"Per l'umanità la fame non è solo una tragedia, ma una vergogna. Siamo tutti responsabili". Lo ha detto papa Francesco nel videomessaggio ai membri della Fao. Parole forti e decise, che non ammettono indugi, incertezze e paure, e che da duemila anni continuano a risuonare alle orecchie dei cristiani di ogni tempo e a sostenerne il cammino di evangelizzazione, perché il Vangelo del Signore sia “buona notizia” per tutto il mondo.
Oggi in tutte le chiese cattoliche del mondo 1miliardi e 400milioni di persone celebreranno la “Giornata Missionaria Mondiale” per riaffermare come la preghiera e l’aiuto materiale delle offerte sono una preziosa opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa.In questo mese di ottobre dovremo intensificare la preghiera, comunitaria e personale, affinché il Signore ci faccia la grazia di impegnarci sempre di più, per realizzare quella tanto auspicata “conversione missionaria della Chiesa” e riprendere con entusiasmo il cammino di evangelizzazione del mondo e della storia; per chiedere a Dio con insistenza che tutti noi, come Suo popolo, possiamo riscoprire di essere in cammino, nella responsabilità ecclesiale che ci è stata affidata in forza del Battesimo ricevuto.Infatti, una Chiesa ferma, immobile, con un annuncio che non va oltre le nostre chiese, è incapace di riconoscere in ogni creatura umana – specialmente negli ultimi – il volto di Gesù, e non sarà mai missionaria.
Tutto il mondo sta vivendo a causa della pandemia da “coronavirus” tanta sofferenza e timori per il futuro. Come cristiani ci stiamo chiedendo come leggere questo “segno” dei tempi che, ancora oggi, non fa intravvedere un punto da cui poter ripartire, per affrontare i giorni avvenire con speranza e fiducia.A questo proposito, scrive ancora papa Francesco nel suo Messaggio: “Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga”.Non dobbiamo scoraggiarci, dinanzi a questo presente, ma – ancora una volta – forti nella nostra fede-speranza-carità, siamo invitati dalla Parola del Signore ad andare incontro a queste dolorose situazioni. Sappiamo che la pandemia fotografa uno scenario economico e sociale, lanciando l'allarme su una grave recessione economica in arrivo e la nascita conseguente di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008.Un quadro di impoverimento inaspritosi in pochi mesi allargando la platea degli ultimi. I nuovi poveri aumentano. E sempre di più sono famiglie con minori, donne, giovani che dal precariato sono passati alla disoccupazione. Ora c'è l'incognita di nuove chiusure.Piccoli commercianti, amici, chi lavora nel mondo del turismo e dello spettacolo, fratelli, parliamo di milioni di persone.
In molte città la Chiesa è identificata come la principale forma di aiuto e sostegnoconcreto . Non ovunque, lo so. C’è anche una Chiesa che pensa alle feste, alle cene, ai convegni per farsi grandi e potenti, cosa tipica degli impotenti -e prendere contributi di dubbia provenienza. Insieme a squallidi complici con cui Dio prima o poi farà i conti. C’è anche la Chiesa di Becciù che sperperava per tramare per sentirsi potente, cosa tipica degli impotenti.. Lo so. C’ è una chiesa che crea scandalo. Lo so. Ma poi c’è l’amore infinito di Dio che si manifesta con migliaia di missionari negli angoli più poveri del pianeta, con 200 mila volontari, con un esercito di splendidi sacerdoti che credono nel Cristo della Croce e abbracciano il popolo di Dio a partire dai più bisognosi.
In 136 diocesi sono stati attivati fondi dedicati per sostenere piccoli commercianti e lavoratori autonomi con fondi specifici di questa giornata, per le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività). La solidarietà della comunità, di cui spesso ci parla il Papa, ha bisogno anche di noi. Tutti siamo chiamati a contribuire. Facciamo la nostra parte.