• CANTORO
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

Nandocoronaleo

Oramai tornava a Teramo veramente di rado. Pochi amici lo ricordano. Eppure Fernando, per tutti Nando Corona era l’uomo di cui tutti avrebbero voluto essere amici. Aveva avuto un ictus molto grave  poco tempo fa. Si pensava che avrebbe potuto riprendere ma le cose non sono andate come si sperava. E nel rischio che non potesse tornare com’era l’anima del guerriero se l’è portato via.Da tempo viveva a Firenze, dove nel 1999 acquistò la storica casa editrice Vallecchi, salvandola dal fallimento. Corona prese per mano la gloriosa ditta fondata da Attilio Vallecchi nel 1913, rilanciandola grazie anche all'intelligente apertura verso collaborazioni di artisti e designers, e soprattutto grazie a una colta operazione di riedizione di titoli importanti del catalogo vallecchiano, come la rivista "Lacerba". Rimasto molto legato a Teramo donò alla biblioteca provinciale Melchiorre Dèlfico quattordici pregevoli volumi, tra i quali la rara cinquecentina BibliaBibliorum, una Bibbia latina stampata a Lugduni (l'odierna Lione), nel 1541, dal tipografo-editore Jean Marechal. Pezzi della sua collezione personale, acquistati da antiquari e nelle aste. Purtroppo è ricordato per una polemica  del 2009 con Mauro Di Dalmazio,  per la donazione  alla città colpita dal terremoto di altre liberalità, in modo particolare libri del periodo futurista, ma Nando fu tutt’altro. Fu infatti segretario teramano del Fronte della Gioventù negli anni più belli del Fronte. Anni fatti di passione, lotta, rischio. Amore per la patria. Ideali non  negoziabili. Fu componente della direzione regionale del Movimento sociale italiano e del comitato centrale del partito di Almirante. Ma un cane sciolto.In quegli anni fine anni ’70  il “Fronte”  di Teramo era conosciuto da tutti quelli della comunità missina, ma proprio tutti. E lui ci rappresentava. E non certo per le cariche o il ruolo, no. Lui da sempre aveva buoni rapporti con tutti, godeva da sempre della fiducia di tutti ovunque andasse era ascoltato. Eravamo di casa non solo in Abruzzo e Ascoli, ma anche a Roma. Questa forse fu la cosa che più lo caratterizzò, questo suo avere “buona stampa” ovunque. Qualunque iniziativa volesse intraprendere, c’era sempre qualcuno che si metteva a disposizione, qualcuno che usciva ad attaccare i manifesti, qualcuno per il volantinaggio nelle scuole, qualcuno per il comizio “difficile” fuori città, qualcun altro che gli prestava il furgone, e qualcun altro che lo accompagnava dove doveva andare. Qualunque cosa facesse, qualsiasi impresa iniziasse, trovava in ogni luogo camerati disponibili. Anche e soprattutto nei momenti difficili, che ci furono. Che allora volevano dire un’altra cosa rispetto al triste significato odierno.Certo, aveva le sue idee, seguiva il suo percorso, faceva scelte precise, ma mai ebbe dei nemici autentici. A volte era scorbutico ma mai falso.Pioniere della destra sociale,famoso per il suo impegno e per le sue oratorie lunghissime, colorate da espressioni popolari, elegante quando serviva, colto,con la sua inconfondibile carica satirica,anche quelli che erano dalla parte opposta rispetto alla sua, lo rispettavano e alla fine gli volevano bene. Questo è forse il più grande mistero della sua personalità. Che non era aggressiva, o faziosa, al contrario, dialogava con tutti, cercava di convincere e se non era convinto lui di qualcosa, chiedeva di convincerlo. Sembra strano, ma è così. Anche in tempi molto duri ascoltava le opinioni e le idee di tutti. 

Chi non ha vissuto quegli anni irripetibili e terribili, non può capire di cosa stiamo parlando, e dispiace. per quello che si sono persi. Nando era un punto di riferimento. Avremmo dato chissà cosa per avere la sua fiducia e amicizia, e non sapevamo perché. Forse perché era sempre da qualche parte a fare qualcosa. Aveva moltissimi amici e camerati, ma nessuno vicinissimo,non era incline alle confidenze personali. Sapeva stare con tutti, stava con tutti, ma mantenne sempre una sfera privata, inviolabile, che nessunoconosceva.Come tutte le persone speciali, Nando era un solitario. Un solitario che sapeva stare in compagnia come pochi altri. Per questo gli abbiamo voluto bene. Tutti.Oggi che Nando ha perso la sua ultima battaglia terrena e non è più fisicamente tra noi, tutti lo ricordiamo con affetto e rimpianto in questa giornata triste. Immagino che ognuno di noi ricordi un fatto, un episodio, un’iniziativa, un’azione attivistica, una giornata con lui, un caffè o una cena in sua compagnia.  Il mio ricordo più bello con lui è del lontano giugno 1980. Era venuto a trovarmi a Roma e dormì a casa mia per alcuni giorni. Io studiavoanatomia, lui girava per Roma, la sera andavamo a fare danno da qualche parte. Fatto l’esame decidemmo di partire per Napoli . Senza un perché. Infatti non ci arrivammo mai. Ci fermammo in costiera inventandoci le giornate. Che meraviglia. Ma il 1980 furono anche gli anni dei campi hobbit, delle stragi, della violenza di strada che diventava crudele, che separava anche i fratelli . E noi avevamo idee diverse su cosa fare. Io più integralista risentendo dell’influsso romano. Lui più mediatore . E ci perdemmo di vista lasciandoci con un non detto che pesò nel tempo . Quando tornava a Teramo il caffè era d’obbligo. Ma  con il passare del tempo non fu più la stessa cosa. Nonostante questo  sapere che non c'è più è un dolore enorme.Onore a lui. Che Dio protegga la tua anima.

Leo Nodari