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Una rimonta di Carlo Antonetti non è sorprendente,anzi in cittàera attesa. Perché è chiaro a tutti  che tira un vento di rinnovamento. Anche se, in una città come Teramo, dovrà inevitabilmente affrontare qualche ostacolo. Ovviamente un Sindaco uscente parte sempre avvantaggiato ma, vuoi per la forte delusione delle liste con pochi big e tanti cammelloni a zero voti; vuoi per la politica spregiudicata delle promesse senza più limiti; vuoi la catastrofica realtà che i cittadini vivono in città, così diversa dai lustrini della città attraente propagandatae per tante altre ragioni che proveremo ad elencare pacatamente, le ultime intenzioni di voto del 19aprile 2023 ore 16,00, o per essere più esatti, le ultime “manifestazioni di opinione” (come le definisce la legge 249/97) parlano chiaro, sono nelle tasche di ogni candidato  e girano in modo forsennato da tavolo a tavolo di ogni bar della città.

A 25 giorni dal voto le manifestazioni di voto realizzate sia dal centro sinistra sia dal centro destra su base volontaria delle persone che rispondono dicono che il Sindaco è al  48,7  (era al 54/52% 15 giorni fa) a scendere. La professoressa Marroni è ad un ottimo 7,5 pari a 2000 voti, a crescere (era al 6,00%). L’avvocato Antonetti  èal 43,8(era a 40,00) a salire. Con un forte astensionismo che supera ancora il 25% e non si sblocca. Dunque ogni voto sarà importante. Anche questo mi porta a dire che in caso di ballottaggio Carlo Antonetti, che spacca ampiamente il centro sinistra,avrà la strada spianata per vincere con il suo entusiasmo e la capacità di fare squadra. Anche se fino ad oggi il popolo del centro destra teramano si è fatto ancora sentire poco, è moscio, sembra spento,manca quel calore e quell’entusiasmo che è necessario per vincere. Se vuole vincere. 

Del resto chi ragiona con la sua testa  avverte e dice che il cambiamento è necessario . Teramo, ancor più dell’Italia, viene da una crisi economica, culturale e politica disastrosa. Troppo lunga da narrare per intero, ma basterà dire che ha perso rappresentanti nazionali, banche, caserme, uffici, opportunità di crescita, il calcio, lo stadio, lo sport di alto livello, è fuori dai giochi politici regionali. Inesistente sullo scacchiere nazionale.Ma i teramaninon devono farsisopraffare dal disgusto e dalla rassegnazione e sono chiamati a dareuna grande prova di maturità enon fidarsi dei proclami propagandistici e delle promesse di chi ha parlato tanto ma ha fatto molto poco e quasi niente in questi 5 anni 

Questa amministrazione che addirittura promette un ospedale nuovo non ha nemmeno iniziato i grandi progetti che la città si trascina da decenni; non ha risanato debiti  ne rilanciato la cultura spacciando delle festicciole per “eventi” . In compenso è stato prono agli interessi dei soliti noti a spese della pianificazione urbanistica. Ma soprattutto, ha completamente dimenticato il commercio mai ascoltato le esigenze dei cittadini. D’Alberto, nonostante le promesse senza più misura, non ha invertito la linea politica degli incompetenti al potere. Le persone delle quali si è circondato – anche se i teramani hanno dimostrato grandi capacità di sopportazione – sono stati regolarmente scelti tra gli amici degli amici.Ci sarebbe un lungo cahier de doléances da ricordare sui cinque anni della giunta. Ma continua a promettere ciò che non ha fatto.

Teramoreagirà ?Teramo darà un segno di cambiamento ? E’ chiaro a tutti che, chi vincerà a Teramo, tra meno di un anno vincerà le elezioni regionali . Ma forse o a qualcuno non è chiaro.Se D’Alberto sarà vincente il centro sinistra potrà puntare nuovamente su D’Alfonso - che ha scaricato Paolucci perché vuole tornare a contare in Abruzzo invece di “alzare la mano” a Roma – e per questo da qualche mese a Roma sta brigando, pranzando, incontrando, lisciando Conte.Chne penseranno i 5 stelle abruzzesi? Se D’Alberto dovesse perdere Marco Marsilio invece avrebbe la strada spianata. Cosa sceglierà Teramo ?  

Leo Nodari