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La storia e la letteratura raccontano un rapporto tra uomo e orso antico, e mai marcato dall’odio reciproco. A partire ad esempio dalla favola dell’Orsa e i viandanti di Esopo, ripresa da La Fontaine. Ma poi William Shakespeare e Luigi Pirandello e ancora da Tolstoj ne “I quattro libri” ambientati in Siberia. Per non dire di una deliziosa “Ricreazione” di Victor Hugo sulle mammeorso così dolci coi loro cuccioli, così feroci nel difenderli.
E la morale è sempre diversa ma sempre uguale: l’orso, come il lupo, se non attaccato, non attacca. E lo stesso Benedetto Croce, ricordando la natia Pescasseroli come paese delle fiabe scriveva “l’orso è più forte del leone, ha però indole bonaria, non aggredisce l’uomo che per difendersi”. Sia chiaro, bisogna stare in guardia dagli orsi. Rispettare loro e il loro territorio. Avvertire dei rischi e delle precauzioni gli abitanti del posto e più ancora i turisti. Ma ha senso usarli come strumenti turistici, statue simbolo nelle rotatorie montane o sui depliant per poi invocare di colpo basta orsi. Che oggi è diventato “Devo uccidere l’orsa! Devo uccidere. Io sono la morte” ripetuto fino alla nausea dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio “Adolf” Fugatti. Basta che uccide lui è contento. La sua missione è uccidere. Ma sono tanti, tantissimi gli animalisti e ambientalisti che in questi giorni dicono NO al massacro degli orsi in trentino. Sono in tanti, pur nel dolore e la tristezza per un giovane runner ucciso da un orso, perché significherebbe stroncare insieme una vita e un progetto naturalistico unico in Europa. Molto più bello di quello (simile) sviluppano in Slovenia e gettato ora in pasto a un contrapposto e cieco tifo politico estremista. Tante le persone pronte a impugnare l’ordinanza del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti che prevede di uccidere altri 60 animali per ridurre la presenza dell'orso nelle valli trentine. – ora infatti sospesa dal Tar - che ordina l'identificazione e l'uccisione dell'orso. Ordinanza che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell'orso, che non la ricerca di sicurezza attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali. Anche perché gli abbattimenti ‘automatici’ di tutti gli orsi coinvolti in incontri ravvicinati o incidenti, modificano il testo del Piano D’Azione per la Conservazione dell’Orso delle Alpi non prevede la possibilità di abbattimento nel caso in cui gli orsi hanno semplicemente fatto ciò che la natura gli ha insegnato.
Uccidere gli orsi non garantisce la sicurezza dei cittadini, ma versa solamente altro sangue innocente che va a sommarsi a quello già versato del giovane corridore. La possibilità di catturare, detenere reclusi a vita e finanche uccidere con relativa facilità gli orsi definiti "pericolosi" - non si sa bene in base a quali caratteristiche - è un vero abominio moderno della nobile Trento. Città meravigliosa, pre romanica, di cultura, di pace, città del concilio ecumenico, porta d’Europa dalla prestigiosa università. In cui la furia omicida di Mister Fugatti stona tanto. La decisione di catturare l'orsa JJ4 definita "pericolosa", è stata assunta nell'immediatezza di un fatto tragico a cui nessuno ha assistito e su cui – lo dicono i carabinieri forestali - non è stata ancora fatta la dovuta chiarezza. Questo lascia pensare al provvedimento emanato come ad un mero pretesto, l'occasione per realizzare un disegno - il massacro degli orsi - da troppi atteso con grande impazienza. Un disegno che rappresenta solo un riflesso della più generale biofobia della cattiva politica: dopo i lupi, ora tocca agli orsi
A tale disegno animalicida si oppongono le associazioni e tutti gli italiani, la stragrande maggioranza dei quali ha a cuore gli animali e non condivide in alcun modo le campagne strumentalmente allarmistiche contro essi. Ma è necessario attivarsi in loro difesa aderendo alle proteste contro le istituzioni nazionali e quelle del Trentino. 
Mentre da Caldes, in Val di Sole la stessa madre del runner ucciso, Andrea Papi, al termine del funerale ha detto che  "L'abbattimento dell'orso non mi ridarà Andrea Voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell'orso. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha gestito, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano". 
Intanto sui social nasce il gruppo “Io sto con l’Orso”. Anzi “Io sono l’Orso”. Ecco già mi proietto, sorrido, sono già nel bosco. Un orso non è un cane. I cacciatori non hanno nessun diritto di avvicinarsi, disturbare, minacciare un orso. Che ha la sola colpa di aver fame, e di aver cercato di procurarsi cibo. Seguendo l’istinto, le dinamiche della natura. Gli animali non sono mai cattivi. Gli uomini invece spesso, molto spesso, inutilmente, criminalmente, sì. Io sto con l’Orso, ché ha difeso i suoi cuccioli perché è nel suo istinto, e quindi nel suo diritto. Domani sarà un altro giorno, con la lotta per la sopravvivenza che ricomincia, contro le difficoltà della vita che ci sono per tutti i viventi, ma per lui pure contro quelle che portano in soprannumero le malvagità e la voglia di vendetta degli esseri umani.
Non è il finale di un romanzo d’avventura: un orso in libertà riapre in poche ore una tensione sociale e politica. L’Orso è libero. Per questo è razza rara. L’Orso ama la libertà, per questo è pericoloso. L’Orso va abbattuto. E tutti gli orsi vanno abbattuti. Tutti gli uomini liberi sono pericolosi.

Leo Nodari