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Sarax

La voce gira da tempo. Sembra confermata dai social dalbertiani. I soldi da buttare evidentemente ci sono. Sarebbe finalmente un successo. Tra tante bugie e promesse mancate almeno una certezza. Almeno una dopo 5 anni di annunci e promesse. La città ne avrebbe lustro. Si dice che proprio l’assessore Core vada in giro dicendo che il Premio Nobel Josè Saramago sarà presto in città per girare un film su D’Alberto. E i social dalbertiani rilanciano con enfasi. Non importa se Josè Saramago è morto da tempo, se lo dice l’amministrazione va rilanciato con enfasi. Come hanno fatto per un certo Luca Malavolta (che merita una rispostina a parte). Se lo dice proprio lui, proprio l’assessore scomparso, proprio l’assessore che non risponde, proprio l’assessore alla cultura più improbabile che possa esistere bisogna credergli. Un premio nobel a Teramo è colpaccio che decreterebbe la vittoria a tavolino per il sindaco, proprio nel momento in cui Antonetti è in rimonta e la Marroni cresce. E dunque ci sarà il ballottaggio.

Sembra – il condizionale è d’obbligovisti gli annunci e le vuote promesse fatte dal Comune – che la sceneggiatura del film sia tratta dal libro “Cecità”, il noto romanzo di successo planetario dello scrittore portoghese, che è certamente stato letto da tutti gli assessori. Sui social dalbertiani - dove vige la rigida censura verso i giornalisti liberi - scrivono che alcuni assessori ne recitino a memoria degli stralci prima di ogni giunta. Come non credergli. Il livello culturale è così alto che ciò è del tutto naturale. Scontato.

Pare che inizialmente l’assessore Core volesse una sceneggiatura più simile a “The God father”, Dio e padre, perché per lui nessuno è stato più di D’Alberto Dio e Padre per i cittadini. Poi gli hanno spiegato che poteva nascere un equivoco ed ha desistito accontentandosi di un premio nobel.Il fatto che sia morto è un dettaglio per l’annucio, l’importante è che se ne parli, non che sia vero.La scelta del resto è ampia. Da bravi fratelli, per tanti anni, la televisione e il cinema si sono spartiti la letteratura . Non c’è bisogno di ripetere quanto il cinema sia influenzato dalla letteratura, e quanto la seduzione della letteratura sia irresistibile per tutte le arti.  Io credo che l’iniziale scelta fosse quella giusta – Core in cultura è come la mortazza nel panino, nun se batte - . Dovevano annunciare la presenza di Mario Puzo che in una città come Teramo avrebbe avuto gioco facile per la stesura del suo nuovo libro, lui che ha scritto “The Godfather” che ispirò “Il Padrino”, conosce le atmosfere pesanti, e in una città dove – nel silenzio complice - esistono gruppi che censurano la stampa libera, l’atmosfera è pesante. Ci sono gruppi di potere che contano illecitamente di gestire “pro domo sua” non solo lo spaccio di cocaina per gli amichetti degli affarucci, ma anche il budget di qualche mega appalto , mentre la zona industriale e il lavoro spariscono, si promettono posti ai giovani disperati, si mettono dei cretini burattini a e dei servi raccomandati negli uffici. Si aveva ragione l’assessore noto esperto di letteratura e cinematografia, se vengono umiliati i giovani preparati e vogliosi costringendoli a fuggire, e si gestisce il piccolo potere provvisorio usando come marionette dei servi codardi. Ma anche con il libro “Cecità” verrà fuori una bella sceneggiatura.

In esclusiva possiamo riportare qui la trama. In una città mai così sporca, un automobilista fermo al semaforo, dentro la pozza numero 37 di via Crucioli, si accorge di essere diventato improvvisamente cieco. No, non è un assessore. Quelli sono ciechi perché al gettone mensile, bello ricco e sostanzioso, non ci vogliono rinunciare e non dicono niente neppure contro la censura. Si scopre ben presto che la cecità comincia a diffondersi. La città è allo sbando,  via Savini è tutta dipinta di blu, con dei disgraziati che corrono su e giù per paura di perdere il posto se non fanno le multe, le bici elettriche per il pubblico sono usate invece dagli assessori che non rispondono alle domande e altri che pensano solo agli affari loro. Ma tutto questo sembra non interessare  alla città de “lu favor, nu pusticill, la porchetta ci sta ??” E così si forma una bella fila da Valdo, dove la porchetta ci sta ela cecità dilaga. Presto si vedono i risultati dell’epidemia. Negozi chiusi anche in centro, città buia e grigia, delinquenza che dilaga, furti a raffica, sporcizia ovunque, persone in difficoltà abbandonate, la città in totale abbandono, la sera dopo le 20,00 la città si svuota, è buia ovunque, i gruppi di ciechi lottano l’uno contro l’altro senza più la dignità sottratta dal God father. Un bel posto, non credete ?

Leo Nodari