Al punto 10 del programma elettorale del Sindaco Gianguido D’Alberto, titolato ‘La città intelligente e la sussidiarietà energetica’, era scritto tra l’altro: “(…) la necessità di porre in essere (…) strategie di al fine di favorire l’innalzamento della qualità della vita. Rientra nel quadro di tale progettualità l’installazione di una rete di ricarica elettrica in ambito urbano per bici e auto”. Detto fatto. Teramo è l’unica città capoluogo con zero (0) colonnine di ricarica. Volevate comprare un auto elettric approfittando degli sconti crisi ? Potete andare a ricarica l’auto a Villa vomano o a San Nicolò. Ma non a Teramo città. Volevate dare una impronta green alla vostra vita. Trasferitevi sulla costa dove le colonnine sono 64. Ma dai. Ma su. E forza. Credevate veramente che il bando annunciato sul sito del Comune il 4 ottobre 2019 ci sarebbe stato. Peccato! Mi dispiace! Non esiste. Se in una città non ci sono punti di ricarica non si vendono auto a bassa emissione; non si favorisce la mobilità; non si favorisce il turismo nonostante l’elefante e il lupo cattivo; si continua a riempire la città di polveri sottili. Certo, tutte le auto elettriche in commercio possono essere ricaricate anche nella propria abitazione, ma la potenza limitata dei contratti domestici (3,3 kWkilowatt), implica che si debbano attendere alcune ore prima che la batteria della propria auto si sia completamente ricaricata (spesa media 5 euro per 300 km). E nei box privati. L’alternativa in tutto il mondo è ricaricare l’auto presso le cosiddette colonnine di ricarica che si trovano sempre più spesso in strada. Ma non a Teramo. Secondo lo Smart Mobility Report, a giugno 2020 in Italia erano presenti 14.200 punti di ricarica pubblici. Ma non a Teramo . Ci sono anche colonnine di ricarica gratuite, offerte di solito da centri commerciali (a Silvi, Pescara e L’Aquila) e altri punti vendita nei parcheggi. Ma non a Teramo. Chi acquista un’auto elettrica solitamente lo fa perché conosce bene come funzionano questi veicoli o dopo essersi informato a fondo sui vari pro e contro rispetto a quelli normali alimentati a carburante.
Se mi è permessa una domanda, posso chiedere se il Comune di Teramo ha fatto richiesta dei finanziamenti stabiliti il 18 luglio dal progetto “Be Charg 2” della Bei nell’ambito del programma “Connecting Europe Facility” della Comunità Europea (8,2 milioni di euro su 80 totali) per la realizzazione in Italia, di 14.000 punti di ricarica in 6.850 stazioni. Siamo ancora in Italia vero ? O già retrocessi in Africa ?
Si fa presto a parlare in modo generico di salute come ha fatto ieri il Sindaco di Teramo. La salute dei cittadini di salvaguardia in tanti modi. Spesso connessi. Tenendo i ragazzi al riparo dal virus, certo. Ma c’è un prima e dopo virus. La vita quotidiana non è tutta “coviddì”. E basta nascondersi questo virus. Che ci terrà compagnia per molto tempo ancora. Quindi la salute si preserva anche ma anche tenendo i giardini pubblici puliti. E la città sicura. E Salvaguardando l’ambiente. Non è più una novità che la mobilità elettrica può ridurre significativamente l’impatto ambientale del settore dei trasporti pubblici e privati in termini di emissioni di gas pericolosi per l’uomo e per l’effetto serra. Per quanto riguarda la salute, il principale vantaggio è correlato alla qualità dell’aria. Teramo, tra mare e montagna ne può fare a meno ?? Sembra di si vista l’inerzia del Comune per quanto attiene la installazione delle colonnine apposite per la ricarica di energie per le auto ibride. Evidentemente nessuno ancora gli ha detto che l’ultima conferenza dell’Onu sull’ambiente ha concluso che: “per quanto riguarda i cambiamenti climatici e la qualità dell’aria, le auto elettriche sono chiaramente preferibili alle auto a benzina o diesel per i positivi effetti e i vantaggi per l’ambiente….” Vantaggi che sono destinati ad aumentare ulteriormente, mano a mano che l’Europa utilizzerà sempre di più in futuro le energie rinnovabili. Rapporto che colloca la discussione sulla sostenibilità delle auto elettriche in una prospettiva di economia circolare, prestando grande attenzione al riuso, alla rigenerazione e al riciclaggio dei relativi componenti al fine di ridurre al minimo l’impatto della loro produzione sull’ambiente. Secondo il rapporto “Le città elettriche” di Legambiente: “Sicuramente a farla da padrona in Italia è ancora una mobilità inquinata, congestionata, poco sostenibile, ma c’è una rivoluzione ormai in atto e con una crescita esponenziale. L’uscita dalla mobilità inquinante è già in atto, ma servono politiche nazionali e locali per ridurre l’inquinamento e rendere più vivibili le nostre città”. Stai a vedere che Legambiente scriveva al Comune di Teramo ? Certo è un fatto. La sfida del clima è la più urgente, globale e difficile che abbiamo davanti per salvare il Pianeta. Che ci sarà anche dopo il virus. Cioè le nostre città. Che ci saranno anche dopo il virus. Costruire concretamente una mobilità a emissioni zero, attraverso politiche capaci di riuscire a far crescere gli spostamenti in bici, a piedi, il trasporto pubblico e la mobilità elettrica. Dobbiamo convincerci del fatto che uscire dall’inquinamento che contraddistingue i nostri centri urbani è possibile e al contempo possiamo riappropriarci di piazze e strade, rendendo più vivibili e sicure le nostre città. Ognuno faccia la sua parte.
Leo Nodari