione, che non vuole più essere una sorta di corridoio che, attraversandola rapidamente, finisca per sottrarre anziché aggiungere risorse. Io avrei detto: date i soldi alla Pescara-Roma, utile allo sviluppo dell’economia abruzzese, ma date 5 miliardia Teramo per garantire un giusto equilibrio fra questa nuova linea e le tratte verso il teramano. E penso ai lavori sul Gran Sasso, ad una autostrada che non sia un perenne cantiere, a strade che non siano un saltafosso, alla Mosciano Giulianova, alla rete ferroviaria adriatica umiliata, azzerata, defraudata. La verità è che le istituzioni locali teramane si sono dimostrate in questi anni troppo condizionate da interessi privati, troppo divise fra interessi della costa e interessi della montagna, troppo legate agli interessi dei partiti di riferimento per poter garantire, da sole, l’azione necessaria. Dietro il laconico “NO” di Verna c’è tutta l’evidenza di un territorio che a chiacchiere vuole uscire dal medioevo del trasporto, che a parole esalta la vocazione turistica, commerciale e agricola, ma poi non è in grado di ideare, realizzare e promuovere, presentare e far approvare un progetto efficiente per le nostre eccellenze, per l’industria, che permetterebbe uno sviluppo autonomo grazie ai nuovi collegamenti, locali e nazionali. E così ci basta dire un “NO”.
Leo Nodari